MEJO DI UN FILM! - UN COMMANDO DI FORZE SPECIALI ISRAELIANE PORTA VIA L'ULTIMA FAMIGLIA EBREA DA ALEPPO, IN SIRIA - IL BLITZ ORGANIZZATO DA UN MILIONARIO ISRAELO-AMERICANO - MA UNA VOLTA ARRIVATI IN TURCHIA, UN PEZZO DI FAMIGLIA TORNA INDIETRO

Il blitz all'inizio dell'anno: Kahana viene a sapere che ad Aleppo vive ancora una famiglia ebraica, composta da Mariam, 88, le figlie Sara e Gilda, il marito musulmano di Gilda, Khaled, e i loro tre bambini. I jihadisti li hanno scoperti e dunque rischiano il rapimento o la morte - Le forze speciali, il trasferimento, la giovane coppia che torna indietro...

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1. BLITZ DA FILM AD ALEPPO LE FORZE SPECIALI D' ISRAELE SALVANO GLI ULTIMI EBREI

Maurizio Molinari per “la Stampa

 

Gli ultimi ebrei di Aleppo sono fuggiti con una spericolata operazione top secret coordinata da un uomo d' affari israelo-americano. È il «Jewish Chronicle» londinese a svelare la vicenda, avvenuta all' inizio dell' anno, che ruota attorno a Moti Kahana, tycoon americano nato a Gerusalemme con forti legami con i ribelli anti-Assad.

moti kahana moti kahana

 

Kahana viene a sapere che ad Aleppo vive ancora una famiglia ebraica - l' ultima dei «Halabi», una delle comunità più antiche della Diaspora - composta da Mariam, un' anziana donna di 88 anni, le figlie Sara e Gilda, il marito musulmano di Gilda, Khaled, e i loro tre bambini. Sono alcuni ribelli a far sapere a Kahana che i jihadisti di Isis hanno scoperto la loro esistenza e dunque rischiano il rapimento o la morte.

 

 Kahana riesce a mandare un messaggio alla famiglia sull' intenzione di soccorrerli ma loro reagiscono esprimendo paura. Il resto avviene quando un pulmino bianco si ferma davanti alla casa della famiglia di Mariam, scendono alcuni uomini e bussano forte alla loro porta. Sono le 12 in punto, l' ora della preghiera pomeridiana che coincide con una tregua de facto fra le fazioni che consente di muoversi in città. Mariam e gli altri aprono temendo il peggio. Gli viene detto «avete pochi minuti per fare le valigie e venire via» e quando salgono sul pulmino ricevono passaporti siriani nuovi di zecca.

moti kahana moti kahana

 

VERSO ISTANBUL

«Andiamo a New York», gli dice l' autista, iniziando un viaggio via terra verso il confine con la Turchia che dura 36 ore, attraversando zone di combattimento, disseminate di posti di blocco e cecchini. Vengono fermati da un gruppo islamico e al miliziano che controlla i documenti uno degli uomini del pulmino spiega che si tratta di «una famiglia di rifugiati che va verso Nord». Il miliziano gli crede, aprendogli la strada verso il confine, da dove raggiungono Istanbul dove Kahana li accoglie portandoli alla locale «Sochnut», l' Agenzia ebraica per l' immigrazione in Israele.

 

L' intento è farli partire in fretta ma non tutto fila liscio: per Mariam e Sara non ci sono problemi e in pochi giorni raggiungono Ashkelon, dove oggi risiedono, mentre Gilda non può immigrare perché per sposare Khaled si è convertita all' Islam e dunque per lei l' immigrazione non può essere istantanea. Serve tempo per superare l' ostacolo ma Gilda e Khaled, dopo la partenza di Mariam e Sara, scelgono di tornare in Siria. E Kahana si scaglia contro l' Agenzia ebraica, accusandoli di «aver mandato tutto all' aria».

ribelli siriani ad aleppo ribelli siriani ad aleppo

 

Resta l' interrogativo sull' identità degli autori del blitz ad Aleppo: da New York a Gerusalemme si rincorrono le voci sulla partecipazione di «agenti segreti» e «truppe speciali» israeliane sovrapponendosi allo scenario di «contractors privati» assoldati dal tycoon. Protagonisti di una trama simile a un film d' azione.

 

 

2. UFFICIALE GIORDANO UCCIDE DUE ADDESTRATORI USA

Da “la Stampa

 

Un capitano della polizia giordana ha ucciso due addestratori americani e uno sudafricano in un centro di addestramento nei sobborghi di Amman: nell' attentato sono rimasti uccisi anche l' assalitore e due colleghi giordani. Sei i feriti gravi.

 

rifugiati siriani in libano rifugiati siriani in libano

L' attacco arriva nel decimo anniversario dei più gravi attentati compiuti da Al Qaeda in Giordania e colpisce uno delle istituzioni chiave per la formazione di forze di sicurezza anti-jihadiste in Medio Oriente. Due elementi che fanno propendere per la pista terroristica.

 

L' attentatore era un ufficiale con «lunga esperienza di addestratore». Le forze di sicurezza giordane temono che sia stato reclutato da un gruppo terroristico (Al Qaeda o Isis) per colpire dall' interno. Una modalità conosciuta come «green on blue» - dai colori usati in codice nell' esercito statunitense: blu per le forze americane, verde per gli alleati e rosso per i nemici - molto comune in Afghanistan, dove ci sono state decine di attacchi di reclute infiltrate dai talebani nella polizia o nell' esercito.

 

Il Jordan International Police Training Centre (Jiptc), dove è avvenuto l' attacco, è stato fondato nel 2003 con finanziamenti americani. Aveva come principale compito addestrare le forze di sicurezza irachene dopo la caduta di Saddam Hussein. In 12 anni ha addestrato oltre 50 mila agenti, la maggior parte iracheni, ma anche centinaia di palestinesi adesso in forza nell' Autorità palestinese in Cisgiordania.

 

moti kahana moti kahana

Il Jiptc è anche candidato alla formazione delle future forze di sicurezza libiche, in caso di successo della mediazione Onu e la nascita di un governo di unità nazionale. Tutti elementi che ne fanno un obiettivo privilegiato degli islamisti.

 

 

 

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