
QUANDO SI ALZA IL LIVELLO, L’ITALIA DI SPALLETTI (SENZA QUALITA’) EVAPORA – CONTRO LA GERMANIA PIU’ SCARSA DELLA STORIA GLI AZZURRI VANNO IN TILT: MANCA DIMARCO, POLITANO NON HA IL PASSO PER COPRIRE TUTTA LA FASCIA E FA RIMPIANGERE CAMBIASO, ROVELLA TROPPO SCHIACCIATO SUI DIFENSORI. RASPADORI DOVREBBE CREARE LAMPI DI IMPREVEDIBILITÀ: MA CE L’HA NEL REPERTORIO? I TEDESCHI HANNO IL CALCIATORE CHE MANCA A NOI, E CIOÈ MUSIALA, L’UOMO DEI COLPI A SORPRESA - SPALLETTI HA IL DOVERE DI PORTARCI AI MONDIALI MA HA UNA SQUADRA LOFFIA IN ATTACCO E SENZA PERSONALITA’ – PS: È STATO FISCHIATO L’INNO NAZIONALE TEDESCO (SÌ, E IL MANIFESTO DI VENTOTENE NON C’ENTRA: ERANO SOLO DEI SELVAGGI) - VIDEO
Fabrizio Roncone per corriere.it - Estratti
L’arbitro ha appena fischiato la fine e viene da scrivere che la Germania vince e gioca con volontà comune, con insistenza, dentro il desiderio di essere percepita come una grande squadra (che, ancora, non è). Gli azzurri hanno invece smarrito una certa leggerezza di gioco, ed è evaporata quella sensazione di ritrovata personalità che, nelle ultime partite, era stato un segnale preciso, e prezioso.
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Non è il momento di ricordare a Spalletti che ha il dovere di portarci ai Mondiali. Lo sa bene. E qualche appunto mentale se lo sarà preso anche lui.
...) Sugli azzurri: è chiaro che, intanto, l’assenza di Dimarco è piuttosto evidente. Manca la sua corsa, il suo piede sinistro. Manca la potenzialità che ti avrebbe dato in fase offensiva con quei suoi cross dipinti, piuttosto che con certi gol inventati dal niente: e questa non è roba per Udogie, molto fisico, veloce, attento, ma sempre un po’ imbrigliato.
È la stessa sensazione che fornisce, dall’altra parte, Politano. Che, invece, è proprio un’ala destra molto classica, da accademia. Piccoletto, tecnico, tendente al dribbling stretto. Ma senza il passo per coprire tutta la fascia. Nostalgia di Cambiaso? Tanta.
E poi altre due riflessioni. La prima riguarda Rovella. A Spalletti piace molto per la tigna. E va bene: sta lì che non molla mai niente. Però è sempre un po’ troppo schiacciato sulla linea dei nostri tre difensori. Possibile abbia pure il compito di coprire le uscite di Calafiori, che comunque è assai meno intraprendente di altre occasioni. Il risultato è che siamo parecchio macchinosi nelle uscite. Avremmo bisogno di più qualità nel palleggio. Tra l’altro, e questa è la seconda riflessione, in certi ingorghi a centrocampo ogni tanto spunta Raspadori, troppo basso. Mentre dovrebbe galleggiare sulla trequarti, per creare lampi di imprevedibilità: ma ce l’ha nel repertorio?
Detto tutto questo: siamo comunque avanti per 1-0. Il gol di Tonali, dopo nove minuti, è stato molto bello. Arrivato alla fine di un’azione piena di velocità e classe, in puro contropiede. Tonali — finora il migliore in campo — ci ha riprovato con una legnata al 29’. Kean, due minuti dopo, picchiando di collo pieno — forse troppo bene — al vertice dell’area piccola: con il portiere tedesco che ha fatto bene il suo lavoro.
Volete sapere di Spalletti? Il ct si sbraccia per far salire i suoi. Ad un certo punto deve aver urlato qualcosa di tremendo a Politano, che ha incassato la testa, annuendo. Dettaglio: i tedeschi hanno il calciatore che manca a noi, e cioè Musiala. Testa alta, elegante, colpi a sorpresa. Dei nostri, quello che potrebbe ricordarlo un po’ è Maldini. Ma gli azzurri tornano dagli spogliatoi, e sono gli stessi. L’intervallo è volato tra pubblicità assordanti e Achille Lauro e quelli che cantavano a palla «Cuoricini». Il tempo di buttare un’occhiata giù sul prato e di vedere un pallone alto attraversare la nostra area e finire sulla testa di Kimmich. Di Lorenzo e Bastoni immobili come pastorelli al passaggio della cometa: 1-1.
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Tre minuti ed escono Politano e Rovella: entrano Bellanova e Ricci. Proviamo a dare un po’ di spinta e di idee a una squadra che comincia ad essere stanca e visibilmente confusa. Note rapide: nonostante tutto, Barella è solido, e Kean fa i movimenti giusti. Si scrive mentre qui accanto ragionano sui voti da dare nelle pagelle. Solo che la Germania segna di nuovo (ancora di testa, e stavolta è Goretzka, già tra i migliori). Abbassate i voti, ragazzi. A rivedere il gol tedesco sul piccolo schermo della tribuna stampa, tra l’altro, si nota che Goretzka salta praticamente da solo in mezzo al mischione degli azzurri.
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Ora proviamo ad attaccare. Sono entrati Maldini e Lucca. Anche se lo stadio è piuttosto mortificato. E attraversato da brutti pensieri. Questi siamo? Così giochiamo? Però: tiro teso di Maldini, e respinta del portiere. Poi squilla il cellulare a un collega: dalla redazione di un tigì vogliono sapere se davvero è stato fischiato l’inno nazionale tedesco (sì, e il Manifesto di Ventotene non c’entra: erano proprio solo dei selvaggi). Sulla prima pagina degli appunti c’è pure scritto che, pochi minuti prima dell’inizio, sul megaschermo è comparso il volto del mitico Bruno Pizzul, e abbiamo risentito rimbombare, per qualche istante, la sua voce. Però, caro Bruno, qui stasera non è stato tutto molto bello.
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