“UN’ANOMALIA CAMBIARE PRESIDENTE DEL CONI A UN ANNO DAI GIOCHI DI MILANO-CORTINA” – GIOVANNI MALAGO’ NON HA ANCORA PERSO LE SPERANZE DI RIMANERE A CAPO DELLO SPORT ITALIANO: “MANCANO 5 MESI ALLE ELEZIONI DEL CONI. SE CI SARÀ O MENO UN CAMBIO DEL LIMITE SUI MANDATI NON LO DOVETE CHIEDERE A ME MA A QUALCUN ALTRO" - È ANCORA DA COMPLETARE LA PISTA DA BOB DI CORTINA E IL PIANO B È LAKE PLACID, STATI UNITI: “SAREBBE UNA SCONFITTA” - "BINAGHI INDAGATO PER UN REATO DI OPINIONE? NON SO SE ‘INDAGATO’, PER QUESTA FATTISPECIE, SIA LA PAROLA GIUSTA…”
Matteo Pinci per “la Repubblica” - Estratti
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(...) Alle Olimpiadi italiane sulla neve manca ormai solo un anno, il 6 febbraio del 2025 la fiaccola olimpica illuminerà Milano-Cortina: Giovanni Malagò, presidente del Coni in scadenza a giugno e presidente della fondazione Milano- Cortina tira un bilancio senza evitare domande sul suo futuro politico. E sui tempi per le infrastrutture avverte: «È una lotta contro il tempo».
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È ancora da completare la pista da bob di Cortina: una nota dell’agenzia pubblica che sovrintende alle opere, Simico, ha parlato di “marcia serrata e sfidante”: qualcuno si è allarmato.
«Dobbiamo essere onesti, è così. Sono al lavoro i tecnici, il commissario Saldini è molto coinvolto, il lavoro dell’ad Varnier è eccellente».
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Il piano B però è Lake Placid, Stati Uniti, non proprio vicino .
«Qualcuno ci ha sguazzato e l’ha strumentalizzato per attaccare. Se un’opera è in corso di realizzazione, il Cio obbliga a prevedere un piano B. E Lake Placid era l’unica pista pronta a costo zero tra quelle che ci hanno proposto».
Dover ricorrere a un piano B dall’altra parte dell’Oceano però sarebbe una sconfitta, è d’accordo?
«È evidente che sarebbe una sconfitta, non ci sottraiamo. Siamo consci della responsabilità, non vogliamo alibi: ma ci siamo trovati in un percorso molto più complesso rispetto a un Mondiale o a un Expo».
mattarella binaghi malago italtennis
C’è all’orizzonte un altro rischio: quello di dover eseguire i test antidoping a Parigi, visti i problemi a completare il laboratorio di Roma, per cui non sono ancora stati comprati i macchinari.
«Non fingerò di non saperne nulla: la partita però è tutta nelle mani del governo e di Sport e Salute, a cui è delegata la realizzazione dell’opera. Sto settimanalmente chiedendo notizie in merito».
È preoccupato dell’ipotesi di uno spostamento?
«Non ci voglio neanche pensare. Ci sono tempi da rispettare per la Wada, l’agenzia mondiale antidoping: dovremo essere pronti a processare una quantità di controlli superiore all’ordinario. È un tema simile a quello della pista da bob: per questa so che stiamo lavorando anche sabato e domenica per arrivare in tempo.
Per il laboratorio non lo so».
mattarella binaghi malago italtennis
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Da mesi si parla di una raccolta di sponsor molto inferiore alle attese. C’è il rischio di un buco di bilancio di centinaia di milioni?
«Smentisco un buco simile. Per statuto non possiamo prevedere deficit, non c’è da allarmarsi o da fare polemiche. Poi certo, rispetto alle previsioni del 2019 i costi sono aumentati».
Il governo non ha ancora aperto a una proroga del suo mandato. È finito il regno di Malagò, quindi?
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«È morboso occuparsi solo di Malagò. Siamo a fine gennaio: mancano cinque mesi alle elezioni del Coni. Il presidente della Repubblica, i presidenti del Consiglio, vengono scelti quando mancano pochi giorni alla scadenza. Ci sono presidenti regionali che si candidano al terzo o al quarto mandato: e uno si preoccupa di Malagò? È curioso».
Crede che ci sia chi per candidarsi al Coni aspetta di capire se potrà essere in corsa Malagò?
«Adesso sarei io responsabile se qualcuno non si candida? Di certo, se non un consenso, c’è un rispetto per me. Se ci sarà o meno un cambio del limite sui mandati non lo dovete chiedere a me ma a qualcun altro, che si è già espresso».
Quindi la scadenza che si è dato è quella del 5 giugno, il termine ultimo per le candidature al Coni.
«Io dico che dobbiamo ancora conoscere oltre i due terzi dei grandi elettori. In base a chi sarà eletto, uno fa un ragionamento, se c’è chi ti dà sostegno o meno».
Ha in mente un erede? E darebbe il suo endorsement a qualcuno in particolare?
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«È qualcosa che ho in testa, ma ora non sarebbe giusto né dirlo né pensarlo. Tra tre mesi, se mi farete la stessa domanda, potrò pensare di rispondervi».
La giustizia sportiva vede sempre più spesso i presidenti federali o altri organi indagati dalle procure che loro stessi hanno nominato, con evidenti imbarazzi e dubbi sugli esiti dei procedimenti.
«In un prossimo futuro è evidente che siano necessari dei correttivi. Spesso è successo che il collegio di garanzia sia intervenuto ribaltando gli esiti dei tribunali federali, entrando se non nel merito delle decisioni, nelle impostazioni che hanno dato».
Angelo Binaghi , presidente della Fitp, ha detto che per lui essere indagato per le opinioni è un Collare d’oro. Nello sport si può essere indagati perché si hanno idee scomode?
«Binaghi è Binaghi. Il garante dell’etica sportiva ha inoltrato alla procura federale della Fitp un’informativa: non so se “indagato”, per questa fattispecie, sia la parola giusta…».
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Torniamo a Milano-Cortina: come immagina la convivenza tra lei, presidente della fondazione Milano-Cortina, e un eventuale nuovo presidente del Coni?
«Con le debite eccezioni, vivo di rapporti umani con tutte le persone. Poi, cosa vi devo dire? Per me è un’anomalia. In cinque mesi che tipo di expertise si può avere?».
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