
IL "TRIPLETE" DI FEDERICA BRIGNONE: LA “TIGRE”, A 34 ANNI, CONQUISTA LA TERZA COPPA DEL MONDO, IN SLALOM GIGANTE, GRAZIE ALLA FORZA MENTALE E ALLA SUA CLASSE: “QUESTA COPPA ERA LA PIÙ DIFFICILE, NEL GIGANTE HO SEMPRE PATITO LA PRESSIONE. ALL’INIZIO ERO ANCHE UNA CHE GIOCAVA, ERO ALLO SBARAGLIO, NON L’ATLETA CHE SONO OGGI. DICIAMO CHE NON HO MAI BRUCIATO LE TAPPE E QUESTO…” – VIDEO
Poteva gestire, invece ha schiacciato il piede sull’acceleratore ???
— Eurosport IT (@Eurosport_IT) March 25, 2025
Con il secondo posto a Sun Valley, e l’uscita di Robinson nella prima manche, Federica Brignone si porta a casa la Coppa di specialità 24/25 ???#EurosportSCI pic.twitter.com/sYDkuKP9MD
federica brignone coppa del mondo sun valley foto lapresse 1
Federica Brignone ha vinto la terza Coppa del mondo ieri; dopo quella generale e quella in discesa, è arrivato anche il trofeo di Slalom gigante, battendo la rivale neozelandese Alice Robinson.
Brignone ha superato pienamente il limite dell’emotività, ora danza sugli sci
Il Corriere della Sera scrive:
La festa di Federica Brignone non finisce più. Passaggi fra le porte come passi di danza sulle nevi calde dell’idaho, diceva di essere arrivata all’ultima sfida con le batterie in riserva. Ma la forza mentale, unita alla classe, l’ha portata ad esultare pochi metri prima del traguardo, «una sensazione mai capitata prima». La terza coppa conquistata ha un valore particolare.
Chiude un cerchio e chissà quanti ne può aprire ancora a 34 anni con Milano-cortina l’orizzonte: «Questa Coppa era nei miei sogni ed era forse la più difficile. Perché il gigante è la mia specialità, quella con cui ho iniziato. Ma è anche la più tosta, dove ho sempre patito la pressione, anche quest’inverno con tre “out”, non era facile raggiungerla».
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Si capisce come il percorso interiore avviato anni fa, quando l’emotività era il suo limite principale, l’abbia portata lontano. L’ultimo pensiero al cancelletto: «Ho cercato solamente di concentrarmi sul mio modo di sciare, evitando di prendere rischi in più, spingendo soltanto in quei punti dove mi sentivo sicura. Dovevo fare una manche solida».
La sua svolta è stata più mentale o tecnica?
«Le due parti viaggiano a braccetto. La mente ti aiuta a migliorare tecnicamente e fisicamente. Poi la determinazione e l’impegno ti permettono di essere motivata e alzare l’asticella. Ma nella mia carriera un ruolo fondamentale ce l’ha mio fratello Davide. Mi ha aiutato, al di là degli allenatori».
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A 34 anni lei è un esempio e un punto di riferimento per i giovani. Qual è il segreto?
«Sono cresciuta con calma. Ho fatto tutto passo dopo passo. All’inizio ero anche una che giocava, ero allo sbaraglio, non l’atleta che sono oggi. Diciamo che non ho mai bruciato le tappe e questo incide su quello che faccio adesso. Ho sempre cercato di migliorarmi. Nella vita raccogli quello che semini per cui se non ti viene una volta, ci riprovi e metti del tuo, alla fine riesci».
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