FUGA DA MONDAZZOLI – L’EDITOR DI PUNTA DELLA NARRATIVA ITALIANA LASCIA MONDADORI PER GIUNTI – FRANCHINI, COME EDITOR, TRASFORMO' "GOMORRA'' DI SAVIANO IN UN SUCCESSO GLOBALE - IN POCHE SETTIMANE SONO TRE I MANAGER CHE HANNO FATTO CIAO A SEGRATE
Raffaella De Santis per “la Repubblica”
Alla vigilia della nascita di Mondazzoli, il colosso editoriale che dovrebbe vedere la luce entro settembre dalla fusione di Mondadori e Rizzoli, la casa editrice di Segrate perde un altro pezzo pregiato. Dopo Antonio Riccardi e Valerio Giuntini se ne va anche Antonio Franchini, che trasloca alla Giunti. Nell’ordine Mondadori ha visto andar via un direttore editoriale, un direttore commerciale e ora l’editor di punta della narrativa italiana.
Per Giunti è un grande colpo. Il nome di Franchini nel mondo dell’editoria è un marchio di qualità. Napoletano, classe ‘58, Franchini è lo scopritore di esordienti di successo, Alessandro Piperno per dirne uno. Il suo fiuto per i titoli è proverbiale: è suo La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, per dirne un altro. Dunque, il colosso che nascerà da Mondadori e Rizzoli non lo attirava abbastanza? Franchini si schermisce: «Sono un uomo con una scarsa sensibilità politica. Quello che mi piace fare è leggere mano-scritti, pubblicare esordienti, vederli diventare scrittori e infine scrittori di successo. Il Big Game mi piace molto meno. La lettura dell’organigramma aziendale, il totomanager, l’ermeneutica dei comportamenti non mi interessano ».
Alla Giunti Franchini andrà a fare il direttore editoriale del settore narrativa e saggistica. Martino Montanarini, amministratore delegato della casa editrice fiorentina, racconta di una trattativa non lunga, svoltasi ovviamente col fiato di Mondazzoli sul collo: «La fusione spinge gli editori italiani a una serie di contromosse. Immagino che potranno esserci acquisizioni. Ci attrezziamo. Non potevamo stare a guardare ».
È chiaro però che qualcosa è andato storto. Se Franchini va via senza estenuanti trattative, evidentemente i tempi erano maturi per una decisione del genere: «Ho scelto di andarmene senza alzare la posta, non ho usato l’offerta di Giunti per rilanciare. Dopo ventinove anni in Mondadori avevo voglia di vivere una nuova avventura». E se invece Mondadori avesse rilanciato con un nuovo progetto? Dice Franchini: «È difficile che un grande gruppo abbia la percezione di grande rilancio o semplicemente di lancio. Un’idea di rilancio può averla un editore con caratteristiche diverse. Più grande è la realtà più è difficile focalizzare il progetto».
Premio Strega ALESSANDRO PIPERNO jpeg
Non che Giunti sia un piccolo gruppo: se Mondadori è al primo posto nelle quote di mercato con il 27%, il gruppo di Firenze è al quarto con il 6,3%. Ma la scacchiera è destinata a cambiare, perché la gigantesca concentrazione Mondadori-Rizzoli si accaparrerebbe quasi il 40% del mercato. È evidente che Giunti voglia rafforzare la narrativa per diventare più competitiva. Pochi giorni fa è riuscita a piazzare una sua autrice, Carmen Pellegrino, terza al Campiello. Dice Franchini: «Giunti è la più antica casa editrice italiana. Non è vero che nella sua storia si è disinteressata alla narrativa. Ricordo la collaborazione con Enzo Siciliano ai tempi di Nuovi Argomenti.Ora ha deciso di investire su un progetto di narrativa forte».
La sensazione è che la storia non finisca qui. Franchini in questi anni ha sempre lavorato con un suo gruppo. Vorrà portarsi dietro qualcuno di cui si fida? L’editor non conferma né smentisce: «Sarebbe poco serio parlarne. Posso solo dire che in Mondadori c’è una squadra di ragazzi preparatissimi ». Vedremo nei prossimi giorni se l’emorragia a Segrate sarà destinata a peggiorare.
ALESSANDRO BOMPIERI AD RCS LIBRI