PER LA JIHAD CI VUOLE UN FISICO BESTIALE? - LA STRANA STORIA DELLO STUDENTE DI FISICA ESPULSO DALL’ITALIA PER LE EMAIL IN CUI MINACCIAVA ATTENTATI: “UN EQUIVOCO, ERA UNA PROVOCAZIONE. MEGLIO COSÌ”

Furkan Semih Dundar, genietto dell’astrofisica che a 25 era entrato alla Normale di Pisa, ha scritto alla Cia e ai servizi italiani: “Mi seguivano ovunque. Così gli ho scritto: ‘Pensate che voglia farmi saltare in aria?’ Ma hanno usato Google per tradurre, e hanno frainteso. Macchè jihad, sono pagano. Mi interessa solo studiare”...

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1. LE MINACCE DI FURKAN LO STUDENTE TURCO ESPULSO DALL’ITALIA “PRONTO A FARE ATTENTATI”

Laura Montanari per “la Repubblica

 

A fine dicembre è stato espulso dall’Italia con l’accusa di procurato allarme. «Studente brillante e colto», lo ricorda il professor Augusto Sagnotti che lo ha selezionato a luglio per il corso di perfezionamento in Fisica alla Scuola Normale di Pisa.

furkan semih dundar furkan semih dundar

 

Studente insospettabile all’apparenza Furkan Semih Dundar che, stando alle accuse, scriveva su blog di estremisti islamici e mandava email ai siti delle questure, ai governi e all’ambasciata americana. Email confuse, in inglese, in cui diceva di saper confezionare esplosivi e minacciava di farsi esplodere proprio davanti alle sedi diplomatiche.

 

«Mai parlato di religione né di politica, vestiva all’occidentale, come un hipster, portava anche un orecchino» spiega incredulo uno degli studenti che ha diviso con Dundar, 25 anni, turco di Ankara, un piccolo appartamento in affitto nel centro storico di Pisa, tra piazza dei Cavalieri e l’Arno. Via Volturno, edifici bassi, due o tre piani al massimo.

 

E lì la Digos è arrivata il 22 dicembre scorso a perquisire le stanze, a sequestrare il computer di Furkan da cui erano partite le email con le minacce, il suo cellulare e poi fogli e documenti, compresi i testi di fisica quantistica pieni di note a margine che teneva sul comodino. «Non mi sembrava affatto preoccupato», sostiene uno dei coinquilini, ma l’ultima volta che l’ha visto è mentre andava via con gli investigatori.

 

Primo all’esame orale, terzo assoluto su 110 candidati in lizza per il corso di specializzazione in Fisica alla Scuola Normale Superiore, un’eccellenza. «Selezioniamo per meriti, non guardiamo ai Paesi di provenienza, alla religione o alla politica, né andiamo a controllare cosa scrivano sui blog i nostri allievi», sottolinea il direttore della Scuola Fabio Beltram che avverte: «È bene tenere ben distinti i due piani. Questa vicenda non cambierà il nostro modo di procedere».

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Proprio per meriti scientifici infatti è approdato a Pisa, Furkan Semih Dundar: laurea alla Bilkent University, master alla Middle East Technical University nel 2014, si occupa di buchi neri e di teoria delle stringhe, di astrofisica insomma. A luglio la commissione lo esamina e lo promuove poco dopo con un colloquio. A fine ottobre lui si presenta al corso di perfezionamento, pubblica sul suo profilo Facebook foto di Pisa e note su come sta bene in questa città della Toscana.

 

Educato, disciplinato, scrupoloso. Frequenta la mensa, studia fra la biblioteca e le sale dedicate del palazzo della Carovana. Un allievo come tanti che frequenta l’eccellenza di piazza dei Cavalieri, la super scuola di Enrico Fermi, di Carlo Azeglio Ciampi e di tanti altri che hanno raggiunto primati nelle scienze.

 

«Di lui posso dire che ha fatto un esame molto brillante che è appassionato di fisica e di filosofia della scienza — racconta il professor Sagnotti, attualmente distaccato a Ginevra, ma docente alla Normale di Fisica teorica — Mi ha mandato una email strana dopo il rimpatrio, raccontava di essere stato espulso dall’Italia, di aver passato quattro giorni in prigione e due in questura, di essere stato portato da tre agenti a Istanbul e poi a Mosca».

 

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Adombrava quasi un giallo internazionale o erano soltanto i fantasmi della sua mente? Secondo un’altra fonte, nella email avrebbe scritto anche di «essere molto dispiaciuto di aver perso un’opportunità di studio e di ricerca come quella pisana». «Mah, forse era un po’ stressato — aggiunge il professore che lo ha esaminato — certo io non ho elementi per giudicare altro».

 

Questa è materia che toccherà agli investigatori, la procura di Pisa ha aperto un fascicolo per procurato allarme, l’ escamotage giuridico per far rimpatriare un elemento sospetto. In Italia è rimasto un mese e mezzo.

 

Per settimane, fino a ieri, la vicenda di Furkan è stata tenuta segreta, come se la si potesse chiudere in un cassetto: «La polizia ci aveva avvertito che stavano seguendo uno studente, ma non conoscevamo il motivo», interviene il direttore della Normale Beltram. E ancora ieri, fuori dalla scuola, nel solito va e vieni di ragazzi fra la mensa e la biblioteca, si incrociavano più facce stupite che impaurite: «Un jihadista che manda email minatorie usando il proprio computer non è strano?» chiedeva uno con un mezzo sorriso.

 

 

2. TUTTO UN EQUIVOCO, SOLO LETTERE PROVOCATORIE

Fabio Tonacci per “la Repubblica

 

«Hanno usato Google per tradurre i miei messaggi, e tutti sanno che non funziona bene con la lingua turca. Così hanno capito che volessi farmi saltare in aria in luoghi pubblici. Ma è tutto un equivoco ». A parlare è Furkan Semih Dundar, lo studente 25enne della Normale di Pisa espulso dal Viminale a dicembre e tornato in Turchia, che ha deciso di raccontare a Repubblica , attraverso una lunga email, la sua versione dei fatti.

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La polizia ha trovato nel suo cellulare le mail con le quali lei minacciava siti governativi italiani e americani. Come lo spiega?

«Dal primo giorno in cui sono arrivato in Italia mi sono accorto che ero seguito, in strada e dovunque andassi, come se fossi un loro nemico. In uno dei messaggi che ho scritto alla Cia dicevo una cosa del genere: “Forse credete che mi voglia far esplodere di fronte all’ambasciata Usa... ritenete davvero che non abbia di meglio da fare che pensare a voi giorno e notte?”».

 

Non ha scritto solo questo, però.

«All’inizio, in realtà, volevo che la Cia mi aiutasse a risolvere questo equivoco. Poi però ho cominciato a scrivere lettere più provocatorie indirizzate anche ad altri siti istituzionali».

 

E perché lo ha fatto? Qual era la sua idea?

«Volevo farmi arrestare per chiudere con questa situazione. E sono contento che sia finita. Tutto quello che volevo era stare tranquillo con la mente libera per studiare senza essere trattato come un nemico così, senza ragione. Tra l’altro, ho saputo delle accuse a mio carico leggendo ieri la notizia sui siti Internet italiani».

 

Come si difende, quindi?

l universita normale di pisa l universita normale di pisa

«Ci sono molti errori in quello che è stato scritto su di me. Ma, mi chiedo, voglio davvero difendermi? Se volessi farlo, dovrei difendere la mia reputazione davanti a un giudice. Ma sono tornato alle mie ricerche scientifiche, non ho tempo per queste cose».

 

Quelle lettere, oltretutto in un periodo come questo in cui ci sono reali minacce di terrorismo, le sono valse l’accusa della procura di Pisa di procurato allarme. Se ne rende conto?

«Mi lasci fare alcune umili considerazioni. Le tre religioni monoteiste sono religioni di amore. Ma nel 21esimo secolo il concetto di amore è collassato, il sistema di valori sia in Occidente che in Oriente è in crisi. L’amore è stato superato dalla lussuria. L’unica soluzione per cui la gente possa trovare pace è il paganesimo, che si adatta all’esistenza delle moltitudini che hanno stili di vita diversi. Nietzsche aveva ragione, dopotutto. Come vede il mio pensiero è molto diverso da come viene interpretato dai giornali».

 

Ce l’ha con l’Italia?

«Sebbene sia deluso dagli italiani (e, per favore, non pensate che non sia deluso allo stesso modo dai turchi), vi sono grato per il vino buono, il liquore di mirtillo e il limoncello. Questo è tutto quello che ho da dire. Ora voglio soltanto tornare alle mie ricerche».

 

 

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