
CON QUESTA OPPOSIZIONE GIORGIA MELONI GOVERNA 20 ANNI: ORMAI TRA CONTE E SCHLEIN E' CALATO IL GELO - ALLA CAMERA I DUE QUASI SI IGNORANO E NON SI SCAMBIANO RECIPROCI APPLAUSI DURANTE GLI INTERVENTI - SULL’UCRAINA CONTE RAGGELA I DEM: “MA VI RENDETE CONTO CHE SIETE PERICOLOSI? STATE FACENDO DI TUTTO PER BOICOTTARE I NEGOZIATI DI PACE” - TARUFFI, FEDELISSIMO DI SCHLEIN, TAMPINA GUERINI PER EVITARE TRAVASI DI VOTI RIFORMISTI SULLA MOZIONE DI “AZIONE” – IL PRESIDENTE DEL COPASIR ALLA FINE E’ L’UNICO A VOTARE ANCHE LE MOZIONI PRO-KIEV DI “AZIONE” E “+EUROPA”
Maria Teresa Meli per il Corriere della Sera - Estratti
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Elly Schlein passeggia nervosamente nel Transatlantico e poi si allontana velocemente. Giuseppe Conte non c’è.
Sta limando un intervento che, necessariamente, dovrà cambiare di lì a poco. Non è questa la giornata del duello tra la segretaria dem e il leader del M5S, sempre in competizione tra di loro. Le parole di Meloni hanno cambiato il quadro. L’opposizione si ricompatta grazie alla presidente del Consiglio. Almeno nella protesta, perché poi ognuno si tiene la sua mozione.
E a sera, quando 5 Stelle e Avs chiedono il voto dei testi per parti separate, sperando di attrarre qualche consenso dem, il Pd vota compatto «no» allo stop degli aiuti militari all’Ucraina richiesto dal M5S e dai rossoverdi, anche se approva la condanna di Israele sollecitata sempre dagli stessi due partiti.
Ma torniamo alla polemica in aula. Alla ripresa dei lavori interviene Fornaro, con gli occhi lucidi e si rivolge alla premier: «Lei presiede questo governo e parla oggi in Parlamento anche grazie a quegli uomini, che erano confinati dalla polizia fascista e non possono essere derisi.
Si inginocchi, vergogna, vergogna, vergogna!».
Il deputato pd finisce il suo intervento e si lascia andare al pianto, mentre i colleghi delle opposizioni si congratulano con lui. Quando prende la parola Matteo Richetti (Azione) e spiega che la premier non può strumentalizzare il Manifesto che è stato scritto dopo anni di «dittatura fascista», il capogruppo di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami si alza e lo apostrofa così: «Basta, piantala con ’sto fascismo». Non pago, Bignami, con un gesto della mano, invita le minoranze a uscire dall’aula. Nicola Fratoianni gli urla contro: «Proprio tu, che faresti bene a fingerti morto».
elly schlein giuseppe conte e il caso todde in sardegna - vignetta by usbergo
Riparte la protesta. I dem Serracchiani e Provenzano si avvicinano ai banchi dei ministri per gridare a Meloni: «Se siamo qui è anche merito di cose come il Manifesto di Ventotene». Il clima si fa di nuovo rovente e il presidente della Camera Lorenzo Fontana è costretto a interrompere la seduta per la seconda volta e a intervenire per sedare gli animi: «Chi ha combattuto per la nostra libertà merita il nostro plauso e merita anche che noi abbiamo rispetto per quest’aula».
La seduta riprenderà dopo il question time, nel pomeriggio. E intanto tra i dem sorge il sospetto che la premier abbia cercato l’incidente. Osserva Guerini: «Ci sono divisioni in maggioranza, la Lega non è d’accordo. E Meloni tenta di nasconderlo alzando un polverone. È un maldestro tentativo di coprire le divisioni interne». Il presidente del Copasir è tampinato per tutta la giornata da Igor Taruffi, fedelissimo di Schlein, che ha il compito di evitare travasi di voti riformisti sulla mozione di Azione. Non ce ne saranno, ma Guerini, da solo, a sera vota sì a quel testo e anche a quello di + Europa.
Quando si riprende, Meloni non c’è (è partita per Bruxelles) e il clima sembra più disteso. Tutti gli esponenti delle opposizioni che intervengono prendono di mira la premier. Le parole più attese sono quelle dei leader dei due maggiori partiti di opposizione: Conte e Schlein.
L’ex premier attacca a tutto campo, ma una di queste accuse, quella di aver sperato, insieme alla Ue, nella vittoria dell’Ucraina, raggela i dem: «L’Europa è disorientata, le reazioni sono addirittura isteriche. Ma vi rendete conto che siete pericolosi? State facendo di tutto per boicottare i negoziati di pace». Quei negoziati che sta gestendo Donald Trump, per intendersi.
«L’Unione europea è sempre stata compatta nel sostegno a Kiev e lo siamo stati anche noi. Non ci può essere una trattativa per una pace giusta senza Ue», dice invece Schlein. No, non c’è grande identità di vedute tra i leader di Pd e M5S, che alla Camera quasi si ignorano e non si scambiano reciproci applausi durante gli interventi.
IL CAMPO LARGO - MEME BY EDOARDO BARALDI
giuseppe conte elly schlein genova, manifestazione per le dimissioni di giovanni toti
conte fratoianni bonelli schlein
RICCARDO MAGI - GIUSEPPE CONTE - ANGELO BONELLI - ELLY SCHLEIN - NICOLA FRATOIANNI - FOTO LAPRESSE