
CI SIAMO GIOCATI PURE JULIO VELASCO: ORMAI, IN VERSIONE PARAGURU, DISPENSA OPINIONI SU TUTTO - IL CT DELL'ITALVOLLEY FEMMINILE SI LAMENTA PER L’ASSENZA DELLA RUSSIA NEGLI SPORT DI SQUADRA: “TROVO SCANDALOSO CHE L'OCCIDENTE CONTINUI A COMPRARE GAS DA MOSCA MENTRE I GIOVANI RUSSI NON POSSONO PRATICARE LO SPORT DI SQUADRA A LIVELLO INTERNAZIONALE” -MANCA SOLO CHE VELASCO DISPENSI STRATEGIE PER LA DIFESA DEL KURSK E DIA LA VERA RICETTA DELL’ASADO ARGENTINO…
Angelo Di Marino per la Stampa - Estratti
L'oro in testa.
JULIO VELASCO DOPO LA VITTORIA DELLA NAZIONALE FEMMINILE DI PALLAVOLO ALLE OLIMPIADI
«Parigi? Per carità, dobbiamo dimenticare di aver vinto le Olimpiadi». Julio Velasco non si smentisce mai. L'uomo che ha riscritto la storia dello sport italiano è come al solito sfidante. Nell'anno dei Mondiali di volley, in cui la sua Italia campione olimpica parte da strafavorita, è già in modalità competizione. Immerso nella sua pallavolo che è tutt'uno con il mondo che la circonda.
Allora, Julio, nel 2025 viene il bello o il difficile?
«Viene il bello e il difficile. Bello perché abbiamo una squadra forte, una squadra bella da allenare. Difficile perché sappiamo che dopo una vittoria importante c'è un anno complicato. Non si sa perché, però è sempre così».
(…)
Che sport è senza la bandiera della Russia?
«Agonisticamente la non presenza di una potenza sportiva come la Russia si sente. Nella pallavolo è un'assenza pesante, sia in campo maschile che in quello femminile».
E oltre al volley?
«Penso anche all'atletica, al basket e a molto altro. Detto questo, io sono per una difesa dell'Ucraina senza se e senza ma».
Crede nella pace?
«Ci spero. Ma trovo scandaloso che l'Occidente continui a comprare gas da Mosca mentre i giovani russi non possono giocare, non possono praticare lo sport di squadra a livello internazionale. Lo trovo scandaloso. E non è la prima volta. Penso al boicottaggio all'Olimpiade di Los Angeles, a quello ai Giochi di Mosca, quello a metà di Seul: di mezzo ci va sempre le sport».
Il mondo gira così...
«Intanto, gli affari li fanno dappertutto. A rotta di collo, senza problemi. Ma perché un ragazzo russo non può giocare campionati giovanili di pallavolo? Perché il suo governo fa una cosa che non deve? Allora se cominciamo così andiamo a vedere tutti i Paesi i cui governi fanno cose che non dovrebbero fare e li lasciamo fuori dalle competizioni sportive».
Chi è senza peccato scagli la prima pietra.
«Lo dico da argentino: avremmo dovuto essere radiati quando c'era la dittatura militare in Argentina? La Nazionale di pallavolo non avrebbe dovuto giocare? Se fosse accaduto si sarebbe solo alimentato il nazionalismo argentino, così come ora si alimenta quello russo».
Sanzionare sportivamente la Russia, quindi, non è una cura al male?
«Non è così che si combatte, al contrario. Abbiamo visto anche un direttore d'orchestra russo estromesso dai concerti. Ma sono cose da pazzi. Poi quando arrivano gli affari è tutto a posto, arrivederci e grazie. E dei ragazzi che non giocano invece a chi importa?».
Qui c'è l'Ucraina di mezzo, con Trump che imperversa: sarà lui l'uomo della pace?
«Io credo che alla pace in Ucraina si arriverà, non è la situazione della Palestina, lì sì che è arduo. In Medio Oriente è molto difficile immaginare una pace ed è una situazione complessa da tantissimi anni. Questa non è che sia facile, però non si è arrivati al punto di non ritorno. È chiaro che resta molto problematico trovare un accordo».
giovanni malago con julio velasco
Sembra una strada tortuosa.
«La pace non si raggiunge solo con le buone intenzioni. È bello dire "No, ma io sto con la pace, gli altri no, quelli sì...". Non è politica questa, voglio solo dire che per me è scandaloso che non si faccia giocare i giovani russi ma non voglio che si confonda questa mia affermazione. Ripeto: la Russia è il Paese invasore e l'Ucraina è il Paese invaso, senza se e senza ma».
Chiaro. Di sofferenza però nel mondo ce n'è davvero tanta. C'è anche un Papa argentino che sta male.
«Sto leggendo, però non vado oltre i titoli. È una persona di una certa età che ha complicazioni. Lasciamolo in pace».
Il mondo si interroga su cosa possa succedere in Vaticano con Francesco in ospedale così tanto tempo.
«Ho sempre trovato una cosa molto anacronistica che il Papa debba stare lì fino all'ultimo giorno. Quando un uomo arriva a una certa età con determinati problemi può tranquillamente fare le sue considerazioni. È così, arriva un momento che per malattia, per vecchiaia, è più il tempo che sta lì con i medici che quello per fare il suo lavoro».
Ancora un passaggio in Argentina: al processo per la morte di Diego Maradona è stata esibita la foto choc del suo corpo sfinito. Come un pugno nello stomaco pensando alla figura del grande campione.
«Fa un certo effetto, così come fu per la morte di Michael Jackson, di Whitney Houston.
Star che muoiono in condizioni penose perché l'animo umano è complesso, così come gestire la fama estrema. Far vedere la sofferenza di una persona nei suoi ultimi giorni, secondo me non è giusto. In questo vale il senso del pudore, almeno per me».
Parliamo ancora di pallavolo? Ci sono gli azzurri di Fefè De Giorgi che guardano alla Nazionale femminile come a un esempio, a uno sprone. I ragazzi hanno un Mondiale da difendere.
«A De Giorgi non mancano i giocatori, quello che manca invece è l'ambiente per il quale vincere un Mondiale è poca cosa finché non si vince l'Olimpiade. A quel punto, è molto difficile da gestire per i ragazzi che arrivano a questo Mondiale come campioni in carica.
Vi sembra poca cosa? C'è qualcosa che non va nella cultura sportiva in Italia. Sa cosa ho detto a Fefè?».
Immagino, ma dica.
«Scherzando gli ho detto "Tu devi fare un programma in cui perdi tutte le partite da qua a Los Angeles 2028", meno quelle delle qualificazioni, ovviamente. Così magari arriva con la squadra più tranquilla...».
Un modo per mettere le mani avanti.
«Sì, è giusto mettere le mani avanti, caspita! La cosa più difficile per un giocatore è l'obbligatorietà di vincere. Guardiamo la Juve, guardiamo Jacobs, guardiamo Tamberi. L'idea che se vinci una volta devi vincere sempre è micidiale».
Capisco, ma alla sua bellissima Italia si può solo chiedere di vincere ancora.
«Se tu gestisci la mente, poi giochi male e perdi non c'è discorso che tenga. E magari è perché l'altro ha giocato meglio».
Che si aspetta quando ritroverà le sue campionesse olimpiche?
«Mi aspetto di trovare un bellissimo gruppo di ragazze consapevoli della loro forza. Però, dobbiamo dimenticare Parigi. Dobbiamo proprio dimenticare Parigi».
Noi però Parigi non la dimentichiamo.
BERNARDI VELASCO
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julio velasco
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