sky mediaset piersilvio berlusconi murdoch

UN BISCIONE IN THE SKY - MEDIASET PREMIUM STUDIA UN DECODER SATELLITARE, SI AVVICINA ALL'OBIETTIVO ABBONATI DELLA STAGIONE, MA HA DAVANTI ANNI DURI PER I BILANCI: FINO AL 2017 NON CI SARANNO UTILI. E TRA POCO SI RICOMINCIA DA CAPO CON I DIRITTI SUL CALCIO

Stefano Carli per “Affari&Finanza - la Repubblica

 

MARCO FORONI CIRO FERRARA CESARI E GLI ALTRI DI MEDIASET PREMIUM SPORTMARCO FORONI CIRO FERRARA CESARI E GLI ALTRI DI MEDIASET PREMIUM SPORT

Arriveranno a gennaio i nuovi decoder che permetteranno a Mediaset di vendere le sue partite di calcio della Champions League anche agli utenti della tv via satellite. E' il segnale che la guerra della pay tv che infuria dall' estate tra il Biscione e Sky sta andando verso una ulteriore escalation.

 

Andare sul satellite per Mediaset è una mossa molto rischiosa. Perché se ne vedono i costi ma meno, al momento, i vantaggi. Ma la decisione è seria. E il primo segnale è che stavolta i decoder non sono prodotti di fascia medio bassa, come accaduto spesso in passato.

 

MEDIASET PREMIUMMEDIASET PREMIUM

No, stavolta a Cologno vogliono poter contare su una "macchina" di qualità. E l' hanno infatti commissionata alla Samsung.

Premium, la pay tv di Mediaset, è lo snodo attorno a cui ruotano le strategie del gruppo. Nel senso che è un problema e una scommessa.

 

Numeri di dettaglio non vengono dati ma in compenso ci sono schiere di analisti pronti a sbizzarrirsi in stime e previsioni. Che divergono anche di molto ma non su un punto: fino al 2017 non produrrà utili.

 

SKY CONTRO MEDIASET PREMIUMSKY CONTRO MEDIASET PREMIUM

Magari non saranno i 400 milioni di ebit negativo cumulato di cui parla un report di Enders Analysis, particolarmente negativo visto che non vede un risultato positivo neanche nel 2017-18, ma anche analisti e addetti ai lavori più vicini alla famiglia Berlusconi,, che vedono le cose più rosee, non vanno oltre una stima di un ebit cumulato nei tre anni prossimi negativo per 200 milioni. Cifra confermata anche da un' analisi di Equita.

 

Nel frattempo sul "campo" ossia alla conta degli abbonati, la sfida tra Premium e Sky è in una fase di equilibrio. Premium parla di 112 mila abbonati in più a settembre, che rendono l' obiettivo di 1,9 milioni a fine anno ormai quasi in tasca e giustifica i 2,3 milioni di utenti nel 2018 che dovrebbero significare, il primo bilancio in utile. Ma Sky, per parte sua non sembra al momento soffrire troppo la perdita della Champions.

Marco Rosini (Direttore Commerciale Mediaset Premium) - Franco Ricci (AD Mediaset Premium) - Pier Silvio Berlusconi (Vice Presidente e Amministratore Delegato Mediaset) - Yves Confalonieri (Direttore Marco Rosini (Direttore Commerciale Mediaset Premium) - Franco Ricci (AD Mediaset Premium) – Pier Silvio Berlusconi (Vice Presidente e Amministratore Delegato Mediaset) - Yves Confalonieri (Direttore

 

In Italia ha perso 37 mila utenti su 4,5 milioni e soprattutto su una previsione di un calo più consistente (45 mila). Da Sky si sottolinea come la maggior parte degli abbonati persi siano utenze business (soprattutto bar e ristoranti) e pochissime famiglie. E questo dato collima con quanto fanno sapere da Cologno Monzese dove festeggiano il "sorpasso" su Sky proprio negli abbonamenti collettivi dei bar.

 

In mezzo a questa disfida di numeri è poi piombato il caso Auditel: da una settimana il mercato tv italiano è privo di dati sull' audience dopo il clamoroso errore di un addetto della Nielsen che ha di fatto reso accessibili i nomi delle famiglie presso cui vengono rilevati gli ascolti tv. Non sapremo quindi quanti spettatori hanno pagato per vedere le partite di Juve e Roma e quanti invece quelle in chiaro trasmesse da Italia1 e Italia2 e che nelle prime due tornate di gare erano apparsi in calo.

 

Andrea Zappia ringrazia Andrea Zappia ringrazia

Ma la vera partita non si gioca sugli abbonati, bensì sui prezzi. I due contendenti stanno battagliando a colpi di offerte e di supersconti e questo rende difficile capire quanto l' investimento da 700 milioni in tre anni con cui Mediaset ha sfilato la Champions a Sky abbia funzionato oppure no.

 

Bisognerà aspettare fine dicembre per avere chiaro quanti utenti del calcio ha conquistato Premium, quanti ne ha persi Sky e se complessivamente la sfida tra le due tv e il calo dei prezzi che sta portando avrà creato o no un aumento del pubblico complessivo. E bisognerà aspettare la metà del 2016, quando si sarà diradata la nebbia di offerte e controfferte, per capire a quanto Mediaset stia effettivamente vendendo le sue partite. I dati ad oggi danno un quadro ambiguo.

 

Un anno fa Mediaset era accreditata di un arpu (la spesa mensile media per utente) di 23 euro e le prospettive di Premium erano di non coprire i costi. Dall' estate, quando ha messo sul mercato il pacchetto calcio, lo ha lanciato a un prezzo pieno di 46 euro. Poi però sono iniziate le offerte che lo hanno dimezzato. E ora ci sono sconti fino a 19 euro al mese per i primi mesi. Impossibile fare i conti.

Andrea-ZappiaAndrea-Zappia

 

Le previsioni degli analisti più ottimisti, in linea più o meno con quelle ufficiali del gruppo, prevedo- no che al giugno 2018, quando sarà terminato questo triennio di diritti sia della Champions che della SerieA, l' arpu sarà arrivato a 30 euro al mese. Ma la strada è lunga e in salita (senza contare le inchieste sui diritti per la SerieA). Basta fare il confronto con Sky che mercoledì scorso ha resto nota la sua trimestrale.

 

mattarella maggioni campo dall ortomattarella maggioni campo dall orto

Per l' Italia, assieme al calo dei 37 mila utenti, registra anche un calo dell' arpu di un euro. Ma si scende da 43 a 42 euro al mese. E ha ancora margini di manovra. Sky Deutschland, per dire, che ha portato a casa una crescita di utenti dell' 11%, ha un arpu di 34 euro. E dall' Inghilterra, il mercato top di Sky, dove l' arpu è tuttora altissimo sopra le 40 sterline, si è addirittura registrato un lieve aumento.

 

I mercati, che tendono spesso a restare concentrati sul breve periodo, hanno apprezzato per ora l' aggressività di Mediaset. Il titolo è vicino ai massimi degli ultimi 15 anni e ha avuto un brusco scivolone a inizio ottobre solo quando si è saputo che Marina Berlusconi aveva venduto azioni del Biscione per 7 milioni di euro di controvalore. Ma è rimasto un segnale isolato e il titolo è da allora in ripresa. D' altra parte la quotazione risente anche positivamente della complicata vicenda Telecom, dove la salita al 20% di Vincent Bollorè ha ridato fiato alle voci di megaoperazioni in grande stile nel triangolo Telecom-Vivendi-Mediaset.

 

RENZI E CAMPO DALL ORTO ALLA LEOPOLDARENZI E CAMPO DALL ORTO ALLA LEOPOLDA

Ma c' è un rovescio della medaglia che circola tra gli addetti ai lavori del settore tv ed è meno tranquillizzante. C' è il dubbio che qualcosa non vada proprio nel verso voluto a Cologno. L' ipotesi più negativa che circola a mezzabocca è che il Biscione potrebbe aver fatto il passo un poco più lungo della gamba con quest' affare del calcio.

 

Ovviamente si procede per indizi. E il primo è che è strano che Mediaset abbia fatto un' offerta così alta per soffiare la Chaimpions a Sky per poi intavolare subito una trattativa con la stessa Sky per arrivare a un accordo. Trattativa che si sarebbe conclusa in tarda primavera in un albergo di Londra dopo che Sky non solo avrebbe rifiutato di comprare Premium al prezzo proposto di un miliardo (validato dall' ingresso di Telefonica con un 10% pagato 100 milioni).

 

netflix and chill significa sesso occasionalenetflix and chill significa sesso occasionale

Ma avrebbe anche rifiutato di arrivare ad una spartizione della Champions con un meccanismo però diverso da quello usato fino all' anno scorso nella Serie A e che non ha avuto buoni effetti, come si è visto, nei conti di Premium. A quel punto dentro il Biscione avrebbe preso il sopravvento il partito dell' orgoglio di bandiera e sarebbe stata dichiarata la guerra alla pay tv di Murdoch. Girano anche voci che la divisione di posizioni negoziali dentro Mediaset vedesse l' ad di Premium Franco Ricci tra le colombe mentre Marco Giordani, cfo di gruppo e ad di Rti, la subholding degli asset italiani, tra i falchi.

 

binge watch televisione tv netflixbinge watch televisione tv netflix

Ma sono voci, appunto. Certo è che l' asta si è tenuta nel febbraio 2014. Mediaset vi si è aggiudicata i diritti esclusivi per l' Italia, sia sul terrestre che sul satellite. E visto il prezzo pagato, la concorrenza, i non buoni risultati di Premium alle spalle, può suonare strano che non abbia cercato da subito il modo di valorizzare i diritti satellitari. Cosa che deve invece fare ora e di corsa: il decoder è il primo passo, ora dovrà costruire un pacchetto di offerta con la sola Champions (la Serie A via satellite è esclusilva Sky) e con altri contenuti, film o fiction.

 

Ma un conto è fare la pay con una decina di canali terrestri, un conto il satellite: servono più contenuti. E costano. Nel frattempo l' accordo con Google appena raggiunto mercoledì scorso potrebbe portare qualche frutto sul versante online, ma ci vorrà tempo.

 

binge  watching  televisione tv netflixbinge watching televisione tv netflix

La tv on demand di gruppo Infinity, in sostanza una Netflix made in Cologno, ha raggiunto, nelle dichiarazioni aziendali, i 500 mila abbonati paganti, ma paganti un prezzo di 5 euro al mese che, se restassero costanti, assicurerebbero ricavi per 30 milioni l' anno. Però ora la concorrenza qui non è più solo Tim Vision di Telecom o la Chili Tv di Stefano Parisi, ma proprio Netflix, che da giovedì scorso ha aperto ufficialmente in Italia. Anche non dovesse fare risultati esplosivi è probabile che bloccherà o rallenterà di molto la crescita degli altri.

A meno che Mediaslet non acceleri gli investimenti sui contenuti.

 

Ma non del calcio che, come sottolineano tutti, ha un grosso handicap: ogni tre anni i diritti si azzerano e si riparte con una nuova asta, solitamente più costosa, mentre il numero delle partite e anche quello degli utenti resta più o meno lo stesso. Insomma, per diventare una vera Media Company la via per Mediaset è lunga: c' è ma è in salita. E il recupero del mercato pubblicitario italiano non è più sufficiente, anche se la raccolta è data in crescita nei prossimi 3-4 anni.

 

MARINELLA SOLDI MARINELLA SOLDI

La tv in chiaro non è morta, sicuramente non verrà uccisa da Netflix, almeno non nell' immediato. Ma non è più quel pascolo esclusivo del Biscione che era fino a qualche anno fa. Sky continua con le sue azioni di disturbo, l' ultima l' acquisto da Mtv del tasto 8 del telecomando. Discovery continua a crescere nella raccolta pubblicitaria, dove ha già superato Cairo e La7. E la riforma della Rai promette di fare di Viale Mazzini un concorrente non pù così sedato come una volta. Certo, partire con una quota di mercato del 60% di tutti gli spot che passano sulla tv italiana è un bel blocco di partenza. Ma oggi non basta più chiamarsi Mediaset. E può essere una sfida di mercato affascinante.

 

 

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte elly schlein matteo ricci giorgia meloni francesco acquaroli

DAGOREPORT - COME E' RIUSCITO CONTE, DALL’ALTO DEL MISERO 5% DEI 5STELLE NELLE MARCHE, A TENERE IN OSTAGGIO IL PD-ELLY? - L'EX ''AVVOCATO DEL POPOLO'' È RIUSCITO A OTTENERE DALLA "GRUPPETTARA CON L'ESKIMO" LE CANDIDATURE DI ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA, E SENZA SPENDERSI GRANCHE' PER MATTEO RICCI. ANZI, RIEMPIENDO I MEDIA DI DISTINGUO E SUPERCAZZOLE SULL’ALLEANZA (“NON SIAMO UN CESPUGLIO DEL PD”) – IL PIU' MADORNALE ERRORE DEL RIFORMISTA RICCI E' STATO DI FAR SALIRE SUL PALCO L'"ATTIVISTA" DEL NAZARENO, AGITANDOSI PER GAZA ANZICHE' PER UNA REGIONE CHE LA GLOBALIZZAZIONE HA IMPOVERITO LE INDUSTRIE (SCAVOLINI, TOD'S, ETC.), LA DISOCCUPAZIONE E' ARRIVATA E I MARCHIGIANI SI SONO SENTITI ABBANDONATI - VISTO IL RISCHIO-RICCI, E' ARRIVATA LA MOSSA DA CAVALLO DELLA DUCETTA: ''ZONA ECONOMICA SPECIALE'' E UNA PIOGGIA DI 70 MILIONI DI AIUTI...

al-thani netanyahu trump papa leone bin salman hamas

DAGOREPORT – STASERA INIZIA LA RICORRENZA DI YOM KIPPUR E NETANYAHU PREGA CHE HAMAS RIFIUTI IL PIANO DI PACE PER GAZA (ASSEDIATO IN CASA DALLE PROTESTE E DAI PROCESSI, PIÙ DURA LA GUERRA, MEGLIO È). NON A CASO HA FATTO MODIFICARE LAST MINUTE IL TESTO RENDENDOLO PIÙ DIFFICILE DA ACCETTARE PER I TERRORISTI CHE, A LORO VOLTA, INSISTONO SU TRE PUNTI: UN SALVACONDOTTO PER I CAPI; UN IMPEGNO A CREARE LO STATO DI PALESTINA; IL RITIRO DELL’ESERCITO ISRAELIANO, ANCHE DALLA ZONA CUSCINETTO – PRESSING FORTISSIMO DI VATICANO, ONU E PAESI ARABI PER CHIUDERE L'ACCORDO – EMIRI E SCEICCHI INFURIATI PER IL RUOLO DI TONY BLAIR, CHE BOMBARDÒ L’IRAQ SENZA MAI PENTIRSI – L’UMILIAZIONE DI “BIBI” CON LA TELEFONATA AL QATAR: L’EMIRO AL THANI NON HA VOLUTO PARLARE CON LUI E HA DELEGATO IL PRIMO MINISTRO – L’OBIETTIVO DEI “FLOTILLEROS” E L’ANTISEMITISMO CHE DILAGA IN EUROPA

luca zaia matteo salvini roberto vannacci

IL CORAGGIO SE UNO NON CE L'HA, MICA SE LO PUO' DARE! LUCA ZAIA, ETERNO CACADUBBI, NICCHIA SULLA CANDIDATURA ALLE SUPPLETIVE PER LA CAMERA: ORA CHE HA FINALMENTE LA CHANCE DI TORNARE A ROMA E INCIDERE SULLA LEGA, DUELLANDO CON VANNACCI E SALVINI CONTRO LA SVOLTA A DESTRA DEL CARROCCIO, PREFERISCE RESTARE NEL SUO VENETO A PIAZZARE QUALCHE FEDELISSIMO – SONO ANNI CHE MUGUGNANO I “MODERATI” LEGHISTI COME ZAIA, FEDRIGA, GIORGETTI, FONTANA MA AL MOMENTO DI SFIDARE SALVINI, SE LA FANNO SOTTO...

elly schlein tafazzi

DAGOREPORT: IL “NUOVO PD” DI ELLY NON ESISTE - ALIMENTATA DA UN'AMBIZIONE SFRENATA, INFARCITA SOLO DI TATTICISMI E DISPETTI, NON POSSIEDE L'ABILITÀ DI GUIDARE LA NOMENKLATURA DEL PARTITO, ISPIRANDOLA E MOTIVANDOLA - IL FATIDICO "CAMPOLARGO" NON BASTA PER RISPEDIRE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO L'ARMATA BRANCA-MELONI. NELLE MARCHE IL PD-ELLY SUBISCE IL SORPASSO DELLE SORELLE D'ITALIA - QUELLO CHE INQUIETA È LO SQUILIBRIO DELLA DUCETTA DEL NAZARENO NELLA COSTRUZIONE DELLE ALLEANZE, TUTTO IN FAVORE DI UN'AREA DI SINISTRA (M5S E AVS) IN CUI LEI STESSA SI È FORMATA E A CUI SENTE DI APPARTENERE, A SCAPITO DI QUELLA MODERATA, SPAZIO SUBITO OCCUPATO DALLA SCALTRISSIMA DUCETTA DI VIA DELLA SCROFA, CHE HA LANCIATO AMI A CUI HANNO ABBOCCATO LA CISL E COMUNIONE E LIBERAZIONE - CHE ELLY NON POSSIEDA VISIONE STRATEGICA, CAPACITÀ DI COMUNICAZIONE, INTELLIGENZA EMOTIVA, PER FRONTEGGIARE IL FENOMENO MELONI, E' LAMPANTE - OCCORRE URGENTEMENTE, IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, RISPEDIRE ELLY SUI CARRI DEI GAY-PRIDE, PUNTANDO, DOPO LE REGIONALI D'AUTUNNO, SU UNA NUOVA LEADERSHIP IN SINTONIA COI TEMPI TUMULTUOSI DI OGGI

raoul bova beatrice arnera

DAGOREPORT: RAOUL, UN TRIVELLONE ''SPACCANTE''! - DAGOSPIA PIZZICA IL 54ENNE BOVA ATTOVAGLIATO ALL'ORA DI PRANZO AL RISTORANTE “QUINTO”, A ROMA, IN COMPAGNIA DELLA FASCINOSA TRENTENNE BEATRICE ARNERA, CON CUI RECITA NELLA FICTION “BUONGIORNO, MAMMA”, ATTUALMENTE IN ONDA SU CANALE5 – GLI AVVENTORI DEL RISTORANTE NON HANNO POTUTO FARE A MENO DI NOTARE L'AFFETTUOSA INTIMITÀ TRA I DUE ATTORI: BACI GALEOTTI, ABBRACCI E CAREZZE FURTIVE FINO A UN INASPETTATO E IMPROVVISO PIANTO DI BOVA – DOPO LO SCANDALO DEGLI AUDIO PICCANTI INVIATI A MARTINA CERETTI, DIFFUSI DA FABRIZIO CORONA, CHE HANNO TENUTO BANCO TUTTA L’ESTATE, ORA QUEL MANZO DI BOVA SI RIMETTE AL CENTRO DELLA STALLA…

beatrice venezi

DAGOREPORT: VENEZI, IL "MOSTRO" DELLA LAGUNA – COME USCIRANNO IL MINISTRO "GIULI-VO" E IL SOVRINTENDENTE COLABIANCHI DAL VICOLO CIECO IN CUI SONO FINITI CON L’INSOSTENIBILE NOMINA DELLA “BACCHETTA NERA”? – IL “DO DI STOMACO” DEGLI ORCHESTRALI DEL TEATRO LA FENICE HA RICEVUTO LA SOLIDARIETÀ DEI PIÙ IMPORTANTI TEATRI LIRICI, DA LA SCALA DI MILANO AL SAN CARLO DI NAPOLI: CHE FARE? – CHISSÀ SE BASTERÀ LA MOSSA ALL’ITALIANA DI “COMPRARSI” LE ROTTURE DI COJONI COL VIL DENARO, AUMENTANDO LO STIPENDIO DEGLI ORCHESTRALI? – L’ARMATA BRANCA-MELONI DEVE FARE I CONTI NON SOLO CON IL FRONTE COMPATTO DEL MONDO SINDACALE LIRICO, MA ANCHE CON I 48MILA VENEZIANI RIMASTI A SOPRAVVIVERE NELLA CITTÀ PIÙ FATALE DEL MONDO. ABITUATI AD ALTI LIVELLI DI DIREZIONE D’ORCHESTRA, DA ABBADO A CHUNG, I LAGUNARI SONO SCESI SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO LO SBARCO DELL’”ABUSIVA” VENEZI (I LAVORATORI DELLA FENICE HANNO ORGANIZZATO UN VOLANTINAGGIO CONTRO LA BIONDA VIOLINISTA)E GIULI E COLABIANCHI FAREBBERO BENE A RICORDARSI CHE I “VENESIAN” SONO POCHI MA IRRIDUCIBILI: I PRINCIPI NON SI COMPRANO. COME SI È VISTO NELLA LORO VITTORIOSA GUERRA CONTRO IL PASSAGGIO DELLE GRANDI NAVI DA CROCIERA NEL CUORE DELLA CITTÀ…- VIDEO