le sugar baby cercano mentori per pagare le rate universitarie
Hannah Rose Ewens per “Dazed Digital”
Diventare “baby” non è più una cosa di nicchia, ora che è nato “Let’s Talk Sugar” il sito-costola di “Seeking Arrangement”, per uomini (o donne) ricchi e soli. Le ragazze iscritte a
“Seeking Arrangement” sono oltre 3 milioni, e molte sono studentesse che cercano di finanziarsi l’università.
paparini e ragazze fanno accordi chiari la sugar baby brook urick
Il fondatore Brandon Wade una volta disse che “l’amore è un concetto per i poveri”, la portavoce Angela Bermudo spiega che “paparini e mammine” hanno contanti e poco tempo: «Non riescono ad avere appuntamenti tradizionali. Mantengono una ragazza e in cambio hanno una relazione su misura». Come si negozia? Come ci si tutela? Come si incassano soldi evitando di scopare? Insomma come si diventa “baby”? “Let’s Talk Sugar” cancella ogni dubbio e crea una guida apposita, di cui ci parla Brook Urick, ex-Sugar Baby.
Come nasce l’idea del sito?
«Abbiamo cominciato con uno show su YouTube sul nostro stile di vita, ma volevamo contenuti originali, avevamo bisogno di una voce autorevole. Così ora le aspiranti possono contattarci e farci le domande che desiderano. Abbiamo esperti che danno delucidazioni e insegnano trucchetti. Esiste un forum e un crescente bisogno di figure guida».
Sul sito vendete uno stile di vita che somiglia a quello dei sogni....
«La fiaba è una cosa comune. Sin da piccole ci raccontano di Cenerentola e del Principe Azzurro, ci insegnano che arriverà un uomo che si occuperà di noi e che non ci farà mancare niente. I paparini e le mammine sono spesso amministratori delegati, gente di affari e di successo, con almeno 10 o 15 anni più delle ragazze. Puoi avere lo stile di vita che desideri, se è quello che cerchi».
In questo caso la relazione sessuale è legittima?
«Assolutamente. Ogni rapporto è diverso, c’è chi cerca una relazione platonica, chi romantica»
Detto così, sembra un accordo perfetto...
«Nessuna relazione è perfetta, ma se i nostri utenti sono onesti e mettono subito in chiaro le aspettative e le offerte, gli accordi diventano quasi perfetti».
Mai sentito di incidenti o rapporti finiti male? E avete un servizio di sostegno quando accade?
«L’incontro on line è sempre rischioso e il nostro sito non fa differenza, però ci si trovano raccontate le esperienze altrui, si leggono consigli di esperti. Su “SeekingArrangement”, si possono segnalare i tipi che per qualsiasi motivo mettono a disagio le ragazze».
Come sei diventata Baby?
«Io ero giornalista e anche Sugar Baby, ma senza saperlo. Vivevo a Las Vegas e il mio fidanzato era sempre via per lavoro. Mi comprava regali, mi pagava biglietti aerei per raggiungerlo oppure si presentava qui in città per portarmi in giro in Maserati. Insomma, mi faceva fare ciò che non mi potevo permettere. Non c’è niente di male nel trascorrere del tempo con qualcuno che ti vizia. Nessuno dei due pensava che ci saremmo sposati»
Nella community si leggono molti acronimi e termini. Puoi spiegarcene qualcuno?
«Lo Sugar Daddy normale vizia le sue bambine per i motivi giusti. Il “POD” è lo Sugar Daddy potenziale. Il “Salt Daddy” è un ragazzo che usa il sito per incontrare le ragazze e finge, promette che le vizierà invece vuole solo portarsele a letto. Lo “Splenda Daddy” è il ragazzo che vuole davvero essere uno Sugar Daddy ma non ha i soldi. Una volta a settimana rispondo alle domande delle ragazze. Spesso si aspettano valanghe di soldi e non capiscono che gli uomini possono volere una connessione di altro tipo. Alcuni vogliono più appuntamenti, prima di capire se è il caso di viziare la loro partner o no».
Come si inizia?
«Devi avere un obiettivo preciso, sapere a cosa vai incontro, poi crei un tuo profilo. Sul sito ci sono circa otto paparini per ogni ragazza, devi distinguerti».
Chi sono i vostri clienti?
«Paparini e mammine troppo impegnati per poter creare un rapporto tradizionale. Potrebbero sperimentarne di pessimi con persone che non condividono o non comprendono il loro stile di vita. Le bambine sono sulla stessa barca. Vanno all’università o fanno altri lavori, hanno bisogno di qualcuno che le aiuti. Vanno dai trenta ai cinquanta anni, a volte sono madri single. Le due parti si incontrano a metà strada».
Le ragazze sono mal giudicate per questo accordo?
«La gente non capisce quanto beneficio traggano le due parti. Non è illegale, nessuno qui è una vittima. Nasce sempre una certa negatività quando le donne si comportano come gli uomini e usano il rapporto a proprio vantaggio. Le ragazze del nostro sito sono “sex positive”, cioè usano i loro corpi se e quando lo vogliono. Non c’è regola che imponga di fare sesso».
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