VIVA LA SATIRA (IN FRANCIA) - TRAVAGLIO INCENERISCE “I PEGGIORI CENSORI ITALIOTI CHE ORA DIFENDONO IL DIRITTO-DOVERE DELLA SATIRA DI ATTACCARE CHIUNQUE. PURCHÉ, OF COURSE, NON IN ITALIA”

Marco Travaglio per il “Fatto quotidiano

 

Daniele luttazziDaniele luttazzi

Commovente questa appassionata difesa della libertà assoluta di satira da parte dei peggiori censori italioti. Gente che per vent’anni ha leccato politici e potenti di ogni colore, praticato e giustificato censure, chiesto e ottenuto la cancellazione di programmi in tv fino alla totale abolizione della satira dalla Rai,

 

si lancia ora come scudo umano a protezione dei corpi ormai esanimi dei giornalisti e vignettisti di Charlie Hebdo, quindi a costo e rischio zero, difendendo il diritto-dovere della satira di attaccare chiunque, senza limiti di tono né di buon gusto, foss’anche una divinità o un’intera religione, in qualunque parte del mondo. Purché, of course, non in Italia. Il loro motto è: scherza coi fanti e pure coi santi, ma lascia stare i politici italiani.

Daniele luttazziDaniele luttazzi

 

La storia di Daniele Luttazzi, ostracizzato da tutte le tv da 13 anni, parla da sé. Nel 2001 finisce nel mirino del Cda Rai perché, nel suo Satyricon su Rai2 diretta da Carlo Freccero, ha osato annusare gli slip rossi di Anna Falchi e mangiare una finta cacca di cioccolata in polemica con il consigliere Alberto Contri, che l’ha accusato di coprofagia; poi s’è azzardato a intervistare Pannella e Flores d’Arcais, che hanno criticato il Vaticano. Ma il suo peccato mortale è invitare il sottoscritto, il 14 marzo, 40 giorni prima delle elezioni, a presentare L’odore dei soldi, un libro scritto con Elio Veltri sui rapporti di B. (e Dell’Utri) con la mafia e le misteriose origini delle sue fortune.

SABINA 
GUZZANTI
SABINA GUZZANTI

 

Tema largamente disertato dalla cosiddetta informazione. Da quella notte succede di tutto. Mario Landolfi (An), presidente della Vigilanza, spara: “Il programma di Luttazzi va chiuso, Freccero dev’essere allontanato, Zaccaria e tutto il vertice Rai devono dimettersi”. Paolo Romani (FI): “Attacco proditorio, vergognoso, senza precedenti contro il presidente Berlusconi sul servizio pubblico. Chiediamo una riunione immediata della Vigilanza per chiedere le dimissioni del vertice Rai e dei suoi direttori”.

 

Marco Travaglio Marco Travaglio

B. scende da Arcore a Roma, parla con Bossi (“è più indignato di me”), poi riunisce a pranzo il consiglio di guerra: Casini, Letta, Bonaiuti, Buttiglione, Pisanu, La Loggia, Scajola e Tremonti. Passa la proposta Casini: la Casa delle Libertà (si chiama così) diserterà tutti i programmi Rai. Due giorni, non di più. Cossiga parla di “crimine politico alla Rai”. Il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Mario Petrina, duetta con Emilio Fede al Tg4 e si scaglia contro Luttazzi e il sottoscritto: denuncia il primo per “esercizio abusivo della professione giornalistica” e invoca per il secondo un procedimento disciplinare per lesa “deontologia”.

 

Anche da sinistra si spara a zero. Ecco il verde Marco Boato: “Quel che è accaduto a Satyricon è inaccettabile, tanto più grave in quanto avvenuto a Camere sciolte. In una democrazia non si fanno processi sommari per via mediatica. Non è satira, ma una scorretta operazione televisiva”.

giuliano ferrara a spasso con i cani foto colantoni gmt giuliano ferrara a spasso con i cani foto colantoni gmt

 

E Francesco Rutelli, candidato premier: la reazione della Cdl contro Satyricon “è stata legittima rispetto all’uso di una trasmissione per fare propaganda politica, ma c’è il diritto di replica”. D’Alema afferma: “Satyricon è un boomerang per la sinistra”. Fede invece osserva: “Satyricon è un boomerang per la sinistra”. E Dell’Utri, più sobrio: “Luttazzi è un cretino”.

 

Il Foglio di Giuliano Ferrara e il Giornale si associano alla richiesta di cacciare Luttazzi e il vertice Rai che non l’ha zittito in tempo. Sul Corriere, Paolo Franchi sostiene che la sua “non è satira”. Oltre a quelle pubbliche – e alla raffica di cause civili miliardarie firmate da B., Dell’Utri, Tremonti, Fininvest, Mediaset e Forza Italia contro di lui, contro Freccero e contro gli autori ed editori de L’odore dei soldi – Luttazzi riceve anche minacce private: lettere anonime, dossier sulla sua vita privata, telefonate mute, strane intrusioni in casa sua.

dell utri in bellusconedell utri in belluscone

 

Anche perché Il Giornale di Belpietro ha pensato bene di pubblicare la sua dichiarazione dei redditi, col suo indirizzo ben visibile. E, nell’indifferenza generale, è costretto a girare sotto scorta per mesi, con le auto della polizia che circondano i teatri durante i suoi spettacoli.

 

Almeno quei pochi teatri che non gli negano il palco per motivi di opportunità politica. Satyricon intanto viene chiuso, prim’ancora dell’editto bulgaro di B. (18 aprile 2002) contro Biagi, Santoro e Luttazzi. Non riaprirà mai più.

Carlo Freccero Carlo Freccero

   

Il 16 novembre 2003 va in onda – tra mille difficoltà – la prima puntata di RaiOt di Sabina Guzzanti, dedicata alle tv di B. e alla legge Gasparri allora in discussione. Un trionfo: 18,37% di share, con punte del 26. Record della serata tv, record storico di Rai3. Infatti il programma viene subito sospeso e poi chiuso dal vertice Rai (presidente Lucia Annunziata, dg Flavio Cattaneo, direttore di rete Paolo Ruffini, Cda con noti intellettuali liberali come Alberoni, Petroni, Rumi, Veneziani). I grandi giornali giustificano l’epurazione.

 

Sebastiano Messina, su Repubblica, insinua una manovra studiata a tavolino dalla Guzzanti per passare da martire: “Un concitato gioco delle parti nel quale il fantasma della censura berlusconiana – dunque dell’intolleranza del potere – è riuscito a far litigare furiosamente il direttore di Rai3 e la più brava imitatrice di Berlusconi e D’Alema... Questa surreale commedia dell’assurdo è cominciata quando Ruffini... ha chiesto agli autori di RaiOt di rinviare di una settimana l’esordio per ‘un problema di opportunità’, alla vigilia dei funerali per i caduti di Nassiriya...

 

shadya avec lex premier ministre italien dalemashadya avec lex premier ministre italien dalema

Ma sollevava anche – senza ipocrisia – la questione della compatibilità di ‘alcuni momenti del programma’ con la ‘sobrietà’ di Rai3... Gli autori e la protagonista hanno ceduto precipitosamente alla tentazione di dimostrare al mondo (con un intempestivo pathos rivoluzionario) che la realtà si adeguava alla satira, e il Berlusconi in carne e ossa faceva esattamente quello che loro gli facevano dire nella parodia televisiva, censurando proprio la sfida alla censura”.

 

Sabina Guzzanti Draquila Berlusconi Sabina Guzzanti Draquila Berlusconi

Il pretesto usato dalla Rai per la serrata, oltre alla mancanza di “sobrietà”, è che Mediaset (teoricamente la concorrenza) ha denunciato il programma per 20 milioni. I giornali se la bevono e rincarano la dose, portando altra acqua al mulino della censura. Giordano Bruno Guerri osserva sul Giornale che RaiOt “non fa ridere”, “dice un sacco di sciocchezze preconcette” e soprattutto si permette di “prendersela con Lucia Annunziata solo perché è presidente della Rai e brava e donna... I sabiniguzzanti piangono sempre che non c’è libertà di dire e sono sempre lì a dire quello che vogliono ovunque, anche sui muri: naturalmente tra i collaboratori dietro le quinte ci sono Curzio Maltese e Marco Travaglio, ormai Bibì e Bibò”. Il Foglio deride la Guzzanti che “grida al regime, ciancia di censura e va in onda” (sic).

 

sabina guzzanti nei panni di silvio berlusconisabina guzzanti nei panni di silvio berlusconi

Esprime “solidarietà a Ruffini”. Andrea Marcenaro trova che l’“arricciare il naso” di Sabina è tipico dei cocainomani. Per Giuliano Ferrara la Guzzanti “dovrebbe stare zitta” perché “ha qualcosa di teppistico e crassamente ignorante”. E la censura se l’è cercata lei “apposta per gridare al regime”, “rompendo ogni regola, come fecero Santoro e Biagi”.

 

Poi, bontà sua, riconosce che la proposta del vertice Rai “di produrre cinque puntate, farle vedere ai signori amministratori editori, e poi e solo poi mandarle in onda, visto sottoscritto e autorizzato, non è bella, tutt’altro”. E così viene scavalcato in intolleranza dal direttore del Riformista, Antonio Polito: “Se si esclude l’ipotesi che la Rai sia Hyde Park Corner, bisogna concludere che ieri il Cda della Rai si è comportato come il Cda di un’azienda...

SATYRICON RAI LUTTAZZI TRAVAGLIOSATYRICON RAI LUTTAZZI TRAVAGLIO

 

Leggiamo vibrate proteste per attentati alla libertà di satira, di attacchi alla democrazia, di dissenso imbavagliato... Non c’è né censura né punizione, né per il direttore di rete, che pure aveva seri dubbi sull’opportunità di mandare in onda RaiOt, né per la Guzzanti. In questo ha ragione la Annunziata... E ora? Spetta alla Guzzanti. Ci sono ampi margini per far ridere irridendo i potenti senza indulgere all’invettiva e senza offendere mezzo mondo, ebrei compresi. Li sfruttino da bravi professionisti ben pagati, nei limiti della deontologia, cui forse la satira non è tenuta ad attenersi, ma il servizio pubblico radiotelevisivo sì”. Il solito Messina, su Repubblica, parla di “brutto programma” che “non funziona”, non è “satira, ma comizio”.

 

Corrado Guzzanti 
Corrado Guzzanti

Stavolta gli attacchi alla satira da sinistra superano addirittura quelli da destra: chi chiede alla Guzzanti di registrare le altre puntate e sottoporle all’imprimatur del Cda e della Vigilanza (la satira “col permesso de li superiori”), chi invoca “moderazione”, chi “contraddittorio”, chi “par condicio”. La satira col bilancino.

   

SABINA GUZZANTI IMITA LUCIA ANNUNZIATA A RAIOT DEL DUEMILATRE SABINA GUZZANTI IMITA LUCIA ANNUNZIATA A RAIOT DEL DUEMILATRE

Nel novembre 2008 Luttazzi torna in tv dopo sette anni su La7 con Decameron. Che però viene chiuso dalla rete l’8 dicembre, dopo la quinta puntata. Il pretesto è una visione surreal-pornografica di Luttazzi, che descrive Giuliano Ferrara in una vasca da bagno piena di escrementi con B., Previti e la Santanchè in completo sadomaso armata di frustino.

   

guzzanti sabina reperto raiot coverguzzanti sabina reperto raiot cover

Ma il vero movente è che sta per andare in onda la sesta puntata sul Papa, il Vaticano e i preti pedofili. I soliti giornaloni scrivono che non è censura: è Luttazzi che è volgare e blasfemo. Ecco: la satira, con buona pace di Aristofane, Ruzante e Rabelais, dev’essere pia, ossequiente e rispettosa del bon ton. Almeno in Italia.

 

luttazzi decameron LA7luttazzi decameron LA7

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