galeone gasperini allegri

ALLEGRI E GASPERINI, IO LI CONOSCO BENE – GIOVANNI GALEONE APRE LE VALVOLE AL "CORRIERE DELLO SPORT": “ALLEGRI È PIGRO, LO SCEICCO DEL PSG CHIAMÒ PREGANDOMI DI CONVINCERLO A FIRMARE. RIFIUTÒ DICENDO: 'IN FRANCIA GIOCANO A SCAPOLI CONTRO AMMOGLIATI'. HA DETTO NO ANCHE AL REAL. GASPERINI È UN LEADER. SCIENTIFICO" – GLI SCONTRI CON SACCHI: “LUI VOLEVA ADATTARE IL CALCIATORE AL GIOCO. UN GIORNO ANDAMMO INSIEME A VEDERE OLANDA-INGHILTERRA. MI PARLAVA SOLO DI LINEKER. E IO: ARRIGO, TU HAI VAN BASTEN, MANNAGGIA A TE, VAN BASTEN!” - E SUL CALCIO ITALIANO DI OGGI DICE...

Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport - Estratti

giovanni galeone

 

Il Gale non gira mai a vuoto. «Sono vecchio» ripete riassaporando i giorni, gli attimi, gli incontri. Crede di sorprendermi quando dice: «Lo sai che Max mi dà ancora del lei?». 

 

 

(...)

 

Per i più giovani l’84enne Giovanni Galeone non è soltanto un vecchio amico di Allegri ma una sorta di padre («lui e la Checca non hanno avuto figli» mi spiegò un giorno Max). Per qualche giornalista è invece un grillo parlante. Tanti trascurano, o addirittura ignorano, i suoi trentatré anni di panchina, i tanti calciatori che ha formato, le promozioni, la zona alla Galeone, la propensione alla fantasia.

 

giovanni galeone massimiliano allegri

Con questa chiacchierata mi piacerebbe restituirgli qualcosa di suo. «Avevo diciassette anni quando vinsi l’Europeo juniores. In squadra con me c’erano Albertosi, Salvadore, Bruno Bolchi, Corso. Mariolino Corso, capisci? L’anno dopo Facchetti. Giocammo in Bulgaria e in Lussemburgo. In finale battemmo l’Inghilterra di Bobby Charlton... Nell’Ungheria c’era un altro attaccante formidabile Flòrian Albert». 

 

L’Imperatore di Budapest. 

gasperini thiago motta

«E trentatré anni in panchina... Ridendo e scherzando, quattro di settore giovanile, quattro in C2, altrettanti in C1 e la B col Pescara. E anche quattro promozioni dalla B alla A. Nel ‘95-96 presi il posto di Adriano Fedele a Udine, promossi, da allora l’Udinese non è più retrocessa. E sono passati trent’anni. Senti questa, sulla trattativa. Mi trovai a Varese con Sogliano, il ds. Ricky mi mostrò il contratto e io: “Guarda che a Pescara quella cifra la prendevo in un mese”.

 

Chiamò il presidente Pozzo che mi accontentò e aggiunse: “Digli che gli do i soldi che vuole, se saliamo in A. In seguito mi presentò un contratto legato alla salvezza. Ma non esiste, mai fatto un accordo vincolato alla permanenza nella categoria, indegno per chi fa questo mestiere. Con i Pozzo conservo uno splendido rapporto». 

MARCO GIAMPAOLO - MASSIMILIANO ALLEGRI - GIOVANNI GALEONE

 

Dicevamo di Allegri. 

«L’anno dopo Udine andai a Perugia e naturalmente lo feci prendere. Vincemmo subito». 

 

Nonostante la sua pigrizia. 

«Max è pigro e se glielo dici si offende. Livorno, suo padre, la famiglia alla quale è molto legato, Giorgio che gioca a calcio nella Juve e adesso Max è anche diventato nonno, Valentina gli ha dato due nipotini».  

 

In una scala da 1 a 10 quanto è pigro? 

giovanni galeone

«Quando lavorò al Milan gli misero a disposizione un insegnante d’inglese per fare pratica tutti i giorni. Mai ascoltato, non ne aveva voglia». 

 

Un limite notevole. 

«Lo sceicco del Psg telefonò pregandomi di convincerlo ad andare. Tre, quattro anni di contratto, Max avrebbe dovuto crescere Motta che allenava le giovanili e in seguito sarebbe passato in prima squadra. Vai a Parigi, gli ripetevo. Vacci, mister, vincerai tutto». 

giovanni galeone massimiliano allegri

 

E lui? 

«“In Francia giocano a scapoli e ammogliati”. Che gli vuoi dire? Pensa che ha rifiutato il Chelsea due volte nello stesso anno, la seconda perché era appena morta sua mamma. Poi l’Arsenal dopo Wenger. Vedrai che si riprende, dicevo. Non si fidava del progetto. Anche il Manchester United e prima di tornare alla Juve, il Real Madrid». 

 

La motivazione del no a Florentino? 

«Non ci vado per rispetto nei confronti dei club ai quali ho detto no». 

 

Pure bugiardo. Pigro e bugiardo. 

«Ma allenatore straordinario. E un uomo leale, diretto. Sono stato fortunato». 

 

 

In che senso? 

giovanni galeone massimiliano allegri

«Ho avuto lui e anche Piero (Gasperini, nda). Che a Pescara era tutto, non avevamo una gran squadra, l’anno prima era retrocessa, non s’era iscritta e soltanto tre giorni prima dell’inizio era stata riammessa».  

 

Max è pigro, e Gian Piero o Piero? 

giovanni galeone

«Permaloso, un tipo selvatico. Max è fantasioso, intuitivo, Gasperini scientifico, solido, in campo era un professore. Quel Pescara veniva da Catuzzi, uno che la zona la faceva nell’82. Io andavo a vedere il suo Bari perché mi interessava Caricola. Il 4-3-3 lo interpretava benissimo. La squadra aveva assimilato i concetti della zona e Piero la guidava da dietro, bravissimo. Questa te la devo raccontare».  

allegri galeone

 

Devi, devi. 

«A Max e Piero dicevo: “Leggete la partita e quando andate in difficoltà cambiate, se vedo che avete cambiato bene vi dico di proseguire, sennò decido diversamente”...».  

 

Autonomia indotta. 

«Piero non giocava per sé, ma per la squadra. Un martedì mi presento all’allenamento, io di solito parlavo poco. Berlinghieri, che attaccava a sinistra, a un certo punto fa: “Mister, il pallone va sempre a destra, sempre a Pagano, Pagano, Pagano. Piero si alza e ad alta voce: «Senti, Primo, Rocco salta l’uomo dieci volte su dieci, fai altrettanto a sinistra e vedrai che cerchiamo anche te. Mai un problema». 

 

Rimpianti professionali? 

giovanni galeone

«Sbagliai ad andare a Napoli dove mi voleva Diego, me lo disse Moggi. Mazzone non era stato mandato via, s’era dimesso. E se Mazzone si dimette significa che ha capito e nessuno può pensare di fare meglio di lui. In quel periodo mi voleva Viola alla Roma». 

 

 

Indimenticabili i tuoi scontri con Sacchi. 

«Non coltivo il senso dello spartito. Ma quello del talento. Se al piano c’è Rachmaninov il risultato è fantastico, ma se c’è uno da pianobar, ti saluto. Lui voleva adattare il calciatore al gioco. Un giorno andammo insieme a Düsseldorf per Olanda-Inghilterra, Europei. Mi parlava solo di Lineker: “Vedi con quello io... Guardalo bene”.

 

gasperini ai tempi della juve

E io: Arrigo, tu hai Van Basten, mannaggia a te, Van Basten! Il calcio fa parte del mondo dello spettacolo e lo spettacolo richiede la fantasia. Miracolo a Milano di De Sica e anni dopo ET volava con la bicicletta. La Tempesta di Shakespeare, il Caligola di Carmelo Bene, Baggio e Totti, Del Piero e Zola, Causio, Meroni». 

 

Ho capito, il calcio di oggi ti diverte poco. 

«Il nostro pochissimo, preferisco guardare la Premier o la Liga. Trascurando i vivai, rinunciamo alla nostra identità. Molto meglio il catenaccio, almeno eravamo noi, era l’Italia». 

 

gasperini thiago mottaGIOVANNI GALEONE allegri galeone

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - MELONI, CHE JELLA: HA ASPETTATO SETTIMANE PER UN INCONTRO CON TRUMP E NON APPENA GLIELO CONCEDE, IL "DAZISTA" DELLA CASA BIANCA PRIMA SE NE ESCE CON LA TRUCIDA FRASE: “QUESTI PAESI CI CHIAMANO PER BACIARMI IL CULO”, ED OGGI RINCULA COME UN SOMARO SPOSTANDO DI 90 GIORNI L'APPLICAZIONI DEI DAZI (CINA ESCLUSA) – A QUESTO PUNTO, QUALI RISULTATI POTRA' OTTENERE DAL VIAGGIO IN AMERICA? 1) UN TRATTAMENTO “ALLA ZELENSKY” E UN NULLA DI FATTO; 2) UNA PROPOSTA IRRICEVIBILE DI DAZI AL 10% SOLO PER L’ITALIA; 3) TRUMP, DI COLPO RINSAVITO, SFRUTTA L’OPPORTUNITÀ DEL BACIO DI PANTOFOLA DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' PER APRIRE UNA TRATTATIVA CON L’UNIONE EUROPEA. BUM! PER LA DUCETTA SAREBBE LO SCENARIO DEI SOGNI: ALLA FACCIA DI URSULA-MACRON-MERZ POTREBBE VENDERSI COME “SUO” IL MERITO DI AVER FATTO RINSAVIRE "LO SCEMO DEL VILLAGGIO GLOBALE"...

jerome powell donald trump

DAGOREPORT – CHE FARÀ IL PRESIDENTE DELLA BANCA CENTRALE AMERICANA, JEROME POWELL? AL GROTTESCO RINCULO TRUMPIANO DI 90 GIORNI SUI DAZI AVRA' CONTRIBUITO, OLTRE AI MERCATI IN RIVOLTA, L'AVANZARE DI UNA FRONDA REPUBBLICANA  CONTRO IL TYCOON GUIDATA DAL SENATORE RAND PAUL (ORA SONO NOVE) - UNA FRONDA CHE, AGGIUNTA AL VOTO DEI DEM, POTREBBE ANCHE METTERE TRUMP IN MINORANZA AL CONGRESSO - SE IL TRACOLLO DELL’ECONOMIA A STELLE E STRISCE DIVENTERA' INGESTIBILE, L'ARMA FINALE E' L'IMPEACHMENT DEL CALIGOLA PER MALGOVERNO AI DANNI DEGLI STATI UNITI...

donald trump pam bondi laura loomer

FLASH – PAM! PAM! TRUMP FARA' LA FINE DI CLINTON CON MONICA INGINOCCHIATA?NEGLI STATES SI VOCIFERA MOLTO SULLA STRETTA VICINANZA TRA TRUMP E LA CURVACEA MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, PAM BONDIUNA STIMA PARTICOLARE, COME QUELLA RIPOSTA IN PASSATO NELL’ATTIVISTA “MAGA” LAURA LOOMER. SI SPIEGHEREBBE COSÌ L’ASCENDENTE CHE LE DUE DONNE HANNO SUL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO: SE BONDI IMPERVERSA SULLE TV AMERICANE, LOOMER È TALMENTE POTENTE DA AVER CONVINTO IL PRESIDENTE DEMENTE A CACCIARE IL CAPO DEI SERVIZI SEGRETI NSA, TIMOTHY HAUGH – L’ONNIPRESENZA DELLE DUE BOMBASTICHE ERINNI HA SPINTO MELANIA A PRENDERE LE DISTANZE DALLO STUDIO OVALE…

xi jinping donald trump usa cina

CHE FIGURA DI MERDA COLOSSALE PER DONALD TRUMP: A UNA SETTIMANA DALL'INTRODUZIONE DEI DAZI RECIPROCI CONTRO TUTTI I PAESI DEL MONDO, È COSTRETTO A RINCULARE E ANNUNCIA  UNO STOP DI 90 GIORNI ALLE TARIFFE, "TRANNE CHE PER LA CINA" (LE INDISCREZIONI CHE LUNEDÌ AVEVANO FATTO SPERARE LE BORSE ERANO VERE) - IL COWBOY COATTO DELLA CASA BIANCA, DOPO ESSERSI VANTATO CHE GLI ALTRI LEADER LO STESSERO CHIAMANDO PER "BACIARGLI IL CULO", SE L'È FATTA SOTTO DI FRONTE AL TRACOLLO DEI MERCATI, CHE HANNO BRUCIATO 10MILA MILIARDI DI DOLLARI. SOPRATTUTTO, SI È TERRORIZZATO QUANDO HA VISTO I TITOLI DI STATO AMERICANI DIVENTARE SPAZZATURA (IERI UN'ASTA DA 58 MILIARDI DI DOLLARI DI BOND TRENTENNALI È ANDATA QUASI DESERTA)  - PECHINO NON ABBOCCA ALLE MINACCE DEL TYCOON PERCHÉ HA LA FORZA DI RISPONDERE: GRAZIE AL PETROLIO IRANIANO E AL GAS RUSSO, POTREBBE PERSINO TRASFORMARE IN “AUTARCHICA” LA SUA ECONOMIA. E HA IN MANO L'ARMA DA FINE DEL MONDO: HA IN TASCA 759 MILIARDI DI DEBITO PUBBLICO AMERICANO - LA BORSA DI NEW YORK FESTEGGIA