
TAJANI BATTE UN COLPO PER FAR VEDERE CHE ESISTE – IL MINISTRO DEGLI ESTERI ROSICA PER LA TELEFONATA DI MATTEO SALVINI CON IL VICEPRESIDENTE AMERICANO, JD VANCE: “LA POLITICA ESTERA LA FANNO IL PREMIER E IL MINISTRO DEGLI ESTERI. QUESTE SONO INIZIATIVE LEGITTIME, E PERSONALI” – IL SEGRETARIO DELLA LEGA APPROFITTA DEL GRANDE GELO SCESO NEI RAPPORTI TRA MUSK E GIORGIA MELONI PER LA MANCATA FIRMA AL CONTRATTO CON STARLINK: I TWEET CRIPTICI DI ANDREA STROPPA, REFERENTE ITALIANO DI MR. TESLA (OGGI POMERIGGIO IN DIRETTA SU "X" CON NICOLA PORRO), E IL POSSIBILE VIAGGIO NEGLI USA PRIMA DI GIORGIA MELONI
GOVERNO: TAJANI, 'LA POLITICA ESTERA LA FANNO IL PREMIER E IL MINISTRO, CHE DANNO LINEA POLITICA'
antonio tajani in versione pizzaiolo immagine creata con l intelligenza artificiale di grok
(Adnkronos) - "La politica estera la fanno il Presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri. Queste sono iniziative, legittime, personali, ma la politica estera la fa il Premier e il ministro. Sono le posizioni ufficiali del Governo.
Se qualche ministro poi vuole parlare con esponenti di amministrazioni di vari paesi è legittimo. La linea politica, lo ripeto, la danno il Presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri del nostro paese". Così il vicepremier Antonio Tajani, parlando a Palermo della telefonata tra Matteo SALVINI e il vicepresidente degli Usa JD Vance.
Tajani, senza Ue e Nato niente sicurezza per 60 milioni italiani
(ANSA) - "Chi dice che bisogna essere svincolati dall'Europa, anche per quanto riguarda la difesa, dice una solenne sciocchezza. Chi dice questo non conosce la realtà e non ha a cuore la sicurezza dei cittadini italiani. Noi senza l'Europa e senza la Nato non possiamo garantire sicurezza a 60 milioni di cittadini italiani". Lo dichiara Antonio Tajani, vicepremier, ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia, parlando a margine del convegno organizzato dal partito al Teatro Politeama a Palermo.
LA SPONDA DI MATTEO ANCHE CON ELON CHE FA IRRITARE MELONI
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/politica/2025/03/22/news/meloni_volenterosi_salvini_vance-424078573/
L’offensiva è partita. Il protagonista è Matteo Salvini, ma la regia conduce fino al fondatore di Tesla. Perché la galassia di Elon Musk non tollera rifiuti, né accetta che Giorgia Meloni freni sull’adesione a Starlink. È il patron di Tesla ad aver avvicinato il leghista a J.D. Vance, fino alla telefonata realizzata ieri dopo dieci giorni di contatti tra gli sherpa.
E sono uomini vicini al multimiliardario ad accompagnare questa pressione con messaggi cifrati sempre più frequenti. Ieri il più oscuro, quasi esoterico. E allarmante, per Palazzo Chigi. Che infatti, a sera, osserva con pesante irritazione il tentativo di accerchiamento e la forzatura pubblica dell’alleato.
Il braccio operativo di Musk è sempre Andrea Stroppa, referente italiano del fondatore di Tesla. Martedì scorso aveva scritto, misterioso: «Settimana interessante», con accanto la bandiera italiana e quella americana. Ieri mattina, di nuovo: «Giornata interessante», e i due vessilli. Sapeva dell’imminente colloquio, voleva farlo sapere. Poco dopo, il segnale più pesante: «Per gli appassionati di basket! Stasera all’1 match Heat vs Rockets».
Una partita in effetti in calendario. Ma soprattutto un messaggio in bottiglia, spiegano fonti informate: i simboli delle due squadre sono infatti una fiamma e un razzo che buca una galassia (omaggio alle imprese del complesso militare-industriale di San Diego, dove è stato fondato il club). E dunque, per chi deve capire: la fiamma cara a FdI contro i missili di Elon. Il primo atto di una battaglia.
La telefonata dalla Casa Bianca arriva attorno alle 16. Vance è nella situation room. Parlano di tutto, e naturalmente implicitamente anche di Starlink. «Sui satelliti — dice il vicepresidente americano, secondo quanto riferiscono — la tecnologia americana è la più avanzata. Vi possiamo dare una mano». In effetti, è proprio investendo su Salvini che l’amministrazione Usa preme su Palazzo Chigi.
Lo fanno anche gli uomini di Musk, lasciando intendere che il fondatore di Tesla — decisivo nell’erigere il ponte politico tra Donald Trump e Giorgia Meloni — potrebbe ora orientare verso il leghista la propria benedizione. Soprattutto se la presidente del Consiglio non dovesse soddisfare una richiesta che consideravano già in tasca: il contratto tra il governo e SpaceX per garantire all’Italia i servizi di Starlink.
[…] Il segretario del Carroccio vuole il sigillo con un viaggio negli Stati Uniti. Intende realizzarlo entro maggio, possibilmente prima che Meloni metta piede alla Casa Bianca. Ecco perché negli ultimi giorni sono circolate voci, non confermate, di una missione della premier a Mar-a-Lago. Ed ecco perché i ritardi della visita a Trump tengono in vigile attesa Palazzo Chigi: non sarà anche il caso Starlink ad aver inceppato il processo?
Di certo, qualcosa si è inceppato sul fronte del dialogo tra SpaceX e il governo. La bozza di contratto circolata nei mesi scorsi non è mai stata firmata. L’Italia ha iniziato a guardare al progetto satellitare alternativo, quello francese di EutelSat. Nel ddl Spazio non si è aperto l’atteso varco per le tecnologie di Musk, anzi: lo sguardo è rivolto all’Europa. Una circostanza che ha spinto Stroppa a una sconfessione pubblica di FdI.
[…] A sera, Salvini sfoggia la solita strategia: dopo la benzina, l’acqua per spegnere l’incendio. «Il governo è unito più che mai. Non riusciranno a farmi litigare con Giorgia». Non è detto che “Giorgia” sia disposta a prendere lo stesso impegno.