
SCHLEIN E MELONI SONO SULLA STESSA BARCA: COSTRETTE A FARE I CONTI CON LE CONTRADDIZIONI DELLA “LORO” POLITICA ESTERA – LA PREMIER CERCA DI RESTARE IN EQUILIBRIO TRA TRUMP E UE, NEL MEZZO DEI SABOTAGGI TRUMPUTINIANI DI SALVINI, LA SEGRETARIA DEM HA SBILANCIATO IL PD VERSO IL “PACIFISMO” PER NON FAR GUADAGNARE VOTI A CONTE – MASSIMO FRANCO: “USCIRE DA QUESTA TENAGLIA NON SARÀ FACILE SENZA UNA ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ E UNA SCELTA DI CAMPO CHIARE…”
Estratto dell’articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”
I tormenti simmetrici della premier Giorgia Meloni e della segretaria del Pd, Elly Schlein, trasmettono una sensazione speculare e inedita. E cioè che per la prima volta le leader dei due maggiori partiti, di governo e di opposizione, si trovino a fare i conti con le contraddizioni della loro politica estera.
[…] La posizione filo Trump e filo Putin della Lega rimane […] un problema oggettivo.
Ma soprattutto persiste nella coalizione di destra un anti europeismo fomentato scientificamente dal vicepremier Matteo Salvini, che promette di […] rendere più difficili, se non addirittura velleitari, gli sforzi di mediazione che Meloni ha compiuto fin dalla nascita della nuova Commissione Ue […].
Il risultato […] è quello di costringere Palazzo Chigi a un equilibrismo difficile e continuo. E a cercare faticosamente una mediazione tra alleati […] che si muovono con obiettivi agli antipodi: con la FI di Antonio Tajani nel solco dell’ortodossia atlantista e europeista; e la Lega salviniana su un versante opposto, determinato a evocare quella disgregazione delle istituzioni del Vecchio Continente gradita sia a Trump che a Vladimir Putin.
Uscire da questa tenaglia non sarà facile senza una assunzione di responsabilità e una scelta di campo chiare. Ma lo stesso vale per Schlein, seppure con un grado di incidenza minore sulle vicende italiane.
Le oscillazioni sull’Ucraina, prima timide, ora più vistose, sbilanciano un Pd che storicamente aveva assunto una postura a favore della Nato e dell’Ue. La somma delle sacche antiamericane nella sinistra, gonfiate dall’arrivo di Trump, e la concorrenza spregiudicata del «pacifismo» del M5S hanno accentuato e accelerato una deriva anti Ue.
E l’isolamento in Europa del quale Schlein ha accusato ripetutamente il governo Meloni, ora riguarda per paradosso lo stesso Pd. L’ossessione di non essere scavalcata dai post-grillini di Giuseppe Conte ha portato la segretaria a posizioni sulla difesa europea che non solo hanno spaccato il suo partito. Hanno anche dimostrato la distanza strategica e culturale dalle altre forze socialiste, a favore del piano di riarmo in funzione antirussa proposto dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Sarà un caso, ma la maggior parte governa.
ELLY SCHLEIN ALLA CAMERA TRA I CARTELLI DEL PD CONTRO GIORGIA MELONI
GIORGIA MELONI TRA DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA DI GIANNELLI
salvini in versione trump
SALVINI CON LA MAGLIA DI PUTIN