LA SOLITA GIORNATA DI ORDINARIA FOLLIA TRA TESORO E PARLAMENTO - CLAMOROSA FIGURACCIA DEL GOVERNO IERI ALLA CAMERA: NESSUN MINISTRO SI PRESENTA A MONTECITORIO PER LA FIDUCIA AL TESTO, COSTRINGENDO ALLA SOSPENSIONE DELLA SEDUTA, A UNA CHIAMATA FURIBONDA DELLA MELONI A GIORGETTI, E ALLE SCUSE IMBARAZZATE DEL PALLIDO CIRIANI – ANCORA PIÙ GRAVE L’INCREDIBILE ERRORE SUI CONTI PUBBLICI: SONO SBUCATI 100 MILIONI DI “SOVRACOPERTURA” CHE NON POSSONO PIÙ ESSERE UTILIZZATI, CON GROSSA INCAZZATURA DI MINISTRI E PARLAMENTARI. LA RAGIONIERA DARIA PERROTTA, FEDELISSIMA DI GIORGETTI, NON HA NIENTE DA DIRE?
1. MANOVRA, UN ERRORE DA 100 MLN. MELONI FURIOSA CON GIORGETTI
Estratto dell’articolo di Carlo Di Foggia e Giacomo Salvini per “il Fatto quotidiano”
giancarlo giorgetti alla camera foto lapresse
La formula tecnica usata dal Tesoro è “sovracopertura” e serve a evitare il ritorno della manovra in Commissione. Nella sostanza è un errore record che umilia il lavoro parlamentare e fa fare una pessima figura al ministero di Giancarlo Giorgetti.
Per sua fortuna viene in parte oscurata da una seconda figuraccia quasi fantozziana, col governo che diserta l’aula della Camera chiamata a porre la fiducia sul testo.
Ieri è andato in scena il degno epilogo di tre giorni di caos nella gestione governativa della sessione di bilancio. Incredibile se si pensa che la legge era stata depositata due mesi fa e ora costringerà il Senato a venire convocato dopo Natale per il via libera definitivo, ovviamente, nei fatti, monocamerale.
La giornata parte malissimo, dopo oltre 24 ore in cui il testo uscito dalla Commissione Bilancio è stato “aggiustato “dal Tesoro […]. La seduta della Camera viene aperta poco dopo le otto in un’Aula semi deserta è subito sospesa visto che non c’è un ministro o un sottosegretario perché non si erano messi d’accordo.
Le opposizioni maramaldeggiano. Alla ripresa, alle 8.35, chiedono le scuse. Giorgetti e il collega ai Rapporti col Parlamento Luca Ciriani arrivano con mezz’ora di ritardo ed escono poco dopo, lasciando a “presidiare” la sottosegretaria al Tesoro Lucia Albano (FdI). Alla fine si scusa Ciriani poco prima di porre la fiducia (che sarà votata oggi). Raccontano in maggioranza di un intervento di Meloni. Una chiamata furibonda a Giorgetti per rimediare all’errore dell’aula disertata.
Detto della figuraccia pubblica, quella “tecnica” è assai peggiore. Ieri tutti si aspettavano un ritorno in Commissione per sanare, almeno sul piano formale, le possibili incongruenze dopo la raffica di emendamenti approvati in notturna martedì […]. Di solito serve ad aggiustare le coperture, che però vanno approvate.
Il Tesoro stupisce tutti spiegando che non ce n’è bisogno perché, alla fine, sarebbero addirittura spuntati 100 milioni in più (200 considerato anche il 2026), la “sovracopertura” appunto. Un eccesso di risparmio, o da riduzione di coperture.
Un errore di questa portata è raro, tanto più che la cifra è quasi pari alle risorse destinate dal Tesoro alle modifiche parlamentari. Alla fine si scopre che potevano essere assai di più, ma soprattutto che Tesoro e Ragioneria hanno avuto poca presa dell’iter in Commissione.
Ieri, per dire, il ministero si è accorto di aver ridotto più del dovuto il Fondo per interventi strutturali di politica economica (Fispe) e ha chiesto di poterlo rimpinguare con i 100 milioni senza ripassare in Commissione ma con una nota in aula. Dopo il no dell’opposizione ha emesso una nota in cui spiegava che la cifra verrà destinata a ridurre il deficit o al “fondo di controllo” per poterli usare più avanti. Tutto pur di evitare la figuraccia del ritorno in Commissione.
giancarlo giorgetti alla camera foto lapresse
Il risultato è che la manovra è stata cambiata con una procedura che sfiora l’extra-legem: c’erano 100 milioni utilizzabili di cui si è scoperto solo alla fine – e questo spiega le 36 ore che sono servite al Tesoro per coordinare il testo – che avrebbero potuto aumentare le modifiche parlamentari e magari evitare diverse bocciature.
Come detto, è l’epilogo di una gestione caotica. Il Tesoro ha prima provato a depositare un emendamento omnibus, poi – Dopo il ricorso delle opposizioni al presidente della Camera Fontana – lo ha diviso in tre emendamenti dei relatori, che però non necessitano delle relazioni tecniche. […]
2. GOVERNO ASSENTE INGIUSTIFICATO TENSIONE TRA CIRIANI E GIORGETTI “UNA GESTIONE CONFUSIONARIA”
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
Alle otto del mattino, la manovra si scopre sola nell’aula semideserta della Camera. Abbandonata dal governo. I banchi dove siedono i ministri e i sottosegretari sono vuoti. Tutti. Il presidente di turno, Fabio Rampelli, allunga lo sguardo verso gli ingressi dell’emiciclo, confidando nell’arrivo di un rappresentante dell’esecutivo. Invano. Parola alle opposizioni. Il vicecapogruppo di Avs, Marco Grimaldi, alza la voce: «Presidente, si rende conto di questa sciatteria istituzionale? ».
fabio rampelli marco grimaldi foto lapresse
Rampelli resta in silenzio. Non replica, ma è costretto a sospendere la seduta per venti minuti. Nel frattempo il presidente di Montecitorio, Lorenzo Fontana, alza il telefono e chiama il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Con tono deciso, gli chiede conto di quello che è successo. E del perché il Dipartimento di Palazzo Chigi non ha assicurato la presenza in aula del governo.
Un’assenza inconcepibile, è il rilievo. Poi sono gli uffici della presidenza ad attivarsi per capire come risolvere il problema. Quando alla ripresa della seduta mancano cinque minuti ecco spuntare la sottosegretaria al Mef, Lucia Albano. Di gran corsa, si precipita in aula. I lavori riprendono.
lorenzo fontana foto di bacco (3)
Passa mezz’ora e arriva Giorgetti. Il ministro si fa vedere per qualche minuto in Transatlantico. Commenta così la protesta di Pd, M5s, Avs e Più Europa: «È legittimo, l’opposizione è nata per protestare, anche io quando ero all’opposizione protestavo». Nel corridoio che costeggia l’emiciclo passa Ciriani. I due colleghi evitano di incrociarsi. Il ministro di Fratelli d’Italia è infuriato.
[…] L’incidente in aula è la goccia che fa traboccare il vaso. Quando accende il microfono per porre la questione di fiducia, che sarà votata oggi, si scusa per l’incidente. Ma non rinuncia a punzecchiare il ministero dell’Economia, seppure senza citarlo. «So bene - dice - che stanchezza, inconvenienti e incomprensioni possono capitare, soprattutto in queste ore molto frenetiche, però so anche che alla fine le giustificazioni stanno a zero».
la solitudine di giancarlo giorgetti tra i banchi del governo foto lapresse
E, aggiunge, «non intendo ricorrere alla pratica dello scaricabarile, come pure potrei». Poi l’impegno con Fontana, dopo la strigliata: «Ribadisco il mio massimo impegno affinché tutti i ministeri garantiscano doverosamente e prioritariamente la loro presenza puntuale».
Di fronte alle accuse, Giorgetti alza un muro a difesa della Ragioneria e dell’ufficio legislativo del Mef. Nelle ultime ore, il ministro ha espresso fiducia e apprezzamento per il lavoro svolto dagli uffici. Parlano i numeri, è il ragionamento. Quelli degli emendamenti esaminati dal ministero nel rush finale in commissione: 600, il doppio dei cosiddetti “super segnalati” dai gruppi parlamentari. Più della metà sono stati approvati dalla commissione.
Per tutti, la valutazione del Mef, dalle coperture ai pareri.
Vuole evitare polemiche, Giorgetti. Tiene, lontano dai microfoni, a sottolineare un’altra cosa: l’impianto della manovra approvato dal Consiglio dei ministri non è stato stravolto. Le integrazioni durante l’iter in Parlamento sono in linea con l’impronta iniziale della legge di bilancio. Ben chiara, secondo il ministro: oltre 2/3, pari a circa 18 miliardi, sono stati destinati alla riduzione delle tasse per i lavoratori dipendenti. E a fine gennaio, prosegue, a parlare saranno le buste paga che riceveranno i lavoratori coinvolti. […]
giorgia meloni luca cirianigiancarlo giorgetti alla camera foto lapresse.