ZAIA SI FA LA “SUA” LEGA – IN VENETO È PARTITA LA RACCOLTA FIRME CHE CHIEDE DI SBLOCCARE IL QUARTO MANDATO PER IL “DOGE”. IL GOVERNATORE FINGE DI CHIAMARSI FUORI: “NON L’HO PROMOSSA IO, MA È UNA CHIAMATA DI POPOLO. NON STO PORTANDO AVANTI BATTAGLIE PERSONALI” – I SEGNALI DI FUMO DI DE LUCA E SALA E IL FANTA-SCENARIO DI UN “PATTO DEL BACCALÀ” CON IL PD: I DEM NON HANNO NOMI FORTI DA CONTRAPPORRE ALLA DESTRA, E SE L’’EX PR E I SUOI COLONNELLI VENETI ARRIVASSERO ALLA SCISSIONE…
1. LA LIGA VENETA AVVIA LA RACCOLTA FIRME PRO-ZAIA. IL GOVERNATORE: “È UNA CHIAMATA DI POPOLO”
Estratto dell’articolo di Matteo Pucciarelli per www.repubblica.it
“Nessun astio verso gli alleati”, mette quasi le mani avanti il segretario della Liga veneta, Alberto Stefani. Ma piuttosto “la consapevolezza dell’importanza di stare in mezzo alla gente”. Il non detto: non come i nostri alleati.
La battaglia per il Veneto […] si anima con la campagna leghista denominata ‘Il Veneto ai veneti’. Una raccolta firme che ha superato le 10 mila adesioni tra i banchetti organizzati dal partito nelle ultime 48 ore e che chiede di sbloccare un nuovo mandato (sarebbe il quarto) per Luca Zaia.
Che ora commenta: “Io non ho promosso questa raccolta di firme, ringrazio per questa attestazione di stima, è una chiamata di popolo: non sto portando avanti battaglie personali, quello che dovevo dire l'ho detto”.
La vicenda è nota: il presidente sarebbe a fine corsa, secondo le norme sul tetto dei mandati, cioè non più di due consecutivi. E sia Fratelli d’Italia che Forza Italia avanzano pretese per la guida della coalizione alle prossime regionali, che dovrebbero tenersi questo anno. “La scelta del candidato spetta comunque alla forza che esprime 159 sindaci e 1.178 amministratori”, rivendica la Liga veneta.
Una battaglia che per adesso il Carroccio veneto […] è determinato a portare avanti anche a costo di spaccare il centrodestra. La costruzione di una coalizione senza FdI e FI è a buon punto, se gli alleati volessero invece insistere per scippare la guida ai leghisti.
MATTEO SALVINI - LUCA ZAIA - FOTO LAPRESSE
“Il limite dei mandati è un retaggio storico che limita la libertà del voto”, dice Stefani parlando con Affaritaliani. E su questo, allineandosi col pensiero del presidente campano (ed esponente del Pd) Vincenzo De Luca, ma pure al sindaco di Milano Beppe Sala. […]
2. ZAIA IV. L’ULTIMA SFIDA
Estratto dell’articolo di Gianfrancesco Turano per https://lespresso.it/
Sul motoscafo diretto in fondo al Canal Grande, a palazzo Ferro Fini dove ha sede il consiglio regionale del Veneto, il moto ondoso della politica agita i passeggeri. Il grosso degli imbarcati, composto dai due terzi di deputati regionali leghisti che non saranno rieletti, teme la débâcle.
Il sogno è un’alleanza, inedita da queste parti, con il Pd per fermare i meloniani. Salviniani moderati e democrat non troppo bolscevichi potrebbero unirsi per sbarrare la strada a un candidato Fdi. Difficile ma non impossibile.
luca zaia alla fiera del folpo di noventa padovana
In fondo, chi mugugna in motoscafo ha un dna segnato dai quindici anni di regno del liberal-forzista Giancarlo Galan e da altrettanti del suo successore verde pallido Luca Zaia. Perché da queste parti si vota prima l’uomo e poi il partito. Di mandati Zaia ne ha già fatti tre e mezzo e vuole a tutti i costi il quarto. Il primo soccorso rosso lo ha già ricevuto a livello nazionale dal sindaco di Milano Beppe Sala e dal suo collega napoletano Gaetano Manfredi, che è anche presidente dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani. L’abitualmente cauto Zaia ha evocato addirittura lo scontro nel centrodestra, procurandosi l’accusa di affamato dal forzista Maurizio Gasparri.
Se questo è l’inizio, i mesi a venire saranno bollenti sia per la maggioranza al governo, sia per l’opposizione. Il Veneto è il grimaldello più potente per chi vuole scalzare la regola del doppio mandato. Più della Campania dove Vincenzo De Luca è da tempo ai ferri corti con la segreteria del Pd.
La battaglia di Nord-Est può decidere le sorti della legislatura perché riguarda una regione economicamente trainante[….]. È anche una battaglia con un insolito risvolto internazionale, visto che fra poco più di un anno saranno inaugurate le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina.
[…] La gestione senza troppe scosse di Zaia è stata premiata dal 76,8 per cento dei votanti nel settembre 2020 con quaranta seggi su cinquanta.
Il profilo cauto non ha impedito all’ex pr di discoteche di prendere posizioni eretiche. Per esempio, a favore della legge sul fine vita, peraltro bocciata dal Consiglio Regionale a gennaio 2024 anche grazie ai voti di qualche leghista e di qualche zaiano, oltre a Fi e a Fdi. L’ipotetico dualismo con il segretario Matteo Salvini non si è mai concretizzato in antagonismo.
Né succederà adesso che la Lega è un partito a rischio di estinzione, addirittura minacciato di scalata da parte di un debuttante della politica come Roberto Vannacci. Proprio per questo il Veneto è la trincea del Piave visto che in Lombardia si voterà nel 2028.
luca zaia a che tempo che fa 3
La scelta di Zaia è chiara: vuole restare dov’è. Le alternative circolate per compensarne la presunta fame sono di scarsa attrattiva. È già stato ministro e non si è divertito. La presidenza di un’azienda pubblica, magari sottratta al tetto dei 240 mila euro annui di retribuzione, lo metterebbe in panchina. D’oro ma pur sempre panchina. Sindaco di Venezia dopo Luigi Brugnaro? Difficile anche questo. Sembra molto più attraente e certo più divertente la presidenza del Coni che Giovanni Malagò, altro artefice dei Giochi 2026, dovrà lasciare.
[…] Su un eventuale patto del baccalà con la Lega non ci sono posizioni ufficiali del Pd. Elly Schlein non sarebbe a favore. Ma in sede locale […] si dialoga quanto meno su una desistenza. Il primo partito di opposizione non ha chance alle regionali. Grillini non pervenuti. Sarebbe così pazza l’idea di appoggiare il listone Zaia-Lega? No, se lo scontro evocato dal Doge si trasformasse in rottura.
ATTILIO FONTANA - VINCENZO DE LUCA - LUCA ZAIA
A volerlo nobilitare con la storia, questo inciucio è discendente diretto della realpolitik Prima repubblica quando la Dc si accordava con i comunisti su base locale senza mai ammetterli nelle coalizioni del governo nazionale. In tempi molto più recenti, c’è il governo di Mario Draghi, un omnibus Lega-Fi-Pd-M5S con la sola Giorgia Meloni all’opposizione.
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