CHE BEL PRESEPE! - GLI AMANTI DELL’ACIDO ASPETTANO UN FIGLIO. OGGI IL GIUDICE HA CAMBIATO L’IMPUTAZIONE: LESIONI GRAVISSIME, PENA MASSIMA 12 ANNI, FINO A 16 CON LE AGGRAVANTI - LA VITTIMA LI ACCUSAVA DI COPROFAGIA

Boettcher impassibile alla prima udienza, Martina Levato si è coperta col cappuccio. I due hanno sfregiato con l’acido Pietro Barbini, che nei messaggi li accusava di pratiche sessuali deviate: “Sei una mangiamerda”. Lei rispondeva: “Meglio mangiare merda con lui che stare con te”. E ancora oggi si professa innamorata del complice...

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1. RAGAZZO SFREGIATO CON L'ACIDO: AMANTI DIABOLICI ACCUSATI DI LESIONI GRAVISSIME: AL VIA IL PROCESSO

Da “Il Giorno

 

martina levato in tribunale martina levato in tribunale

Accompagnati dalla polizia penitenziaria i due amanti Martina Levato e Alexander Boettcher si sono presentati in tribunale davanti al giudice Carlo Cotta per l'inizio del processo a porte chiuse per direttissima a loro carico per lesioni gravi. Boettcher è arrivato indossando una felpa e il braccio destro fasciato a seguito della colluttazione quando è stato bloccato in strada quel giorno.

 

Aveva uno sguardo impassibile. Martina Levato, invece, teneva un cappuccio per coprire il volto e non farsi fotografare né riprendere dai molti operatori delle tv e fotografi presenti. I due sono accusati di aver aggredito con l'acido Pietro Barbini, ex della ragazza. Il pm di Milano Marcello Musso, modificando la precedente imputazione di lesioni gravi, ha contestato l'accusa di lesioni gravissime, aggravate dalla crudeltà, dalla premeditazione e dai motivi abietti e futili alla studentessa bocconiana e al broker immobiliare.

alexander boettcher in tribunale alexander boettcher in tribunale

 

Dopo il cambio di imputazione, il giudice ha trasferito il processo davanti a un collegio di tre magistrati della nona sezione penale, presieduto da Anna Introini. La prima udienza è iniziata oggi alle 11.  E' questa l'immediata conseguenza della "mossa" del pm Marcello Musso che, come preannunciato, ha riformulato il capo di imputazione contestato a Martina e Alexander: non più "lesioni gravi", ma "lesioni gravissime", con in più le aggravanti della premeditazione, della crudeltà e dei motivi abbietti. Codice alla mano, la pena massima per questo reato è pari 12 anni. Ma se i giudici dovessero riconoscere tutte le aggravanti contestate dalla pubblica accusa, Martina Levato e Alxander Boetccher rischiano una condanna fino a 16 anni di carcere.

alexander boettcher e martina levato alexander boettcher e martina levato

 

Secondo il magistrato Martina e Alexander hanno ideato un "comune progetto criminoso", e lo hanno fatto "non per ragioni di gelosia, ma semmai di rivalsa" nei confronti di Barbini. Un'aggressione che dunque sarebbe la conseguenza di "messaggi scambianti tra i due imputati e la persona offesa via sms e social network", messaggi che per il pm sono "espressione di un sentimento spregevole, trattandosi di parole scritte che fanno riferimento a rapporti sessuali".

 

alexander boettcher in tribunale alexander boettcher in tribunale

Nella contestazione suppletiva si fa anche accenno alle condizioni della vittima: Pietro Barbini presenta "ustioni di terzo grado da caustici al volto, da cui deriva una malattia originariamente pronosticata dal Centro Grandi Ustioni dell'ospedale Niguarda come guaribile in 60 giorni, ma in realtà il fatto produceva anche l'indebolimento permanente del'occhio destro nonchè la deformazione e lo sfregio permanente del viso interessandolo praticamente tutto". In più la vittima rischia una "necrosi al naso".

 

alexander boettcher in tribunale alexander boettcher in tribunale

E' proprio il quadro clinico sempre più drammatico di Pietro Barbini ad aver convinto il magistrato milanese a riformulare le accuse e contestare diverse aggravanti: la crudeltà, "per aver usato della sostanza corrosiva della pelle scagliata su tutto il volto della vittima", la premeditazione che "si è espressa nella costante presenza dell'intento criminoso nell'animo dei due imputati e nella realizzazione dello stesso dopo un apprezzabile intervallo di tempo dalla decisione di colpire la vittima", e infine i motivi abbietti, "riferiti a rapporti sessuali da ritenersi particolari in un contesto di azione di rivalsa a fronte dei pregressi rapporti sessuali intercorsi tra la Levato e il Barbini".

 

Alla luce delle nuove aggravanti contestate a Martina Levato e ad Alexander Boettcher, il pubblico ministero Marcello Musso ha chiesto una nuova ordinanza di custodia cautelare incarcere a carico dei due imputati. I giudici della nona sezione penale si sono ritirati in camera di consiglio per scrivere l'ordinanza.

 

alexander boettcher in tribunale alexander boettcher in tribunale

Durante una pausa dell'udeinza, l'avvocato Francesco Cieri, che difende Alexander Boettcher, ha detto: "Stiamo valutando di chiedere una perizia psichiatrica su Alexander. Tutto dipende dal parere preventivo di uno specialista, al momento non escludiamo nulla"."Gli imputati - ha spiegato il difensore - sono in aula, uno di fronte all'altro, e non hanno fatto dichiarazioni. Per ora, non abbiamo presentato nessuna richiesta di scarcerazione, anche se, a nostro avviso, non esistono il pericolo di fuga ne' quello di reiterazione del reato". Il legale ha ribadito che Alexander continua a proclamarsi "innocente" e afferma di non conoscere la vittima.

 

LA MAMMA DI BOETTCHER - Fuori dall'aula del tribunale in cui si terrà l'udienza con un collegio di magistrati, la madre di Boettcher ha detto: «Conosco il dolore, sono vicina a Pietro e alla sua famiglia. Confido nella giustizia - ha proseguito - e credo che mio figlio sia innocente perché chiunque è innocente fino a quando non viene dimostrato il contrario». La donna ha raccontato di aver incontrato il figlio due volte nel carcere di San Vittore, dove è detenuto. «È molto provato per quello che è successo - ha spiegato -. Al primo incontro ci siamo abbracciati e al termine mi ha detto: 'Mi sembra che siano passati 5 minuti, non un'ora e un quarto».

l acido sequestrato a casa di alexander boettcher l acido sequestrato a casa di alexander boettcher

 

La donna ha quindi riferito di aver parlato dell'accaduto con il padre di Alexander, che vive in Germania e ha reagito con «incredulità». «Non conosco Martina e non l'ho mai incontrata prima - ha aggiunto -, mi è sembrato di capire che è una ragazza turbata». Poi la donna ha raccontato di non aver ancora parlato con il figlio del bambino che Martina Levato aspetterebbe dal 30enne con cui aveva una relazione. «Per ora sono preoccupata per il fatto che mio figlio si trovi in un ambiente difficile ed estraneo alla nostra vita - ha detto -, poi penso che in ogni caso i bambini siano un dono del Signore». Ha quindi riferito che la moglie di Alexander Boettcher, Gorana, è «turbata e in questo momento ha bisogno di pace».

 

 

2. RAGAZZO SFREGIATO CON L'ACIDO. "MARTINA ATTRATTA DAL SESSO MALATO", PERIZIA PSICHIATRICA SULLA STUDENTESSA

Marinella Rossi per “Il Giorno

 

acido e martello le armi di alexander boettcher e martina levato acido e martello le armi di alexander boettcher e martina levato

«Sono incinta. E vogliamo tenere il bambino». Vogliamo: lei, Martina Levato, lui, Alexander Boettcher. Quelli che, lattina d’acido e martello, hanno conquistato l’ultimo podio degli amanti diabolici. Lei, incinta di manco due mesi, e il futuro padre, il 28 dicembre uscivano per una spedizione punitiva al muriatico su un ex compagno di liceo di lei, Pietro Barbini, e col quale Martina aveva ritessuto una relazione ambivalente dalla quale Boettcher non era estraneo.

 

È il 29 dicembre, Martina confida il suo stato, appena arrestata con Alexander per lesioni volontarie gravi su Pietro, al legale Paola Bonelli. La stessa che, su richiesta della ragazza, informerà della gravidanza chi davvero non sa: i genitori di lei. Mentre Alexander doveva ben saperlo, stando a «quel vogliamo tenere il bambino», a dispetto di quanto ora accredita: «ignaro» della gravidanza, «soggiogato» da Martina, «estraneo» ai fatti, nonostante il martello in mano in via Giulio Carcano e la testimone che lo vede inseguire Pietro.

giovane aggredito con acido via carcano giovane aggredito con acido via carcano

 

Il processo, che parte in direttissima domani, non è ancora iniziato, ma le scelte dei due ragazzi diabolici già definite. Martina, che ieri ha lasciato l’infermeria di San Vittore per andare in cella, si assume ogni responsabilità (dopo aver già detto che non immaginava «di poter fare così male») e suggerisce un movente ai suoi legali (con Bonelli, l’avvocato Marziano Pontin).

 

Molestata da Pietro? In realtà i due, dopo una ripresa di relazione, anche sessuale, nei primi mesi del 2014, non si sentivano da giugno, dopo una furiosa lite nella chat di Whatsapp, da cui emerge che la loro non era un’amicizia, che Pietro le rinfaccia deviate pratiche sessuali condivise con Boettcher, che potrebbe rivelare agli amici comuni, e anche che Boettcher stesso è quello che gliele ha raccontate.

giovane aggredito con acido via carcano 2 giovane aggredito con acido via carcano 2

 

(«Sei una mangiam...». «Meglio mangiare m... con lui che stare con te». «Allora non hai problemi se lo dico in giro?»). Un putrido groviglio. Approfondirlo servirà a definire lo stato mentale della studentessa bocconiana, che nel frattempo ha denunciato uno stupro subito da altro uomo (30 giorni di prognosi in Mangiagalli) ma che dal presunto violentatore è stata denunciata per lesioni. Passo inevitabile, per i difensori, chiedere una perizia psichiatrica a cui condizionare il rito abbreviato.

 

giovane aggredito a milano con acido giovane aggredito a milano con acido

Intanto domani il giudice Lorella Trovato dovrà sciogliere un nodo: su quale reato processare la coppia, lesioni gravi o gravissime? Sette o 12 anni di pena massima? Giudice unico o tribunale? Dipende dalla vista e dalle cicatrici sul volto di Pietro che ha già subito tre interventi (occhio, palpebra e narice) e altri ne dovrà subire.

 

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