"La nostra filosofia? Voi non dovete sapere cosa facciamo". "Guida pulito, almeno in apparenza". "Loro sono la causa del problema, non la soluzione". Sono alcuni dei messaggi comparsi due giorni fa nelle strade di Parigi, su grandi poster affissi negli appositi spazi destinati ai manifesti pubblicitari.
In vista di Cop21 80 artisti provenienti da 19 nazioni hanno dato il loro contributo contestando con determinazione il "grande evento" dedicato al clima, su cui da mesi sono state riposte attese probabilmente esagerate.
La 21esima conferenza mondiale, organizzata dalle Nazioni Unite, è stata preceduta negli anni scorsi da decine e decine di colloqui "ufficiali", tutti aventi come obiettivo la riduzione delle emissioni inquinanti. Negli ultimi 20 anni, tuttavia, malgrado la sensibilità al problema sia decisamente cresciuta le emissioni sono aumentate a dismisura.
Secondo Brandalism, collettivo di artisti britannici, tutti i colloqui finora tenuti per discutere di cambiamenti climatici sono stati dominati da "interessi corporativi". Non a caso il Cop21 di Parigi vanta un elenco di sostenitori effettivamente discutibili: grandi compagnie aeree, banche, aeroporti e multinazionali specializzate nella produzione di energia.
Brandalism ha così avuto l'idea di proporre delle "pubblicità sovversive", utilizzando la creatività per portare alla luce le contraddizioni della Conferenza Mondiale sul clima che si terrà a Parigi fino all'11 dicembre.
Così 82 artisti hanno realizzato 600 opere d'arte che denunciano "il controllo delle multinazionali" su Cop21. Il collettivo è stato chiamato Brandalism, neologismo che fonde due parole: brand – marchio – e vandalism. Sabato gli attivisti parigini sono passati all'azione ed hanno affisso – naturalmente in modo abusivo – centinaia di manifesti che evidenziano i "legami tra la pubblicità, il consumismo, la dipendenza dai combustibili fossili e il cambiamento climatico" con i principali "attori" che partecipano a Cop21.
ci dispiace che ci abbiano scoperti
Le opere d'arte sono state collocate negli spazi pubblicitari di proprietà di JCDecaux, una delle più importanti aziende di marketing francesi direttamente impegnata nella sponsorizzazione del Cop21. Joe Elan, uno degli artisti che ha organizzato la campagna, ha spiegato: "Con la sponsorizzazione del Cop21 grandi inquinatori come Air France e Engie possono promuovere se stessi come fossero parte della soluzione, e non invece del problema".
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Un altro attivista ha dichiarato: "Ci impossessiamo degli spazi pubblicitari perché vogliamo denunciare il ruolo che svolge il marketing nella promozione del consumismo insostenibile. La pubblicità alimenta i nostri desideri basati sullo sfruttamento dei combustibili fossili che hanno un impatto diretto sui cambiamenti climatici".