1. PERCHÉ I COLLEGAMENTI CON GLI INVIATI SKY SONO TUTTI DALLE MEJO SPIAGGE DO BRASIL? 2. I TELE-SADICI PUNTANO SU FACEBOOK: “LE PAGLIACCIATE DI CARESSA”, CON 16MILA FANS 3. LA MEJO USCITA DI FABIONE? QUANDO HA RIVELATO AL MONDO LA PANACEA DI TUTTI I MALI DEL CALCIO ITALIANO: I VIVAI? L’ETICA SPORTIVA? IL CT? NO, LA BOMBOLETTA SPRAY! 4. ASCOLTIAMOLO: “A ME LA BOMBOLETTA PIACE TANTISSIMO” (OGNUNO HA LE SUE PERVERSIONI); “NON MI INTERESSA SE NON VI PIACE, COMINCIAMOLO A CAMBIARE QUESTO CALCIO ITALIANO” (E SENZA BOMBOLETTE, OGGI, NON SI PUÒ CAMBIARE MICA VERSO) 5. SENZA ABBANDONARE IL PLURALE MAIESTATIS E CONTINUANDO A PARLARE ORGOGLIOSAMENTE DA SOLO, CARESSA PROSEGUE: “E ADESSO NOI ANDREMO SEMPRE PIÙ DURI SU QUESTE COSE. E CHI NON È IN GRADO DI ADATTARSI AL MONDO NUOVO, SE NE VADA”

Andrea Scanzi per “il Fatto quotidiano

 

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Doveva essere “il Mondiale dei Mondiali”, almeno a sentir Sky, ma è più che altro il mondiale della spiaggia. Ultima spiaggia, per l’Italia; spiaggia quotidiana, per Sky. Quasi tutti i collegamenti hanno per scenario lei. A SkyTg24 si sta consumando il piccolo martirio di Stefano Impallomeni. Talento delle giovanili della Roma e stimato da Eriksson, fu costretto al ritiro anticipato anche per colpa di un brutto intervento di Alessandro Costacurta. Ora Impallomeni fa il giornalista e ha pure Costacurta come collega.

 

Appare ogni dì a SkyTg24, ogni volta da una spiaggia di Rio. Compito e professionale, resiste al golgota dei servizi diversamente lirici di Nosotti e non molla. Lo sottopongono a orari spietati e importunano per notizie marginali, ma lui c’è. Il suo stoicismo è stato notato anche su Twitter: “Mandate a letto Impallomeni!!!”, “SkyTg24 liberate Impalloneni, non può arrivare alla fine di SkyMondiali”, “Scalatemi dall’abbonamento le vacanze a Rio di Impallomeni”.

 

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La spiaggia regna nell’imprescindibile Copacabana su SkySport. Esiste in versione Day e Night ed è condotto, peraltro bene, dal bravo Alessandro Bonan. In studio due ospiti a rotazione. Collegato dalla spiaggia c’è poi Giovanni Guardalà, il cui cognome è non a caso un’invocazione. Due giorni fa si è esibito in un’intervista al finto Vidal: una burla parsa a tutti irresistibile. Copacabana si occupa soprattutto di calciomercato ed è per questo che l’ipercompetente Gianluca Di Marzio ne è fiero mattatore.

 

Oltre a conoscere tutte le operazioni di mercato del pianeta Terra, Di Marzio ha il ruolo di importunare simpaticamente tutti gli ambulanti della spiaggia di Maracanà, nell’intento – teoricamente ironico – di contrattare l’acquisto di cibo e cappelli, palloni e pupazzi di Neymar. Un giorno è andato al mercato di frutta e verdura, con l’obiettivo di comprare la patata più buona del Brasile o qualcosa del genere: bei momenti. Nella versione “day” veste giovane, in quella “night” indossa spesso felpina e occhialoni da vista con montature rosse.

 

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Assai convinto di rivelare notizie imprescindibili per il genere umano, Di Marzio approccia i tifosi (e possibilmente le tifose) per poi chiedergli in ogni lingua possibile cose tipo: “Au meni dollars for tickets?”. I servizi di punta sono di Alessandro Alciato. Ieri, in una ricostruzione commovente, raccontava le “scuse segrete” di Balotelli a Prandelli nel volo di ritorno e i “300 secondi di litigio” durante l’intervallo di Italia-Uruguay. Buffon: “Mario, smettila”; Balotelli: “Uffa…”; Prandelli: “Basta, hai rotto i coglioni, ti tolgo!”. Il tutto in un parossismo di musiche a metà tra i Rondò Veneziano depressi e un Emis Killa persino meno ispirato del solito.

 

Ovvio però che il campionissimo Sky resti lui: Fabio Caressa. Due sere fa commentava Algeria-Russia con il preparato e misurato Bergomi. Caressa, a cui è stata dedicata su Facebook una pagina incresciosamente perfida (“Le pagliacciate di Fabio Caressa”, 16mila fans), era caricatissimo: “Sarà una bella partita, amici”. Con coraggio indomito, ha sferzato arbitro e giocatori: “Un calcio d’angolo orribile”; “Eh ma qui non sono d’accordo, se fischi poi lo devi ammonire, eh”.

 

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Caressa ha dileggiato in particolare il portiere russo, con una ferocia sarcastica che – chissà perché - è solito usare con giocatori stranieri e se possibile assai lontani dalla serie A: mai sentito toni analoghi per le castronerie di Chiellini e Balotelli, per dire. Caressa ha poi rivelato al mondo la panacea di tutti i mali del calcio italiano: i vivai? L’etica sportiva? No, la bomboletta spray.

 

Ascoltiamolo: “A me la bomboletta piace tantissimo” (ognuno ha le sue perversioni); “Non mi interessa se non vi piace, cominciamolo a cambiare questo calcio italiano” (e cominciamo dalla bomboletta, che è un po’ l’urgenza di tutti); “Non siamo più disposti ad accettare che le cose non cambino” (e senza bombolette, al giorno d’oggi, non si può cambia mica verso).

gianluca di marzio gianluca di marzio

 

Senza abbandonare il plurale maiestatis e continuando a parlare orgogliosamente da solo, Caressa ha proseguito: “E adesso noi andremo sempre più duri su queste cose” (più bombolette per tutti. Forza Fabio). “Oppure siamo perduti” (certo: se l’Italia non apre le frontiere alle bombolette, non c’è futuro. Solo apocalisse). Gran finale: “E chi non è in grado di adattarsi al mondo nuovo, se ne vada”.

 

Per John Fitzgerald Kennedy, il nuovo mondo era la nuova frontiera. Per John Lennon, il nuovo mondo era un’umanità senza più guerre. Per Fabio Caressa, il nuovo mondo è uno stock di bombolette spray. Si accontenta di poco. 

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