“L’ATLETICA ITALIANA STA VIVENDO UN PERIODO ECCEZIONALE. LA NOSTRA È UNA DELLE SQUADRE PIÙ FORTI D’EUROPA E DEL MONDO” - IL "DIO DI MARATONA" STEFANO BALDINI, ORO OLIMPICO AD ATENE 2004 AL PODCAST “BSMT” PUNGE TAMBERI CHE AVEVA DETTO “NON ME LO MERITAVO”, DOPO L'ELIMINAZIONE NELLA FINALE DI SALTO IN ALTO A PARIGI 2024. “LO MERITANO IN TANTI. QUELLI CHE SI QUALIFICANO PER LA FINALE, NON ARRIVANO LÌ PER CASO MA PERCHÉ LO HANNO MERITATO GIORNO E NOTTE” – E POI JACOBS, TORTU, BATTOCLETTI, LE POLEMICHE PER GLI ATLETI CHE HANNO FESTEGGIATO COME UNA MEDAGLIA IL QUARTO POSTO E I RAGAZZI CHE OGGI FATICANO AD ACCETTARE LA SCONFITTA: "MA GLI ALTRI SPESSO SONO PIU' BRAVI DI NOI" – VIDEO
Francesco Persili per Dagospia
“L’atletica italiana sta vivendo un periodo eccezionale. La nostra è una delle squadre più forti d’Europa e del mondo”. Stefano Baldini, che ha vinto a 33 anni ad Atene 2004, l’oro olimpico nella maratona, parla al “BSMT”, il podcast di Gianluca Gazzoli, del boom degli atleti azzurri.
“Oggi è più difficile, c’è un mondo intero che fa sport. Ho fatto il ct delle giovanili quando crescevano i nostri campioni. Sembrano tutti nati pronti. Tamberi era già fortissimo e sportivamente folle come oggi, anche Jacobs, che corre i 100 metri a Parigi e arriva quinto con un tempo stratosferico in 9.85, mi impressionò.
All’epoca era protagonista nel salto in lungo, aveva battuto il record juniores di Howe. E Nadia Battocletti è come Sinner, a 13 anni già esibiva le sue qualità. Filippo Tortu? Non ha ancora raggiunto i risultati che sono nelle sue possibilità”.
Born to run. Il Dio di Maratona ripercorre il viaggio della sua vita che lo ha portato al trionfo olimpico. “Il lunedì prima della gara a Modena, un dobermann mi viene incontro e prova a mordermi, mi graffia solo un ginocchio. Me la sono fatta addosso, ho dovuto tirargli 4-5 calci per allontanarlo. L'ho interpretato come un segnale”.
E poi la colonna sonora di “Buoni e cattivi” di Vasco per darsi la carica prima della gara, l’inizio lentissimo, i crampi (“correvamo talmente piano che la mia corsa non era quella mia”), il battistrada Vanderley de Lima “che viene fermato da un prete irlandese” (“Non abbiamo visto nulla, fortunatamente, perché una cosa del genere ti condiziona”), la cavalcata che diventa trionfale a 4 km dal traguardo:
“Ero in controllo della mia situazione. Mantengo la mia andatura. Arrivo dentro lo stadio Panathinaiko da solo sulla pista nera. L’ultimo giro cosa ho pensato? Un peccato che sia durato così poco. Ci credevo e ci credevamo in pochi. Sapevo che prima o poi dovevo passare dalla cassa a riscuotere. Certe volte non accade, continui a fare sport senza risultati, in quel caso ho concretizzato molto più di quello che avevo seminato. Tutti i sacrifici sono tornati indietro”.
“Non me lo meritavo”, sono state le parole di Tamberi dopo l'eliminazione nella finale di salto in alto a Parigi 2024. Baldini puntualizza: “Il discorso va bene, ma lo meritano in tanti. Quelli che si qualificano per la finale, non arrivano lì per caso ma perché lo hanno meritato giorno e notte”
L’ex maratoneta azzurro riflette anche sulle polemiche che hanno accompagnato diversi atleti che hanno festeggiato come fossero andati a medaglia il quarto posto: “Partecipare alle Olimpiadi è la soddisfazione che ripaga una vita di lavoro. Anche un risultato negativo si accetta più volentieri perché i Giochi sono qualcosa di molto difficile”.
Sulle difficoltà che hanno i più giovani. “Accettare la sconfitta oggi è più difficile rispetto a una volta. I ragazzi oggi sono abituati ad avere tanto, molto presto, e quindi a metterci meno tempo ad arrivare a un risultato. Questa abitudine si scontra con la programmazione olimpica che ci porta a Los Angeles 2028. Faccio fatica a parlare di medio-lungo termine con i giovani. Uno sportivo ha bisogno di tempo per costruire un risultato. Io ho vinto a 33 anni l’oro olimpico. Poteva anche non arrivare perché spesso gli altri sono più bravi di noi”.
stefano baldini foto mezzelani gmt
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