
IL "SALVA MILANO" NON SALVA IL CULO DEI COSTRUTTORI – DOPO L’ARRESTO PER CORRUZIONE DELL'EX DIRIGENTE DELL'URBANISTICA DEL COMUNE GIOVANNI OGGIONI, SALA E SCHLEIN METTONO UNA PIETRA TOMBALE SULLA NORMA CHE AVREBBE DOVUTO SBLOCCARE L’EDILIZIA MENEGHINA: “NON CI SONO PIÙ LE CONDIZIONI” - PALAZZO MARINO ANNUNCIA DI VOLERSI COSTITUIRE PARTE CIVILE DOPO LA BUFERA GIUDIZIARIA – INDAGATA ASSEMPREDIL, PERQUISIZIONI IN COMUNE E NEGLI UFFICI DELLA PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE DEI COSTRUTTORI, REGINA DE ALBERTIS (NON INDAGATA) – LA PROCURA HA CHIESTO DI INTERDIRE ANCHE DUE FUNZIONARI DI PALAZZO MARINO E UN ARCHITETTO DELLA COMMISSIONE PAESAGGIO - LA “PREOCCUPAZIONE” DI SALA…
Federica Venni per repubblica.it - Estratti
“Dopo i gravi fatti emersi oggi dalla magistratura è evidente che non ci sono le condizioni per andare avanti in una discussione sul Ddl” Salva–Milano. Così la segretaria del Pd Elly Schlein chiude le porte al provvedimento, che si trova in questo momento al Senato. “Da alcune cose che emergono sembra ci fosse addirittura intenzione di colpire il sindaco Sala, a cui va la mia solidarietà, naturalmente" prosegue, sottolineando come "le rilevazioni di oggi riguardino esponenti del centro-destra, su queste si è già espresso anche il Partito Democratico di Milano".
Lo stop di Schlein segue quello del Comune di Milano: “Gli elementi di novità, e purtroppo di maggiore gravità, descritti negli atti di accusa inducono questa Amministrazione a non sostenere più la necessità di proseguire nell’iter di approvazione della proposta di legge cosiddetta ‘Salva Milano”.
Dopo il passo avanti che l’inchiesta sull’urbanistica ha fatto con l’accusa di corruzione nei confronti dell’ex dirigente del Comune Giovanni Oggioni (anche ex membro della Commissione Paesaggio) e altri due funzionari, Palazzo Marino, in una nota, mette una pietra tombale sulla norma che avrebbe dovuto sbloccare l’edilizia milanese finita sotto il faro della procura.
Non solo, il Comune annuncia anche di volersi costituire parte civile:
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OGGIONI
Luigi Ferrarella per milano.corriere.it - Estratti
Depistaggio nell’inchiesta sull’urbanistica di Milano. Un dirigente comunale, mesi fa perquisito dagli inquirenti che gli stavano sequestrando telefoni e computer, è ora accusato di aver sì consegnato all’epoca le password necessarie ai magistrati per cercare e selezionare poi i contenuti rilevanti per l’indagine in base a parole-chiave, ma di essersi nel frattempo collegato al proprio «cloud» informatico per cambiare quelle password e di corsa procedere da remoto alla cancellazione di tutta la messaggistica contenuta nei dispositivi in sequestro.
Missione riuscita, ma poi scoperta dai pm Petruzzella-Filippini-Clerici della procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano. I quali ora per la prima volta nelle varie inchieste sull’urbanistica cittadina non sequestrano un palazzo in costruzione, ma passano a misure cautelari per le persone.
La prima è a carico di Giovanni Oggioni, 73 anni, da poco in pensione (seppure ancora con un «incarico gratuito di supporto» all’Assessorato alla Casa) dopo tanti anni da direttore dello Sportello Unico Edilizia (Sue) del Comune di Milano, vicedirettore della Direzione urbanistica, e componente della Commissione Paesaggio, nonché segretario del Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Milano, che il Nucleo di Polizia Economico-Tributaria della Guardia di Finanza ha posto stamattina agli arresti domiciliari su ordinanza del gip Mattia Fiorentini per le ipotesi di corruzione, falso e appunto frode processuale: reato che con una pena da 3 a 8 anni (aumentata da un terzo alla metà in caso di distruzione di un documento o di un oggetto da impiegare come elemento di prova o comunque utile alla scoperta del reato) punisce il pubblico ufficiale che - al fine di impedire, ostacolare o sviare un'indagine o un processo penale - muta artificiosamente il corpo del reato o lo stato dei luoghi e delle cose connessi al reato.
L’ipotesi di corruzione è invece costruita sulla corrispondenza, argomentata dagli inquirenti, tra l’occhio di favore che il dirigente comunale avrebbe avuto su pratiche urbanistiche segnalategli ad esempio da un (pure indagato) funzionario di Assimpredil, e una consulenza da 178 mila euro in tre anni riconosciutagli proprio dall’Associazione delle imprese edili di Milano, Lodi, Monza e Brianza.
Per questo anche Assimpredil è indagata dalla Procura per il corrispondente illecito amministrativo in base alla legge 231 del 2001 sui reati commessi da propri manager nell’interesse dell’ente.
La Gdf sta perquisendo gli uffici e la casa della presidente Regina De Albertis, non come indagata ma come «terza» rispetto agli indagati.
Sempre più cruciale, per gli inquirenti, appare il ruolo (nelle precedenti formazioni) della Commissione Paesaggio istituita nel 2012 come organo tecnico-consultivo dal Comune,
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La Procura chiede al Gip anche di interdire, cioè di sospendere temporaneamente dalla loro attività, due funzionari dello Sportello unico edilizia del Comune, Andrea Viaroli e Carla Barone, e un altro ex componente della Commissione Paesaggio del Comune, l'architetto Emilio Mario Cerri, che è anche membro della Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale Via-Vas presso li Ministero dell'Ambiente.
La procedura di legge prevede che il gip , prima di decidere sulla richiesta di misura interdittiva, debba interrogare le persone a carico delle quali viene mossa, il che avverrà nei prossimi giorni. Intanto sono in corso acquisizioni di documenti anche negli uffici del segretario generale del Comune di Milano, Fabrizio Dall'Acqua, e del responsabile per la prevenzione, l'ex comandante della polizia locale Marco Ciacci.
Ai giornalisti che gli chiedono se sia preoccupato, il sindaco di Milano Beppe Sala risponde: «Io vivo preoccupato, al momento non ho elementi per poter esprimere giudizi». Così, fuori dal liceo Parini, ha commentato l'arresto dell'ex dirigente dell'Urbanistica comunale, Giovanni Oggioni. «Leggo le agenzie, al momento non so nulla, non so i fatti imputati, non so se i fatti sono imputati a quando era in Comune, alla Commissione Paesaggio o quando lavorava per Ance. Non posso dire nient'altro. Appena capisco qualcosa, mi esprimerò».
salva milano - inchiesta urbanistica
DECRETO SALVA MILANO
decreto salva milano
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