josi luca andrea cangini fukushima

IN DIFESA DELLO SCOOP PAPALE - LUCA JOSI: “ANDREA CANGINI, DIRETTORE DI ‘QN’, È PERMEABILE ALLE SUGGESTIONI COME UNA LAMIERA ALL’ACQUA. LA NOTIZIA DELLA MALATTIA DI UN PAPA È RILEVANTE, PUNTO. INUTILE PARLARE DI MANDANTI, TEMPISTICA, FONTI"

Lettera di Luca Josi a Dagospia

 

andrea canginiandrea cangini

Squaderno subito il mio conflitto: sono amico di Andrea Cangini, il direttore di QN responsabile dello scoop papale. In questi giorni, ci siamo sentiti una sola volta senza confrontarci sugli elementi che sostanziano la rivelazione del giornale da lui guidato.

 

Cangini è un giornalista permeabile alle suggestioni quanto una lamiera all'acqua. Fa il giornalista: ascolta, valuta, verifica, traduce e consegna ai suoi lettori quello che ritiene rilevante (esercizio, comune a questa testata, ormai equiparato ad attività  esoterica).

 

La notizia della malattia di un Papa lo è. Nel nostro Paese, la crisi dell'informazione è attribuita solitamente al disamore dei lettori e raramente alla qualità delle notizie che loro si offrono, costruite più sulle necessità dell'editore che del lettore.

 

LUCA JOSI LUCA JOSI

Riffeser, l'editore di QN, sembra alieno a sensazionalismi o avventurismi informativi. Per inquadrare la specie umana, trattasi del gruppo che ha cresciuto, in quel di Bagnaia, il fenomeno di Andrea Ceccherini, il prodigioso ex giovane socialista, poi assurto a tessitore di relazioni giornalistiche, l'Osservatorio Permanente Giovani-Editori, al quale s'inchina l'establishment intero nelle contorsioni più felpate.

 

Elenchiamo ora i "rilievi":

 

il direttore La Stampa Mario Calabresi lAd di Poligrafici Editoriale Andrea Riffeser Monti e Ferruccio de Bortoli direttore del Corriere della Sera il direttore La Stampa Mario Calabresi lAd di Poligrafici Editoriale Andrea Riffeser Monti e Ferruccio de Bortoli direttore del Corriere della Sera

Tempistica: il momento scelto rivelerebbe l'intento manipolatorio. Argomento fragile e usurato dalla comunicazione politica, dove è richiamato ogni qual volta l'attività giudiziaria si manifesta, così da evocare l'impiego di una "giustizia a orologeria". L'agenda papale, poi, tra sinodi, viaggi nella Cuba trans-comunista e Giubileo risulta ben più intasata di quella elettorale italiana.

 

Takanori Fukushima: il neurochirurgo giapponese ha una narrazione sinusoidale. Non si capisce bene come vada mostrato: inaffidabile cialtrone e sòla egoico tra selfie tarocchi, vanità in Ferrari e presunte tangenti dai pazienti per essere operati - pontefice, pacificamente, escluso - oppure Stakanov e semidio dell'encefalo, dunque affidabile, quando lo si affianca alla sua smentita; argomenti, nel loro nistagmo, poco più pertinenti dei calzini turchesi del giudice Mesiano per valutarne l'affidabilità.

 

takanori fukushima udienza pubblica con bergogliotakanori fukushima udienza pubblica con bergoglio

Fonti: la rivelazione non sembra orecchiata da un'intercettazione; quella in cui si trascrissero le parole di un medico per ottenere la capitolazione del suo paziente, si consumò in Sicilia; il medico era un altro e l'interlocutore, Crocetta, non era un dispregiativo del simbolo cristiano, ma il cognome di un esuberante presidente siciliano.

 

la foto ritoccata di fukushima con papa bergogliola foto ritoccata di fukushima con papa bergoglio

I mandanti: escluso il transeunte sindaco Marino e il maggiordomo, che non c'è più, ci troviamo di fronte a conflitti tra Opus Dei verso Compagnie di Gesù e, si sostiene, molto altro ancora nel ricordo umiliante che la fantasia umana, coi suoi "Troni di spade", è più arida della realtà.

 

In questo clima pavlovianamente confessionale, se si volesse cercare un'origine di questa criticità, andrebbe ritrovata nel Papa che si fece uomo, rivendicando il suo diritto alla stanchezza e alla sopraggiunta inadeguatezza a vestire il ministero petrino, così da spalancare le porte a una lettura ospedaliera dell'efficienza rimasta sempre estranea a quel ruolo.

 

Trattandosi di una religione in il cui Dio fattosi uomo ha significato la sua missione attraverso sofferenze inscrivibili e trovando nel sacrificio di sé l'esempio dell'illuminazione, appare claudicante l'argomento che, se malato, il Papa sarebbe stato protetto dai  suoi faticosi viaggi. Nell'infinita solitudine disperata dei Getsemani, il Signore non si protesse dalla prospettiva del Golgota, ma la incarnò per il suo insegnamento.

BORSELLINO - TUTINO - CROCETTABORSELLINO - TUTINO - CROCETTA

 

Le notizie di QN sono quindi "calunnie", "balle" o "bufale" per alcuni opinionisti servizievoli, altri di servizio o alcuni, per loro umana vanità, contigui ai servizi.

 

Il mondo Vaticano è da secoli miniera di fascinazioni interpretative e negli ultimi anni fonte d'ispirazione per inchieste giornalistiche e saggistiche, intarsiate su rivelazioni e riletture di morti improvvise, tentati assassini, rapimenti di giovani, assassini riusciti e suicidi di guardie armate.

 

Niente di tutto questo rientra nel lavoro di QN, ma si tratta di qualcosa di più vicino a quanto ricordato dall'editorialista di Repubblica, Vito Mancuso:

 

"Certo è che sarebbe difficile oggi nascondere a lungo una notizia sulla salute del Pontefice: (...) quotidianamente esposto allo sguardo delle telecamere di tutto il mondo. Avvenne una quindicina di anni fa con Giovanni Paolo II, il cui morbo di Parkinson, prima sistematicamente negato dal portavoce vaticano, poi divenne evidente agli occhi di tutti. La salute del corpo di un Papa non è mai stata solo un fatto privato, e oggi lo è meno che mai".

 

silvio e wojtylasilvio e wojtyla

Esatto, quel male fu platealmente negato fino a quando venne percepito nella magnitudo della scala Richter.

 

Ieri Avvenire, a pagine due, titolava: "La nostra fede e la visione dell'universo: noi stiamo sempre con Galileo il saggio". Buono a sapersi, ma non da sempre. Dal 31 ottobre 1992. 359 anni dopo.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…