“MATTEO, SE NON PARLIAMO PIÙ DEL NORD I VOTI NON LI PRENDIAMO PIÙ” – AL CONGRESSO LOMBARDO DEL CARROCCIO IL NEOSEGRETARIO REGIONALE MASSIMILIANO ROMEO CONTESTA SALVINI SULLA LINEA DEL PARTITO E RENDE OMAGGIO AL FONDATORE UMBERTO BOSSI, MESSO AI MARGINI DAL CAPITONE - POI LA PROPOSTA DI RENDERE AUTONOMA LA LEGA REGIONALE DELLA LOMBARDIA – LA REPLICA DI SALVINI: “ABBIAMO CINQUE MINISTRI LOMBARDI E NON CI SONO MAI STATI NELLA STORIA DELLA LEGA” - IL GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA FONTANA: “QUALCHE NEMICO DEL CARROCCIO È ANCHE DENTRO IL NOSTRO PARTITO” – DAGOREPORT + VIDEO
Antonio Fraschilla per repubblica.it - Estratti
Dalla Lombardia, dal cuore della Lega, arriva un attacco diretto alla linea di Matteo Salvini. Troppo a destra, troppo nazionale, troppo distratta sul Nord. Un uno-due diretto, quello del governatore Attilio Fontana e del candidato unico alla segreteria della Lega lombarda, eletto per acclamazione, Massimiliano Romeo.
Nel mirino il leader e le sue scelte. A Salvini non è bastato fare ritirare il suo di candidato alla segreteria, Luca Toccalini, per evitare un processo politico. E nemmeno evocare l’altro processo, quello al Tribunale di Palermo con sentenza attesa per venerdì, per evitare polemiche e tensioni.
Il primo a intervenire al congresso è proprio il governatore Fontana che manda un messaggio chiaro contro la linea nazionale della Lega. “Sono incazz..”, dice, facendo capire che l’umore non è buono. “Dobbiamo fare qualcosa per migliorare i nostri territori, per la Lombardia – continua - perché il problema del Nord c'è ed è sempre più presente. Non possiamo competere con le regioni più forti del Nord avendo le mani legate da Roma”.
massimiliano romeo matteo salvini
Poi la stoccata alla Lega nazionale: “Qualche nemico lo abbiamo anche in casa e se vedo emendamenti di qualcuno della Lega in Parlamento, eletto in altri territori, che vanno contro la Lombardia io mi incazzo. Perché quando vedo un ex rettore del Sud, oggi nella Lega, che al tavolo con la ministra Anna Maria Bernini propone sull’università cose che vanno contro gli atenei della Lombardia io mi incazzo".
Ma è l’intervento di Romeo, più politico, che colpisce al cuore quella che è stata la linea della Lega imposta da Salvini, con una svolta a destra e che si occupa poco di temi cari al Nord.
MASSIMILIANO ROMEO MATTEO SALVINI RICCARDO MOLINARI
“Se diciamo che dobbiamo aggiustare la rotta, perché non sempre la rotta è giusta, non vuol dire che siamo contro Salvini – dice Romeo tra gli applausi dei delegati - la Lega lombarda non deve essere solo megafono della lega nazionale. Io vorrei parlare delle buste paga al Nord che non bastano più, delle cose che interessano alla mia terra:
Matteo, se non parliamo più del Nord i voti non li prendiamo più”. Poi l’omaggio al fondatore Umberto Bossi, messo ai margini nella sostanza e nell’immagine, dalla Lega di Salvini che apre a Roberto Vannacci: “Sono andato qualche giorno fa da Bossi, ogni tanto due parole con il capo fanno bene – dice Romeo - così come, magari, potremmo invitarlo più spesso nelle nostre iniziative.
Dobbiamo essere riconoscente a tutti Bossi, Maroni e Matteo Salvini”. Poi la proposta di rendere autonoma la Lega regionale della Lombardia: “La Lega lombarda deve essere autonomia dentro la Lega Salvini premier – dice Romeo - la militanza non è manovalanza e poi decidono in pochi e altrove".
riccardo molinari massimiliano romeo matteo salvini al quirinale
Quindi la critica allo spostamento a destra o alla caccia ai voti centristi nel Sud: “Dobbiamo tornare alla nostra vera linea politica, che non è né di destra né di centro, perché gli elettori votano gli originali e non le copie. Noi dobbiamo coltivare il nostro spazio politico che è un movimento del territorio. Riprendiamoci il nostro spazio. Noi non ti stiamo portando un problema ma una opportunità. Siamo contro il pensiero unico e la cancellazione della nostra storia”.
Salvini quando prende la parola cerca di difendere la sua linea: “Abbiamo cinque ministri lombardi e non ci sono mai stati nella storia della Lega – dice - si può fare di più? Certo magari un monocolore lombardo a Roma”. Poi snocciola i risultati della sua Lega per il Nord: “Le Olimpiadi invernali le ha volute la Lega in Lombardia. I nuovi leghisti? Giusto che ci siano perché se siamo in tutto il Paese possiamo contare di più anche per la Lombardia: se no faremmo una correntina lombarda di partiti nazionale, senza contare nulla poi. Dobbiamo avere l'ambizione di essere il primo partito” .
Il vicepremier avverte anche che certe polemiche dentro il partito non saranno più accettate a cuor leggero: “Il confronto interno è sacro - dice - ma quando un militante va a sputtanate gli altri sul giornale allora è un'altra cosa. Forse sono stato troppo buono. Le radici della Lega? Ricordo a tutti che Bossi mi scelse alla elezione del parlamento padano: a me di radici non deve dire nulla nessuno.
Ero nella Lega lombarda , poi è venuta la Lega Nord e dopo trent'anni portiamo avanti i temi del federalismo e dell'autonomia. La destra? Siamo in Europa oggi, e con Orban e Le Pen difendiamo i nostri paesi dalla follia delle macchine elettriche. E in generale dico: se vogliamo vincere dobbiamo aprire non chiuderci”. Infine l’appello all’unità per sostenerlo venerdì a Palermo, giorno della sentenza sul caso Open Arms: “Avere una Lombardia unita mi aiuterà nell'aula di tribunale, le divisioni interne distruggono non me, ma la Lega". Ma il messaggio che arriva da Milano è chiaro: e Matteo dovrà rivedere alcune cose per evitare che la palla di neve diventi una valanga che potrebbe travolgerlo.