LA JIHAD SOPRA BERLINO - ACCOLTELLA POLIZIOTTA, UCCISO DAGLI AGENTI NELLA CAPITALE TEDESCA UN TERRORISTA DI QAEDA - CONDANNATO PER AVER PROGETTATO DI UCCIDERE IL PRIMO MINISTRO IRACHENO, ERA USCITO DAL CARCERE NEL 2013
Danilo Taino per il “Corriere della Sera”
C’era da aspettarsi un incremento dell’attività terroristica di origine islamica in Germania, dopo che Angela Merkel ha aperto, due settimane fa, le porte a centinaia di migliaia di rifugiati di religione musulmana. Ai radicali non fa piacere. Infatti, ieri, a Berlino, un uomo identificato come militante islamico, parte di un’organizzazione terrorista, avrebbe minacciato i passanti in un quartiere Ovest della Città: ha poi ferito con un coltello una donna poliziotto. In seguito all’aggressione, i colleghi della poliziotta hanno sparato e lo hanno ucciso. Si chiamava Rafik Mohamad Yousef, aveva 41 anni.
Yousef era stato condannato nel 2008 perché faceva parte di un commando che aveva l’obiettivo di uccidere politici e funzionari iracheni, anche ad alto livello del governo di Bagdad, in particolare un primo ministro dell’epoca. Pare legato ad Al Qaeda. Nel 2013 era stato rilasciato e aveva continuato la sua attività di militanza radicale, minacciato funzionari pubblici.
Si muoveva con un braccialetto elettronico d’identificazione alla caviglia: se lo sarebbe tolto ieri mattina, prima di avventurarsi nell’aggressione finale. Nel quartiere di Spandau avrebbe urlato improperi e minacciato persone. Quando la polizia è arrivata, si sarebbe gettato addosso a una agente per colpirla al collo, sopra il giubbotto antiproiettile, con un coltello. A quel punto è stato freddato. La poliziotta è stata portata in ospedale con un elicottero, in condizioni serie ma ora è fuori pericolo. Lui è morto sull’ambulanza che lo portava all’ospedale.
Nel 2004, Yousef aveva progettato di uccidere il primo ministro iracheno Ayad Allawi in piena Berlino. Assieme ad altri due terroristi membri di Ansar al-Islam, un gruppo che gli Stati Uniti ritengono legato ad Al Qaeda. Arrestato assieme ai compagni poco prima, il piano fallì.
Processato in contumacia anche in Iraq, la Germania non ebbe la possibilità di estradarlo, perché la sentenza a Bagdad era stata di condanna a morte e la giustizia tedesca non può consegnare una persona che dovrebbe affrontare la pena capitale. Da due anni era in libertà con l’obbligo di firma quotidiana e con il braccialetto elettronico: misure insufficienti per impedirgli di agire.
Un’aggressione terroristica del genere, effettuata da un lupo solitario, a bassa tecnologia, è una novità a Berlino e in Germania. Il timore, ora, è che sia la risposta agli inviti di Al Qaeda alle cellule in Occidente affinché compiano azioni individuali.
Soprattutto, a Berlino si teme che l’Islam radicale si senta minacciato dall’apertura ai rifugiati effettuata da Frau Merkel. I profughi in arrivo fuggono proprio dalla violenza e dal settarismo che attraversa l’Islam in Medio Oriente: potrebbero essere la base sociale e politica di un movimento musulmano moderato che vuole integrarsi in Europa. I terroristi faranno di tutto per evitarlo. La vicenda, però, è ancora tutta da interpretare.