calabresi eco rossella valli scalfari

STAMPA BASTARDA – AVVERTITE I FIRMATARI DEL FAMOSO APPELLO CONTRO IL COMMISSARIO CALABRESI CHE PER LORO NON CI SARÀ SPAZIO SU “REPUBBLICA” – ANCHE ALLA “STAMPA” MARIOPIO NON HA PERDONATO NESSUNO – SULLA LISTA DEI “CATTIVI” CARLO ROSSELLA, EUGENIO SCALFARI, ENZO GOLINO, BERNARDO VALLI E UMBERTO ECO

1. DAGONOTA

 

Ma la famosa lista nera di Mario Calabresi colpirà anche a “Repubblica”? E’ quello che in questi giorni si chiedono i giornalisti del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, visto che anche alla Stampa di Torino, da dove arriva Calabresi, vigeva un elenco non scritto di firme sgradite al signor direttore.

 

delitto luigi calabresidelitto luigi calabresi

L’elenco in realtà non è nulla di carbonaro e non riflette antipatie personali o sgarbi professionali, o altre meschinerie. E’ un elenco pubblico e si trova agevolmente su internet alla voce “appello” o “manifesto” contro il commissario Luigi Calabresi per la morte dell’anarchico Pinelli.

 

Uscì nel giugno del 1971 come lettera aperta sul settimanale “L’Espresso” e in qualche modo contribuì a creare quel clima di odio nel quale maturò l’omicidio del commissario, l’anno seguente, per il quale sono stati poi condannati Sofri, Bompressi, Pietrostefani e Marino (pentito).  O almeno, così l’ha sempre pensata la famiglia Calabresi.

 

francobollo per Luigi Calabresifrancobollo per Luigi Calabresi

E allora, scorrendo l’elenco, si trovano i giornalisti Peppino Caldarola, Enzo Golino, Carlo Rossella, Carlo Rognoni, Eugenio Scalfari, Bernardo Valli e Furio Colombo. E poi insigni scrittori e polemisti come Tullio De Mauro, Umberto Eco e Dacia Maraini. Con Calabresi junior alla “Stampa”, non hanno mai avuto l’onore di una collaborazione. Ma alcuni stanno a “Repubblica”, come Valli; altri forse se ne stanno andando, come Scalfari, e altri ancora si stanno chiedendo che destino li aspetta a “Repubblica” o al “Venerdì”.  

EZIO MAURO MARIO CALABRESIEZIO MAURO MARIO CALABRESI

 

Sarà interessante anche vedere se questa “damnatio memoriae” colpirà nelle pagine culturali del giornale di De Benedetti, oppure se vedremo ancora lunghe articolesse dedicate ad altri firmatari del famigerato appello, tra cui i fratelli Taviani, Oliviero Toscani, i fratelli Bellocchio, Lucio Villari, Dario Fo, Inge Feltrinelli, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini e Tiziano Terzani.

 

 

2. SMOBILITAZIONE REPUBBLICA VALENTINI VIA, SCALFARI FORSE

Marco Franchi per il “Fatto quotidiano

 

Adriano Sofri Adriano Sofri

Non solo Ezio Mauro. A Repubblica, dopo l' addio del direttore (lascerà il 14 gennaio) e l' annuncio di Mario Calabresi, ci sono altri cambiamenti profondi nel nucleo storico che ha fatto nascere e crescere il quotidiano: Eugenio Scalfari, il fondatore, sarebbe in procinto di abbandonare la sua rubrica domenicale, mentre Giovanni Valentini - anche lui tra i fondatori, ex vicedirettore e firma del giornale - ha annunciato il suo commiato definitivo.

 

annamaria e giovanni valentiniannamaria e giovanni valentini

Con un tweet corredato di due immagini, infatti, Valentini ha fatto sapere che per lui "finisce qui una storia tutta da raccontare". Le foto sono la riproduzione della lettera, datata 11 novembre 1975, con cui Eugenio Scalfari l' assunse a partire dal 1° dicembre di quell' anno, esattamente quarant' anni fa, nella fase preparatoria del giornale.

 

eugenio scalfari e monica mondardinieugenio scalfari e monica mondardini

Oltre a essere stato capo della redazione milanese, inviato speciale e poi vicedirettore di Repubblica, coordinando in questa veste il gruppo di lavoro che fondò Repubblica.it, Valentini è stato anche direttore del settimanale L' Espresso e dei quotidiani veneti del Gruppo Caracciolo. Da un anno portavoce dell' Antitrust, aveva già interrotto la sua rubrica settimanale Il Sabato del Villaggio (Premio Saint Vincent di Giornalismo nel 2000), mantenendo finora una collaborazione esterna di carattere ambientale e culturale.

 

umberto ecoumberto eco

È difficile però non mettere in relazione l' uscita di Valentini, considerato da sempre uno "scalfariano doc", con il prossimo cambio alla direzione di Repubblica.

 

L' annuncio dell' arrivo di Mario Calabresi dalla Stampa di Torino, al posto di Ezio Mauro, ha provocato infatti diversi malumori in redazione. Il primo a lasciare subito il giornale era stato Adriano Sofri, ex leader di Lotta continua, a causa di un' evidente incompatibilità personale con il figlio dell' ex commissario di Ps assassinato a Milano dopo il caso Pinelli. Ma il fatto che per la seconda volta negli ultimi vent' anni il direttore di Repubblica provenga dal giornale della Fiat è destinato ad alimentare fatalmente ulteriori mal di pancia.

DARIO FO DARIO FO

 

Ora l'abbandono definitivo di Valentini appare come un segnale di smobilitazione generale. Secondo i rumors di Repubblica, lo stesso fondatore starebbe meditando di lasciare la sua creatura, considerando Calabresi troppo ambiguo nei confronti di Silvio Berlusconi e soprattutto troppo appiattito sul governo Renzi. A quanto pare, Scalfari non è stato neppure interpellato sulla nomina, prima della riunione del consiglio di amministrazione presieduto da Carlo De Benedetti.

tiziano terzani tiziano terzani

 

inge feltrinelliinge feltrinelli

E il peggio è che nemmeno Mauro, a conoscenza da tempo di questa scelta da lui stesso sostenuta, ha ritenuto di informarne il suo predecessore, rischiando di provocare così una rottura anche sul piano dei rapporti personali. Quello di domenica scorsa, dunque, potrebbe essere stato l' ultimo editoriale di Scalfari: il fondatore di Repubblica si appresterebbe a scrivere un congedo alla fine di questa settimana, riservandosi in futuro solo qualche sporadico intervento su temi culturali.

tullio de maurotullio de mauro

 

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)