KILLER SERIALI - UN TRENTENNE, CHE IL 15 NOVEMBRE SUBÌ UN ASSALTO CON LANCIO DI ACIDO, ACCUSA ALEXANDER BOETTCHER E MARTINA LEVATO: ‘’PER ATTIRARMIIN TRAPPOLA, SI FINSERO CANCELLIERI DEL TRIBUNALE’’

L’aggredito, un pugliese che a Milano gestisce uno studio fotografico, ha riconosciuto nelle foto segnaletiche Boettcher e Levato come suoi aggressori. La testimonianza del ragazzo aggredito in via Bixio dimostra la raffinatezza dei tranelli escogitati dalla coppia…

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martina levato in tribunale martina levato in tribunale

Franco Vanni per Repubblica

 

Per attirare la vittima in trappola, Alexander Boettcher e Martina Levato si finsero cancellieri del tribunale. A raccontarlo alla polizia è un trentenne, che il 15 novembre subì un assalto con lancio di acido. «Mi telefonarono, presentandosi come assistenti di tal giudice Benelli.

 

Dissero che mi avrebbero recapitato a casa gli atti di un’indagine». Poi si presentarono all’appuntamento in via Nino Bixio a Milano con i volti semi nascosti da sciarpe e cappucci. Appena videro uscire dal portone il giovane, gli gettarono addosso «un liquido marrone». Forse un intruglio a base di acido muriatico.

 

alexander boettcher e martina levato alexander boettcher e martina levato

L’aggredito, un pugliese che a Milano gestisce uno studio fotografico, ha riconosciuto nelle foto segnaletiche Boettcher e Levato come suoi aggressori. «La ragazza aveva in volto alcuni cerotti», ha riferito la vittima, che schivò il liquido e rincorse la donna per 300 metri, da via Bixio a corso Concordia, passando per via Kramer.

 

Quando le fu vicino, prima di vederla sparire in una Fiat Grande Punto, perse il telefono cellulare. Fu il complice della donna a raccoglierlo e, forse, venderlo. Per questo la coppia di amanti - lui broker 30enne, lei bocconiana 22enne incinta di due mesi - sono indagati per ricettazione, lesioni e rapina. I due sono già in carcere, imputati per lesioni gravissime per avere gettato acido lo scorso 27 dicembre a Pietro Barbini, compagno di liceo della Levato.

Martina Levato Alexander Boettcher Martina Levato Alexander Boettcher

 

La ragazza è ora ufficialmente indagata anche per avere tentato di evirare un coetaneo con cui si era appartata in auto lo scorso 20 maggio. Usò un coltello «pronto da giorni nella tasca della portiera» e ferì la vittima a una mano. Le ipotesi di reato sono lesioni gravi e calunnia, visto che Martina denunciò poi il ragazzo per violenza sessuale. E Boettcher sarebbe stato nei pressi del luogo dell’aggressione.

 

Le indagini, guidate dal sostituto procuratore Marcello Musso e dall’aggiunto Alberto Nobili, mirano a verificare il coinvolgimento della coppia in altre due recenti aggressioni con acido a giovani a Milano.

 

acido e martello le armi di alexander boettcher e martina levato acido e martello le armi di alexander boettcher e martina levato

La testimonianza del ragazzo aggredito in via Bixio dimostra la raffinatezza dei tranelli escogitati dalla coppia. «Al telefono dissero che dovevano consegnarmi gli atti relativi a un’indagine sulle firme false presentate per le liste elettorali alle Regionali lombarde del 2010». L’inchiesta esiste, e in quei giorni riempiva le pagine locali dei giornali.

 

martina levato martina levato

Non esisteva invece alcun giudice Benelli. Il riferimento alle Regionali potrebbe essere un indizio a carico di Boettcher: il 30enne si candidò con la lista 3L di Giulio Tremonti, circostanza che potrebbe avergli ispirato la storia. Al giovane aggredito ieri la polizia ha anche mostrato oggetti rinvenuti nelle abitazioni e nelle auto degli indagati: coltelli, parrucche, soda caustica, felpe e spray urticanti.

 

Boettcher e Levato - che pure ha confessato l’aggressione a Barbini - riferiscono ai propri legali di «non avere mai conosciuto » la vittima dell’aggressione del 15 novembre. Gli inquirenti lavorano per capire se sia vero.

alexander boettcher in tribunale alexander boettcher in tribunale

 

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E per definire il movente dell’aggressione. «Le azioni criminali della coppia sembrano guidate dalla gelosia, nell’ambito di un rapporto morboso», riferisce un investigatore. Le conversazioni via WhatsApp dei due amanti, agli atti dell’indagine, indicano come nella coppia la sessualità fosse vissuta in modo estremo.

 

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