
ARTE DO BRASIL – ALLA ROYAL ACADEMY DI LONDRA UNA MOSTRA RACCONTA LA NASCITA DEL MODERNISMO A SAN PAOLO, QUANDO LA CITTÀ ERA LA “NEW YORK DEL SUDAMERICA” – “IN BRASILE NON TROVARONO RIFUGIO SOLO BIECHI NAZISTI IN FUGA DOPO IL 1945 (MENGELE E AFFINI). GIÀ NEGLI ANNI 30 MOLTI EBREI SCAPPATI DALL'EUROPA DELL'EST SI ERANO STABILITI QUI. ANCHE TANTISSIME FAMIGLIE ITALIANE CERCARONO FORTUNA DA QUESTE PARTI - LA SENSAZIONALE RACCOLTA DI DISEGNI DI VICTOR HUGO...
Antonio Riello per Dagospia
Palme, sole, balli tropicali, calcio per strada, musica, frutta esotica e corpi atletici. Questo è il mantra brasiliano prodotto dagli spensierati stereotipi folcloristici. Il tipico effetto collaterale del turismo di massa. Poche persone conoscono la complessità di questo grande paese e la sua notevole storia culturale.
BRASIL! BRASIL! The Birth of Modernism, la mostra in corso a Londra presso la Royal Academy (con il contributo del Kunstmuseum di Berna e la curatela di Fabienne Eggelhofer, Robertina Saraiva Coutinho, Adrian Locke) è finalmente un'ottima occasione per imparare qualcosa sul "lato ignoto" dell'ex colonia portoghese. In sintesi, il Modernismo in Arte non fu solo una faccenda Europea (giocata sul solito triangolo Parigi, Berlino, New York), anche il Brasile fece la sua parte.
brasil brasil the birth of modernism
Intanto una nota geografica. Dimentichiamoci delle atmosfere rilassate di Rio, Salvador de Bahia, Recife e pure dell'esclusiva e magnifica Trancoso. Bisogna fare attenzione alla città piu' importante (dove i turisti di solito non vanno, se non di passaggio): San Paolo. La vera "capitale morale" ed economica.
Il luogo dove la borghesia post coloniale, rimpolpata ampiamente anche da immigrati si è rigogliosamente sviluppata. Università, la Biennale di San Paolo, musei, teatri, gallerie d'arte.
Una vita intellettuale assolutamente brillante. Anche oggi (seppure piagata da una micro-criminalità a livelli da record) rimane il cuore pulsante della nazione. Tra gli anni 20 e la metà degli anni 60 del secolo scorso questa metropoli è stata davvero la New York del Sud America. Era, per certi versi, più giovane e spregiudicata di Buenos Aires.
lasar segall paesaggio brasiliano
E comunque in Brasile non trovarono rifugio solo biechi nazisti in fuga dopo il 1945 (Mengele e affini). Già negli anni 30 molti ebrei scappati dall'Europa dell'Est si erano stabiliti qui. Anche tantissime famiglie italiane - sia prima che dopo la guerra - cercarono fortuna da queste parti dando vita da una comunità molto apprezzata: il "Dante Alighieri", Liceo italiano, è stato considerato per lungo tempo la migliore scuola superiore di tutta San Paolo.
L'allestimento della Royal Academy è davvero molto ben fatto (superiore alla abituale qualità, già piuttosto alta). La mostra è assolutamente super interessante sul piano delle informazioni e della documentazione (un ricco catalogo la accompagna). Ad ogni personaggio è dedicata una intera sala.
Anita Malfatti (di origine italo-tedesca, 1889-1964). Anche se le sue opere rimangono legate ad atmosfere ottocentesche fu la energetica creatrice della "Semana de Arte Moderna", l'evento fondamentale per l'affermazione del Modernismo nelle Arti a San Paolo. Importante soprattutto come organizzatrice culturale.
candido portinari migrants 1944
Roberto Burle Marx (1909-1994) è stato uno dei più importanti architetti di esterni del XX Secolo. Faceva la spola tra Berlino e il natio Brasile. Ha collaborato con Lucio Costa e Oscar Niemeyer (sono frutto del suo ingegno gli splendidi giardini di Brasilia).
Lasar Segall (1889-1957) di famiglia israelita fuggita dai pogrom lituani si spostò a San Paolo. Partecipò successivamente alle vicende dell'Espressionismo tedesco. Fu sempre molto sensibile alle ingiustizie sociali e i suoi dipinti spesso mostrano la vita e l'ambiente delle favelas.
Tarsila do Amaral (1886-1973) il suo nome è probabilmente il più noto e fu il vero trait d'union tra Parigi e la capitale paulista. Figlia di ricchi proprietari terrieri, dopo la crisi del 1929 spostò i suoi interessi creativi verso le classi meno agiate. Assieme ad Ostwald de Andrade scrisse il "Manifesto Antropofàgo" dove si teorizzava la capacità dell'Arte brasiliana di nutrirsi delle esperienze delle avanguardie europee.
Vicente do Rego Monteiro (1899-1970) anche lui un habitué di Parigi. Poeta oltre che pittore, fu il primo a porre al centro della sua ricerca artistica la cultura indigena. Un attivista della prim'ora.
Candido Portinari (1903-1962) si pose il problema di creare un'Arte nazionale attraverso l'uso di forme astratte (o comunque assai stilizzate). Ebbe indubbiamente un certo successo internazionale. E' l'autore del grande murale "Guerra e Pace" realizzato (tra il 1952 e il 1956) per il Palazzo delle Nazioni Unite di New York.
brasil brasil the birth of modernism
Flàvio de Carvalho (1899-1973). Pittore, architetto, produttore teatrale, fu un vero e proprio surrealista tropicale. Viaggiò in Europa a lungo e importò nel suo paese una certa attitudine ironica e sfrontata.
La sua performance Experiencia N 3 (1956) è stata epocale: vestito da donna (gonna e calze a rete incluse) passeggiò per un'oretta in mezzo alla folla lungo le vie centrali di San Paolo. Fu deriso e quasi malmenato, ma aveva fatto la Storia. Decisamente avanti! (Grayson Perry è arrivato solo 50 anni dopo).
Djanira da Motta e Silva (1914-1979). Dopo una esperienza formativa a New York iniziò a lavorare a Bahia. La cultura popolare (compresa quella magica del Candomblè) distingue la sua ricerca. Una colorista solo apparentemente naive, le cui vibrazioni etnico-artistiche sono molto in sintonia con quelle degli artisti di oggi. Impegno e colore.
Alfredo Volpi (1896-1988). Pittore autodidatta di origine italiana. Grande ammiratore di Paul Klee, lo ha fatto conoscere ai brasiliani. Manifestamente alcune sue opere si richiamano direttamente a Klee.
Gerardo de Barros (1923-1998) ha fondato il movimento del Concretismo. Nella sua lunga carriera ha usato la Fotografia e progettato mobili ed oggetti. Uno spirito eclettico che amava sperimentare.
Rubem Valentim (1922-1991). Un bravo scultore con una forte e genuina passione per la cultura africana (arrivata in Sud America con la schiavitù) e le sue contaminazioni. Motivi e stilemi dal continente nero in salsa modernista.
La Biennale Arti Visive di Venezia del 2024, molto attenta all'America Latina, ha fatto scoprire al grande pubblico un gruppo di artisti significativi che, per le loro coordinate geografiche australi, raramente avevano avuto il meritato accesso alla ribalta internazionale. Tra questi, la italo-brasiliana Anna Maria Maiolino è probabilmente il nome più importante e ricorrente.
brasil brasil the birth of modernism
BRASIL! BRASIL! in pratica descrive con cura l'epica generazione di intellettuali che ha preceduto e tenuto a battesimo la sua ricerca.
Sempre nei locali della Royal Academy c'è la possibilità di vedere, fino al 29 Giugno, una sensazionale raccolta di disegni. Una settantina di opere su carta che assieme all'inchiostro impiegano anche materiali inusuali come caffè e cenere. L'autore? Una sorpresa: si tratta del versatile Victor Hugo (1802-1885). Lo scrittore simbolo del Romanticismo francese aveva infatti l'hobby (quasi segreto) del disegno. E se la cavava proprio bene. Un'abilità tecnica di livello tutt'altro che amatoriale. L'acquerello "The Cheerful Castle" (1874) fa immaginare il possibile (e promettente) inizio di un suo avventurosissimo romanzo mai scritto.
BRASIL! BRASIL! The Birth of Modernism
(fino al 21 Aprile)
ASTONISHING THINGS: The drawings of Victor Hugo
(fino al 29 Giugno)
Royal Academy of Arts
Piccadilly, Londra W1J 0BD
flavio de carvalho 03
victor hugo
djanira da motta e silva
tarsila do amaral, ca. 1925
vicente de rego monteiro tennis
candido portinari work for united nations hq in ny
flavio de carvalho performance experiencia n 3 1956
rubem valenim 02
cobweb victor hugo
alfredo volpi 01
mushroom victor hugo
masp sao paulo
djanira 3 orishas 1966
tarsila do amaral sceconda classe 1933
cheerful castle victor hugo
octopuis by victor hugo
anita malfatti ritratto di mario de andrade