1. MA PERCHÉ IL BATACLAN NON ERA SORVEGLIATO DALLA POLIZIA?
Da “lepoint.fr”
“Avevamo un progetto di attentato contro il Bataclan perché i proprietari sono ebrei”. Questa frase, agghiacciante alla luce della presa di ostaggi e della carneficina andata in scena venerdì sera, è stata pronunciata negli uffici della DCRI (il servizio segreto interno francese, ndr) nel febbraio 2011.
I servizi francesi stavano interrogando dei membri dell’organizzazione “Jaish al-Islam”, l’Armata dell’Islam, sospettati dell’attentato che costò la vita a una studentessa francese al Cairo nel febbraio 2009. Pianificavano un attentato in Francia e avevano dunque preso per bersaglio la celebre sala da concerti parigina.
Nel 2007 e nel 2008 il Bataclan era già stato sotto la minaccia di gruppi più o meno radicali. Motivo? Il fatto che ospitasse regolarmente conferenze o ricevimenti delle organizzazioni ebraiche, specialmente del “Magav”, un’unità di guardie di frontiera che dipende dalla polizia di Israele.
Nel dicembre 2008, quando un’operazione dell’esercito israeliano si svolge nella Striscia di Gaza, le minacce verso il Bataclan si fanno più precise. Sul web, sbuca un video che mostra una decina di giovani, con il volto coperto dalla keffiah, che minacciano i responsabili del locale per via dell’organizzazione del meeting annuale del Magav.
Da allora, ogni volta che si tenevano riunioni di organizzazioni ebraiche al Bataclan, sulla Rete fiorivano numerosi commenti ostili e minacciosi.
La stampa israeliana ricorda oggi che il gruppo rock Eagles of Death che suonava ieri sera nella sala della strage aveva effettuato una tournèe in Israele. Il gruppo aveva per questo subito parecchi appelli al boicottaggio, ma aveva tirato dritto.
2. LA RICERCA DEI RAGAZZI DISPERSI
abstract dal “dailymail.co.uk”
Famiglie e amici sconvolti si sono lanciati in una disperata caccia ai propri cari che temono siano stati uccisi dal massacro dell’Isis a Parigi. I morti sono almeno 127 e i feriti sono ben più delle 300 persone finite in ospedale per colpa di otto jihadisti.
Mentre il caos, la confusione e la paura hanno strangolato la città, i genitori si sono collegati a Twitter nella speranza di trovare notizie dei loro ragazzi dispersi, mentre lutto e veglie di preghiera si svolgono a Parigi e in tutto il mondo per le vittime.
In molti hanno condiviso foto e informazioni dei loro cari con l’hashtag #RechercheParis e sono state create nuove pagine Facebook e nuovi account Twiitter. Gran parte delle persone scomparse erano al concerto del Bataclan, dove sono morti in almeno 80.
VALERIA SOLESIN BATACLAN feriti davanti al Bataclan