“ANTONIO CONTE È LA PROFEZIA CHE SI AUTOAVVERA” – PAOLO CONDÒ: “LA FAMA DI RAPIDO COSTRUTTORE DI SQUADRE CHE LO PRECEDE GLI SPIANA LA STRADA NELLO SPOGLIATOIO” – “IL DERBY DELLA CAPITALE È STATA UN’ALTRA RECITA A SOGGETTO DI CLAUDIO RANIERI, CAPACE DI LEGGERE NEL REIETTO PELLEGRINI LE STIMMATE DEL PROTAGONISTA. QUANDO ALLENA I GIOCATORI RANIERI È CERTAMENTE BRAVO. QUANDO ALLENA I LORO CUORI, DA VARDY A PAVOLETTI, DA TOTTI A PELLEGRINI, È SEMPLICEMENTE IL MIGLIORE…”
Estratto dell’articolo di Paolo Condò per il “Corriere della Sera”
Tre 0-0 in sette partite disegnano una giornata di campionato che ha spostato il suo epicentro a Riad, dove stasera un derby di Milano fuori sede assegnerà la Supercoppa […]
Al Napoli non è dispiaciuto restare in Italia, per quanto sia stata l’ennesima penitenza dovuta al flop della scorsa stagione. È tornato davanti a tutti, e i tre gol di Firenze sono stati firmati da tre acquisti della scorsa estate, Neres, Lukaku e McTominay.
Il particolare apre la strada a una riflessione sull’efficacia del lavoro di Antonio Conte, un veni vidi vici che funziona ovunque, dalla Juve alla Nazionale, dal Chelsea all’Inter, dal Tottenham […] al Napoli. Conte ormai è la classica profezia che si autoavvera, perché la fama di rapido costruttore di squadre che lo precede gli spiana la strada nello spogliatoio.
Non deve perdere tempo a convincere i giocatori a seguirlo, com’è successo per esempio a Fonseca al Milan, perché lo storico dei suoi risultati li riempie di aspettative, e aderire in toto ai dettami dell’allenatore è l’ovvia precondizione per realizzarle.
Semmai può essere stressante dimostrarsi sempre all’altezza di ciò che loro si attendono da lui, ma gli anni sabbatici a questo servono: a ricaricare le batterie. Il Napoli ha vinto a Firenze con spietata bellezza, una squadra di adulti che controlla lo slancio dei ragazzi avversari e li punisce a ogni ingenuità.
Una lezione, come l’ha giustamente definita Palladino, cui il calendario offre ora la chance per ripartire (il Monza) dopo il passaggio a vuoto che ha fatto scendere la Viola dall’attico, e che ha nella grande paura per Bove un alibi da considerare.
Cala anche la Lazio, che esce piena di lividi dal ciclo di scontri diretti — ha vinto a Napoli, ma all’Olimpico ha fatto pari con l’Atalanta e ha perso dall’Inter e ieri sera dalla Roma. Il derby della capitale, al di là del rissoso finale, è stata un’altra recita a soggetto di Claudio Ranieri, capace di leggere nel reietto Pellegrini le stimmate del protagonista così come, in un’altra epoca, bene interpretò l’angoscioso amore di Totti e De Rossi e le sue possibili conseguenze.
Il calcio è una storia di uomini, e il modo in cui usano i piedi conta ma non è esaustivo. Quando allena i giocatori Ranieri è certamente bravo. Quando allena i loro cuori, da Vardy a Pavoletti, da Totti a Pellegrini, è semplicemente il migliore.
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