VIVA I FROCI! (CATODICI) - TUTTI ORA ESALTANO CONCHITA WURST LA DRAG QUEEN BARBUTA CHE HA VINTO ALL’EUROVISION, MA QUANTI NELLE VITA COMUNE L’AVREBBERO EVITATA? IL DIVERSO È BELLO SE STA SU UN PALCOSCENICO

Daniela Ranieri per "il Fatto Quotidiano"

È interessante che il Circo Gender portato in scena dalla drag queen barbuta Conchita Wurst abbia suscitato simultaneamente l'anatema della Russia, che vede nell' "integrazione di esseri né uomini né donne" la prova del declino morale dell'Europa, e la crisi isterica dell'ex ministro Gasparri, che su Twitter ha evocato la "sparizione" dell'orribile mostro.

È come quando, ne Il Gattopardo, agli schioppi dei garibaldini Re Ferdinando aveva "la morte sul volto" e i popolani si lamentavano dei bicchieri che cadevano dalla credenza.
Ma la questione è seria. La parola "integrazione" è una delle più ambigue tra quelle usate dall'Occidente per continuare a imporre il proprio dominio sul resto del mondo con la scusa del melting pot. A farci caso, è sempre chi riteniamo inferiore a doversi integrare, sia esso immigrato (chi si lamenta della mancata integrazione di uno svedese?) o persona che irrita gli schemi sessuali che riteniamo accettabili.

Ma a fare il favore più grande alle retroguardie del pensiero è proprio la spettacolarizzazione della diversità, e in un modo così preciso da obnubilare proprio le menti che si credono più progredite. Alla stregua del Carnevale, funziona a patto che tutto resti com'è: finché queste persone si mostrano dietro lo schermo, per noi sono inoffensive e anzi sono uno specchio deforme in cui ci piace guardare la nostra liberalità.

Non intralciano i nostri progetti di società, anzi la loro devianza, davanti al cui simulacro di pixel ci sforziamo di non mostrarci sorpresi, li lubrifica nella pace delle coscienze.
Come per la scimmia di un racconto di Kafka, che per campare deve scimmiottare se stessa nel varietà, la trasformazione della propria differenza nel carro mascherato di se stessi è un sacrificio dato in pasto alla conservazione.

Infatti, come gli spettatori europei di buona cultura si affollavano davanti alla gabbia, l'audience si avventa sulla golosità del mostro, che si finge normale per sentirsi migliori. Conchita Wurst non è percepita come un uomo travestito da donna, ma come una donna barbuta: lo choc fisico che procura ottunde la questione centrale, e cioè che ha deciso di essere donna senza accondiscendere alle stereotipie di genere. Ha scelto, forse con furbizia marketologica, l'individualità scavalcando l'individuabilità.

Noi siamo talmente scemi da pensare che il fatto che abbia vinto un festival di canzoni testimoni di un raggiunto livello di progresso civile dell'Europa, essendo invece una specie di una tantum catodica, un pomeriggio al circo, tanto più emozionante quanto più la bestia ci viene vicino dietro la transenna e ci resta lontano nel resto dell'anno. Così gioimmo quando Vladimir Luxuria vinse l'Isola dei famosi, certo di più di quando, prima (e unica) trans, entrò in Parlamento.

Anche il cinema scopre nuovi soggetti per i drammi borghesi di un ceto medio riflessivo e autoindulgente: Più buio di mezzanotte, film di Sebastiano Riso, racconta l'adolescenza disperata della drag queen Fuxia nel ventre marcio di Palermo.

Così per la settimana della critica ecco pronti femminielli, puttani, ragazzi-crisalide talmente immersi nel degrado da essere innocui, confezionati nel rassicurante quadro di esterni/notte simmetrici agli interni/giorno di Ozpetek, in un pacchetto all inclusive ricattatorio nei confronti di chi guarda. Quanto è edificante questa storia? Quanto esci dal cinema migliore? Perché se non t'è piaciuto, allora odi gay e trans, come un Gasparri qualsiasi.

La vera domanda è: quanti di noi assumerebbero Conchita o Fuxia nell'azienda di famiglia? Quanti politici le candiderebbero nelle loro liste in un modo che non faccia sospettare un loro abuso mediatico? Quanti, trovandosele accanto in uno stabilimento balneare, non darebbero di gomito al vicino?

Ci piace nobilitare quello che guardiamo pensando che tutto può avvenire, e fa niente se già avveniva anche senza il nostro consenso. L'atteggiamento clemente (in fondo anche i trans e le donne barbute sono come noi, soffrono e amano come noi) di noi acculturati tedofori del pensiero rappresenta una denigrazione dell'umano più fine e quindi più pericolosa dell'aperto scherno che può venire da un ignorante. Se è ridicolo insultare, nondimeno non abbiamo nessun diritto di essere tolleranti.

 

La Drag Queen Conchita Wurst valerio scanu e conchita wurst FUXIAFUXIA

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…