Nicola Pinna per ‘La Stampa’
Per la più grande esclusiva del gossip gli spioni della Costa Smeralda si sono nascosti dentro uno scatolone. Era il 30 agosto del 1997 e in quei giorni Lady Diana trascorreva in Sardegna le vacanze col suo nuovo amore Dodi. Vicino alla pista dell’aeroporto di Olbia, sul tetto di un prefabbricato, un fotografo e un cineoperatore si erano mimetizzati alla perfezione.
E l’ultimo sorriso della principessa, prima del tragico schianto a Parigi, lo hanno immortalato senza farsi notare. In un attimo, poi, quelle immagini hanno fatto il giro del mondo. Ora le tecniche sono cambiate. Quest’anno in Sardegna decollano i droni. Telecamere e macchine fotografiche, vip e ricconi, se le ritroveranno direttamente sulla testa. Difendersi è impossibile: sorridere, prego.
Un impiccione non molto pratico con il telecomando è stato scoperto qualche giorno fa nella zona di Pantogia, alla periferia di Porto Cervo. Il suo drone, con tanto di telecamera ad alta definizione, è precipitato nel giardino della villa di una ricca imprenditrice milanese. La donna sospettava già di essere spiata e così ha avvisato subito i carabinieri.
Il ragazzino, ancora minorenne e senza la licenza per velivoli a comandi radio, si è giustificato dicendo che voleva solo fare qualche immagine della sua villa, che guarda caso è accanto a quella della signora. «I nostri clienti esigono servizi eccellenti ma soprattutto pretendono riservatezza – dice il direttore di uno hotel nella zona del Pevero –. Difendersi dalle macchine fotografiche con elica sarà molto più complicato che creare barriere per tenere alla larga i soliti fotografi».
DRONE FA LE FOTO SULLA SPIAGGIA
Per ripararsi dai paparazzi quest’estate non basteranno i grandi cespugli fatti crescere intorno alle ville. Poco potranno fare le auto con i vetri scuri o i bodyguard con bicipite da pugile e non sarà utile neppure il sistema di schermatura installato su molti degli yacht ormeggiati in rada. Mettere il naso sulle vacanze delle star sarà molto più facile.
I rischi, comunque, non mancheranno.
Perché le regole valgono anche per i droni. Non come per aerei ed elicotteri ma quasi. E non sarà un caso se le norme le ha stabilite direttamente l’Enac. Il regolamento è in vigore dal 30 aprile ed è ancora visibile sulla home del sito dell’Ente nazionale aviazione civile. I sistemi Apr (a pilotaggio remoto) sono distinti in due categorie: quelli che pesano meno e più di 25 chili.
Per pilotare i droni, come per guidare l’auto, bisogna essere maggiorenni e sarà necessaria una sorta di patente. Chi si mette ai comandi dovrà seguire una scuola di specializzazione e ottenere un brevetto. In più dovrà essere esperto di meteorologia, dovrà studiare le principali regole aeronautiche e dovrà conoscere alla perfezione il motore del mezzo e il suo funzionamento. Per i velivoli radiocomandati, che si trovano a cento euro su internet e in quasi tutti i negozi di elettronica, sarà necessaria un’assicurazione. Tanto più se si utilizza un Apr professionale, uno di quelli che arrivano a costare anche cinquantamila euro.
L’unica difesa possibile, per i vip in vacanza, resta sempre la legge sulla privacy. «Il vincolo insuperabile – ricorda un agente immobiliare – è quello che vieta di riprendere ciò che succede nelle pertinenze private, cioè dentro casa e nei giardini. La regola vale per tutti, paparazzi tradizionali e armati di drone. Nel dubbio, comunque, i nostri clienti chiedono che le ville siano super protette». In spiaggia e in barca, però, c’è poco da fare. L’unico antidoto può essere il maestrale.