CHE FINE HA FATTO IL RITRATTO DEL DOTTOR GACHET DI VINCENT VAN GOGH? NEL 1990, QUANDO FU BATTUTO ALL’ASTA DA CHRISTIE’S A MANHATTAN, IL QUADRO STABILÌ IL RECORD DI OPERA D’ARTE PIÙ COSTOSA MAI VENDUTA ALL’INCANTO, RAGGIUNGENDO LA CIFRA RECORD DI 82,5 MILIONI DI DOLLARI – DA ALLORA IL DIPINTO È PASSATO DI MANO IN MANO FINO A SPARIRE NEL 1998: NESSUNO L’HA PIÙ VISTO, MA TUTTI GLI INDIZI PORTANO A UNA VILLA ITALIANA A LUGANO, OGGI DI PROPRIETÀ DI…
Articolo di Michael Forsythe , Graham Bowley , Elisabetta Povoledo per “The New York Times” pubblicato da “la Repubblica”
Il 15 maggio 1990, quando fu battuto da Christie’s a Manhattan, un quadro di Vincent van Gogh, Ritratto del dottor Gachet , stabilì il record di opera d’arte più costosa mai venduta all’asta, ceduta a un magnate giapponese della carta per 82,5 milioni di dollari. Dipinto nel giardino del medico dell’artista nel giugno del 1890, fu completato poche settimane prima del suicidio di van Gogh. Il senso di malinconia che irradia il medico trasmette, scrisse l’autore all’amico Paul Gauguin, «l’espressione straziata del nostro tempo». Considerato uno dei suoi capolavori, potrebbe valere 300 milioni di dollari o più, secondo gli esperti.
Per gran parte del Ventesimo secolo, è stato esposto allo Städel Museum di Francoforte e al Met di New York.
Ma da quel giorno del 1990 da Christie’s è quasi scomparso e la sua collocazione è diventata uno dei più grandi misteri del mondo dell’arte. L’acquirente giapponese fu ben presto rovinato da uno scandalo, condannato e poi morì. Nel 1998, il van Gogh fu venduto privatamente a una persona non dichiarata. Da allora le tracce si sono perse. Per mesi, i giornalisti del New York Times hanno sentito le persone coinvolte nella vendita del 1998 e gli esperti del settore. Uno sforzo che li ha portati dalle case d’asta e dalle gallerie di New York fino a una villa svizzera da fiaba sul lago di Lugano. La questione centrale che guida una ricerca di questo tipo è: le famiglie di collezionisti hanno il dovere morale di condividere opere d’arte iconiche con il grande pubblico?
ritratto del dottor gachet vincent van gogh
[…] Chiunque voglia seguire la storia e il luogo in cui si trova il Gachet farebbe bene a partire da Auvers-sur-Oise, un villaggio fuori Parigi. Quando van Gogh vi scese dal treno, il 20 maggio 1890, aveva 37 anni e si sarebbe ucciso poche settimane dopo. Ma stava per entrare in uno dei suoi periodi più produttivi, durante il quale dipinse Campo di grano con corvi e La chiesa di Auvers . Quello stesso giorno incontrò Paul-Ferdinand Gachet, un medico che aveva studiato i disturbi nervosi.
[…] Dopo il suicidio il quadro passò al fratello Theo e poi alla moglie di Theo, che lo vendette per 300 franchi. Nel 1904 era nelle mani di un conte tedesco. Nel 1911, lo Städel lo acquistò e lo espose. Quando i nazisti presero il potere, le opere di van Gogh e di altri artisti vennero etichettate come «degenerate ». Il Gachet fu confiscato e inviato a Berlino. Mesi dopo, un collaboratore di Hermann Goering lo vendette a Franz Koenigs, un banchiere tedesco.
Il proprietario successivo, un banchiere ebreo-tedesco, Siegfried Kramarsky, portò il ritratto a New York quando emigrò e per decenni, saltuariamente, il dipinto fu in prestito al Met.
I Kramarsky misero all’asta il Gachet nel 1990 e l’offerta vincente fu quella di Ryoei Saito, presidente onorario della Daishowa Paper Manufacturing Co.
Quando i suoi problemi si aggravarono Gachet passò a un creditore, la Fuji Bank, che vendette il dipinto nel 1997 a Wolfgang Flöttl, un finanziere austriaco trasferitosi a New York che aveva sposato Anne Eisenhower, una nipote del presidente. Quando le finanze dello stesso Flöttl si indebolirono, fu venduto di nuovo, privatamente, tramite Sotheby’s, nel 1998. Né il prezzo né l’acquirente furono resi pubblici e il Gachet semplicemente sparì.
Nel corso degli anni ci sono state speculazioni di ogni tipo. Guido Barilla, presidente dell’omonima azienda produttrice di pasta, fu identificato come possibile proprietario. Ma un giornalista tedesco, Johannes Nichelmann, ha contestato questa ipotesi in un podcast del 2019 sul dipinto, commissionato dallo Städel. Qui David Nash, mercante d’arte di Flöttl ed ex Sotheby’s, ha detto che l’acquirente del Gachet era un italiano che viveva in Svizzera. Un giornalista d’arte tedesco, Stefan Koldehoff, nel 2019 ha scritto che da Sotheby’s l’attuale proprietario era conosciuto come “l’uomo di Lugano”.
Le persone che dicono di sapere chi possiede il Gachet sono insider dell’arte, non infallibili ma eccezionalmente ben informati. Quattro di loro hanno detto di credere che sia stato acquistato da una famiglia italiana, gli Invernizzi, che si è trasferita in Svizzera.
ritratto del dottor gachet vincent van gogh 1
Una persona che sembra saperlo è Alexander Eiling, responsabile dell’arte moderna allo Städel. È stato intervistato per il podcast. Quando Nichelmann gli chiede se avesse mai trovato l’opera, resta sorpreso dalla risposta: «Sì», dice Eiling. «Dove si trova?» chiede Nichelmann. «In Svizzera», risponde Eiling, ma il proprietario «non è Barilla».
Eiling ha poi rifiutato di essere intervistato dal Times , ma quando gli è stato detto che un giornalista stava andando a cercare il dipinto in Svizzera ha dichiarato, tramite una portavoce: «Se va a Lugano, sa già dove si trova».
Seguendo un mistero del mondo dell’arte, può capitare di peggio che finire davanti all’imponente Villa Favorita.
Della […] famiglia Invernizzi, che ora la gestisce sotto la tutela di una fondazione. […] Il denaro degli Invernizzi è un’eredità del loro coinvolgimento nella produzione e nella vendita di formaggi — mozzarella, gorgonzola e il delicato Bel Paese — a marchio Galbani, un’azienda che i tre fratelli Invernizzi — Ermenegildo, Achille e Rinaldo — hanno rilevato negli anni Venti e dismesso decenni dopo.
Antonio Invernizzi, morto qualche anno fa, era ancora il patriarca nel 1998, quando gli addetti ai lavori ritengono che la famiglia abbia acquistato il van Gogh. Né lui né il nome degli Invernizzi sono menzionati in un nuovo documentario sul dipinto realizzato da Nichelmann, autore del podcast del 2019. Ma il film mostra il lago e fa riferimento al presunto proprietario del Gachet come a una famiglia di Lugano che ha fatto miliardi nell’industria alimentare e che avrebbe negato di possederlo.
Ora una portavoce della famiglia, Mara Hofmann, dice di non poter confermare questo diniego e rifiuta ulteriori commenti. […]