ITALIA PISTOLERA - IL CONTADINO 71ENNE CHE UCCISE IL LADRO CHE ERA ENTRATO NEL SUO PODERE È STATO CONDANNATO A 17 ANNI: I GIUDICI NON HANNO CREDUTO ALL’UOMO CHE DISSE DI ESSERE STATO AGGREDITO
Fabio Albanese per “la Stampa”
Quando due anni e mezzo fa sparò quattro colpi di pistola contro il ladro che era entrato nel suo podere, uccidendolo, Giuseppe Caruso, che oggi ha 71 anni ed è agli arresti domiciliari per l' età, disse che era stato aggredito e che si trattò dunque di legittima difesa. Ieri, però, la Corte d' Assise di Catania, presidente Rosario Cuteri, non gli ha creduto e lo ha condannato per omicidio volontario a 17 anni di reclusione.
Il pubblico ministero Alessandro La Rosa aveva chiesto una condanna a 21 anni e mezzo ma la Corte non ha riconosciuto il reato di porto abusivo d' arma da fuoco e ha tenuto conto del fatto che l' uomo è incensurato. Caruso dovrà anche risarcire i familiari della vittima, Roberto Grasso, 26 anni, costituitisi parte civile: 326mila euro al figlio, 120mila ai genitori, 50mila a testa ai due fratelli.
Una condanna pesante, che arriva peraltro nel pieno delle polemiche sulla giustizia fai da te dopo gli ultimi, recenti episodi di cronaca. Per il difensore dell' uomo, l' avvocato Giuseppe Lipera, si tratta di «sentenza ingiusta ed errata, la Corte è stata capace di far diventare il ladro la vittima e colui che voleva difendersi il carnefice», mentre per i legali della famiglia del giovane ladro, giustizia è fatta: «La sentenza dimostra che l' imputato non si era difeso da Roberto - dice l' avvocato Lucia Spicuzza che difende il padre e i due fratelli di Grasso - ma lo ha aggredito».
Nella notte tra il 25 e il 26 aprile del 2013 Giuseppe Caruso si nascose nel suo fondo agricolo di Puntalazzo, in territorio di Mascali, alle falde dell' Etna, sicuro che avrebbe incontrato i ladri, visto che già la notte prima qualcuno gli aveva rubato le galline. Grasso, il volto nascosto da un casco, entrò nel fondo dopo essere arrivato con un complice a bordo di uno scooter, per tentare di rubare fave e piselli.
Caruso, che si era nascosto in un magazzino degli attrezzi, lo sorprese e fece fuoco. Sparò contro Roberto Grasso, uno dei colpi alla schiena. Il giovane morì in ospedale a Catania. Caruso, che aveva con sé oltre alla pistola anche due caricatori, raccontò di aver subito un' aggressione e di aver sparato in aria; solo dopo, per difendersi, aveva sparato contro il ladro che cercava di bloccarlo tenendo la sua pistola per la canna.