sottomarino droga narcos

COCA SUBMARINE - UNA GIORNATA NELLA BASE DEI MARINES IN FLORIDA DA CUI PARTE LA CACCIA GROSSA AI SOTTOMARINI DEI NARCOS – A BORDO DUE O TRE TRAFFICANTI E FINO A 12 TONNELLATE DI “NEVE” – SE NE INTERCETTANO DUE SU DIECI

Guido Olimpio per il "Corriere della Sera"

 

sottomarini dei narcos per portare la drogasottomarini dei narcos per portare la droga

È il rito dei cacciatori. Ogni mattina si ritrovano in una sala senza finestre. Sulle pareti schermi dove sono trasmesse immagini satellitari e video. Sul tavolo i rapporti raccolti nella notte e costantemente aggiornati. Gli ufficiali presentano i loro bersagli. Tracce elettroniche o molto più spesso la segnalazione di un informatore sulla costa colombiana. Indizi sulla possibile partenza di un «narco-sub», un semisommergibile con a bordo diverse tonnellate di cocaina.

 

Ogni cacciatore vorrebbe puntare sulla sua preda. Gli analisti presentano le prove a carico, le incrociano, quando è possibile, con l’intelligence. Un’istruttoria svolta a migliaia di chilometri di distanza. «Le risorse però non bastano — spiega il colonnello Ryan Rideout dei Marines —. Su dieci target possiamo seguirne soltanto due o tre. E allora si discute, anche in modo animato. Quasi volano gli stracci». Da quel meeting escono gli ordini. Su dove mandare un ricognitore. Oppure spostare un pattugliatore per verificare se ci sia un intruso da ghermire.

 

sottomarini dei narcos per  portare la drogasottomarini dei narcos per portare la droga

Siamo all’interno della base che ospita la Joint Interagency Task Force South a Key West, Florida. A pochi metri dalla casa di Ernest Hemingway agiscono militari, Cia, Fbi, Nsa, Dea ed altre agenzie. Al loro fianco i rappresentanti di 17 Paesi. Un team per contrastare il flusso di stupefacenti. Nel 2013 il comando ha registrato 460 «eventi sospetti» in Atlantico e 388 nel Pacifico. Al primo posto i «go-fast», i motoscafi veloci. Poi i finti pescherecci. Quindi i «sottomarini», battelli che procedono sotto il pelo dell’acqua lasciando emergere solo una minuscola torretta.

 

I narcos li dipingono di verde scuro o di blu intenso per mimetizzarli. Usano fibra di vetro e materiale reperibile sul mercato civile. Di solito sono costruiti in aree al confine tra Colombia ed Ecuador all’interno di «cantieri» — in realtà delle baracche — sui bordi di canali navigabili. Imbarcazioni abbastanza ampie da ospitare quattro uomini e la merce, fino a 12 tonnellate destinate al mercato americano. Gli uomini della Task Force, con l’aiuto di una mappa, mi indicano le rotte. La preferita è quella del Pacifico, che arriva fino alle coste meridionali del Messico.

 

sottomarini dei narcos  per portare la drogasottomarini dei narcos per portare la droga

La seconda passa dai Caraibi, con meta Honduras e Nicaragua. La coca è trasbordata a terra e da qui prosegue in direzione Nord. Il battello, costato fino a 2 milioni di dollari, poi viene affondato. Non vale la pena tornare indietro. I guadagni permettono di metterne a punto a decine. Nessun problema per reclutare i banditi. C’è sempre qualcuno disposto a chiudersi nel sarcofago per 1.500 dollari a viaggio. Vita ad alto rischio che non poteva sfuggire all’occhio di Hollywood. In preparazione già due film sul tema.

 

Dal 1993, quando fu intercettato dai colombiani il primo sub, il «San Andres», ne sono stati bloccati a dozzine. L’ultimo lo hanno sorpreso a maggio. Aveva lasciato il parco naturale di Sanquianga, non lontano dalla costa ecuadoriana. Lungo 13 metri, con a bordo 2 tonnellate e mezzo di roba e tre contrabbandieri. Non è andato troppo lontano. Una nave militare lo ha inseguito con l’assistenza di una fregata Usa. Decisiva, probabilmente, anche l’imbeccata della Task Force.

 

sottomarini  dei narcos per portare la drogasottomarini dei narcos per portare la droga

«Se li scoviamo sotto costa — racconta Rideout — è perché una nostra talpa ci ha avvertito». Ed è la situazione migliore. In altre li aiuta il caso. I narco-sommergibili non li vedi facilmente e gli agenti sperano che abbiano problemi ai motori con il capitano costretto a rompere il silenzio radio per chiedere aiuto. Dialoghi che guidano gli investigatori. A parte un paio di modelli, si tratta di mezzi piuttosto rustici. Qualcuno li ha definiti delle bare galleggianti. All’interno i motori diesel da 300 cavalli sprigionano un calore altissimo, non si respira.

 

1 sottomarini  dei narcos per portare la droga1 sottomarini dei narcos per portare la droga

E di solito non hanno spazio per il wc, sostituito da un bidone. Il viaggio può durare dai tre ai dieci giorni. Dipende dalle condizioni meteo come dalla velocità, sugli 11 nodi quando va bene. Al posto di guida un timone di una barca, poi radio, Gps e telefono satellitare. Solo in qualche occasione hanno una nave in appoggio. E per mangiare devono bastare le poche scorte consentite.

 

Come ogni impresa, i cartelli si adattano alle esigenze del mercato dividendosi i compiti. In Colombia c’è chi si è specializzato solo nella costruzione. Personaggi locali che hanno avuto, all’inizio, l’aiuto di un paio di ingegneri navali e successivamente la consulenza di stranieri, ben pagati. È nata così una professione che risponde alle richieste dei fornitori. Molto attiva la banda dei «Los Rastrejos» e il «Fronte 30» dei guerriglieri Farc. I trafficanti hanno anche creato il sottomarino-charter: vendono gli spazi nella stiva e chi vuole può spedire solo una quota. Altri invece incorporano la coca nelle pareti dello scafo.

 

 sottomarini dei narcos  per portare la droga sottomarini dei narcos per portare la droga

Si inventano barche che, viste da lontano, somigliano a pescherecci. In realtà le sovrastrutture sono finte. Una copertura per ingannare le vedette della Guardia Costiera. Sono flessibili quanto ambiziosi. Nel 2010 in Ecuador hanno sequestrato un modello di classe superiore, dotato di periscopio, cuccette, aria condizionata e sonar. Un vero sottomarino. Alla Task Force non sono sorpresi. Conoscono il nemico e sanno che in questo momento all’orizzonte, sotto quel mare azzurro, c’è un altro pirata della droga. 

Ultimi Dagoreport

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…