PENNE AVVELENATE - MASSIMILIANO PARENTE SBRANA LA REGINA ELISABETTA SGARBI, DOMINUS DELLA BOMPIANI, AL CENTRO DI UNA RETE DI POTERE CHE VA DALLA CASA EDITRICE ALLA TELEVISIONE (“MASTERPIECE”)
Massimiliano Parente per Dagospia
Non facciamo i complimenti alla geniale famiglia Sgarbi? Da più di vent'anni la regina Elisabetta dirige la casa editrice Bompiani, con la quale, oltre ai libri del fratello Vittorio (che almeno vendono qualcosa, credo) pubblica librini non comprati da nessuno e che nessuno vede neppure in libreria, dove però inserisce i propri tremendi documentari, spesso con l'aiuto dell'aiuto-regista, nonché giovane compagno Eugenio Lio, che talvolta la intervista nei medesimi "film" con la reverenza dovuta a Spielberg (imperdibili), e per caso è assunto come editor proprio dalla Bompiani.
Altrettanto casualmente il Corriere della Sera, della RCS, gruppo editoriale proprietario della Bompiani, non manca di regalarle, a ogni filmino, un articolo sulla "regista". D'altra parte la regina è notoriamente schierata con i progressisti, all'ufficio stampa è stato assunto perfino il nipote di Umberto Eco, e l'autore di punta è l'eterno candidato al Ninfeo Antonio Scurati (quando pubblicai con Bompiani fui minacciato di non poterne scrivere male, altrimenti mi sarebbe stata fatta "terra bruciata intorno"), il quale però ricevette sovvenzioni comunali dal fratello della regina, assessore di destra a Milano per un festival della letteratura rigorosamente di sinistra (un precursore delle larghe intese).
Infine la Regina ha pubblicato per Skira, marchio Bompiani, il libro del padre novantenne, il quale è un'opera così bella da meritarsi il premio Bancarella Opera Prima. Insomma, tanto di cappello e coppola a questa stupenda famiglia di eterni enfants prodiges, io li farei tutti senatori a vita prima che aboliscano il Senato, e a questo punto direi che all'appello manca solo la mamma Rina (o Riina, non ricordo), magari con un bel feuilleton famigliare per il prossimo Premio Strega, la trama, in sintesi, è già tutta qui, ma chissà quanti sublimi retroscena.