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DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - ALTRO CHE TOPOLINO! GLI ANIMALETTI DEL TRUCULENTO BOSCHETTO DELLA FANTASIA DI “TAILS OF IRON 2 WHISKERS OF WINTER” SONO BESTIACCE VIOLENTISSIME E IMMONDE. NELL’ARMATURA DEL RE RATTO ARLO SI COMBATTE UNA SPIETATA E VENDICATIVA LOTTA CONTRO SERPI, RANOCCHIE E MICIDIALI PIPISTRELLI METALLARI IN UNA TRUCULENTA FAVOLA DI SANGUE BIDIMENSIONALE DALLA RAFFINATA PITTURA... - VIDEO
Federico Ercole per Dagospia
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Ci sono topini, coniglietti, talpe, ranocchi e gufi a muoversi per scenari bidimensionali che sembrano quelli di un libro illustrato di favole. Animaletti antropomorfi che parrebbero quelli di un mondo estrapolato dalle Silly Symphonies disneyane, dal boschetto di Winnie The Pooh o al limite da “quello della mia fantasia” di Elio e le Sorie Tese. Tuttavia non è così, perché malgrado tutte queste “bestiole” e le policromie fiabesche dei suoi panorami, Tails of Iron 2 è un videogame truculento e violentissimo che se ci fosse anche il sesso potrebbe stare accanto alle tragedie pseudo shakespeariane del Martin delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, Game of Thrones insomma.
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Come l’episodio precedente il “topolino” protagonista del gioco non ha nulla di tenero e delizioso, creatura invece disperata e vendicativa, spietata contro i terrificanti e terribili nemici che dovrà affrontare nel corso di questa storia di carne macellata e sangue.
Uscito per PlayStation, Nintendo Switch, XBox e PC, Tails of Iron 2 The Whiskers of Winter (potrebbe significare i “baffi” o i “peli” dell’inverno, visto l’argomento) è la nuova opera del team inglese Odd Bug Studio che esordì nel 2017 con l’interessante The Lost Bear e dopo realizzò il primo gioco di violenza roditrice, nel cui mondo è ambientato il seguito che trattiamo.
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Un’opera che presenta poche novità ludiche rispetto al primo episodio, ingrandendo tuttavia gli spazi e la varietà degli ambienti, ma è un bene, perché mantiene quella stessa furiosa difficoltà nell’approccio alle battaglie e soprattutto quell’andamento drammatico e spietato dalla potente identità poetica. Qualcuno ha ritenuto di paragonare i due Tails of Iron ai “Souls” di From Software, forse per la difficoltà di alcune battaglie, ma non c’è nulla di formale che corrisponde di queste due impietose avventure in due dimensioni all’opera di Hidetaka Miyazaki, inoltre nel nuovo episodio c’è un selettore di difficoltà che lo rende assai accessibile, sebbene così si perda qualcosa della furia bestiale e grave dei duelli.
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C’ERANO UNA VOLTA DEI PIPISTRELLI CATTIVI
Tails of Iron 2 si svolge pochi anni dopo gli eventi del primo episodio, la sconfitta delle rane sta riportando l’opulenza ma una nuova terrificante minaccia giunge dalle terre lontane. Mostruosi pipistrelli creduti estinti si abbattono sul piccolo reame dei topi del nord, facendo un massacro. Così il principe Arlo comincia la sua avventura di vendetta e restauro del regno. Oltre a combattere dovremmo infatti trovare gli alleati e le risorse per ricostruire ciò che è stato distrutto, ed è una cosa che risulta affascinante, proponendo significati più profondi all’esplorazione e alla carneficina.
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Tuttavia le battaglie sono davvero appassionanti, con la loro lentezza e gravità. Si possono utilizzare spade, spadoni, asce e lance, brandendo contemporaneamente un’arma a due mani, una da accompagnare allo scudo e un’altra da distanza che può essere una balestra, un arco e persino una specie di pistola. Ogni arma può essere potenziata ed evoluta e possiede virtù offensive connesse agli elementi; sarà dunque necessario utilizzarne diverse per approfittare delle debolezze dei nemici.
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Esplorare le non vastissime terre del gioco è gratificante per la loro bellezza panoramica: campagne bucoliche, ricche desolate, villaggi devastati, cave soffocate dalle ragnatele, ghiacciai, paludi… Ovunque c’è il marchio dell’orrore che procedendo nel gioco, con la vittoria, è progressivamente annullato dal ritorno della vita.
BESTIACCE
Il bestiario di Tails of Iron 2 è ancora più vario e ricco del gioco precedente, sia per quello che concerne i nemici comuni che per i numerosissimi “boss”. Tornano vari tipi di ranocchi impazziti e violenti, ottusi ed enormi o agili e letali come lucertole. Ci sono innumerevoli esemplari di insetti e aracnidi orripilanti e abnormi come scolopendre, vermi velenosi, coleotteri zannuti e tarantole pelosissime. Poi serpi e salamandre, avvoltoi e gufi, istrici e la versione “mannara” di tanti esemplari.
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Ovviamente ci sono i pipistrelli, mostri alati spaventosi i cui capi lottano accompagnati da una ricorrente band “metal”. Pipistrelli cavalieri, macellai, non morti, stregoni, colossali, negromanti. Sono tutti cattivissimi. Insomma il bestiario ostile e amichevole di Tails of Iron 2 è uno dei suoi grandi pregi artistici ed è inoltre integrato nelle ambientazioni in maniera naturale, giusta, negando un effetto “trasferello”.
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Tails of Iron 2, forse più del primo perché le novità come quella del rampino o della “caccia ai mostri” opzionale non apportano cambiamenti drastici ad una formula comunque notevole, di certo non di meno, risulta un gioco assai ispirato e colmo di macabro, efferato fascino. Una tetra, truce avventura che richiederà dalle dieci alle venti ore per essere completata e finisce lasciando la speranza di un seguito per questo cruento e favoloso libro di fiabe rosso sangue.
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