Tiziana Della Rocca per il “Fatto Quotidiano”
Haj Amin Al Husseini con Hitler
Che il Gran Mufti sarebbe diventato un poco di buono fu chiaro fin dagli esordi. Erede della più potente famiglia di Gerusalemme, invece di mettere tale fortuna al servizio di un' intelligente convivenza tra arabi e ebrei, si assegnò il triste compito di portare l'inferno in Medioriente. I suoi esordi furono poco promettenti: spedito da suoi all' università del Cairo per concepire qualche brillante idea, neppure si sforzò di dare un solo esame.
Tornato a casa, non approfondì i testi sacri della sua religione; le meraviglie della Creazione, così spesso ritratte nel Corano, non lo appassionavano per nulla, non la creazione gli interessava quanto la distruzione. Dichiarava di voler annientare e bruciare gli ebrei, e così facendo portò alla rovina e alla morte anche i palestinesi, e ben sapeva che questo sarebbe accaduto.
Con il suo amico Hitler - che prossimo alla morte spiegò a chiare lettere come dopo gli ebrei, anche i cristiani sarebbero diventati un suo bersaglio, nonché quei tedeschi traditori che avevano commesso l' imperdonabile peccato di non avere vinto la guerra - il Muftì spartì il piacere dello sterminio.
Dopo le parole di Netanyhau ci si può chiedere chi fu il più antisemita: Hitler o il Muftì? A sua discolpa il Gran Muftì potrebbe chiamare l' invasione ebraica, anche se a un certo punto lui partecipò allo sterminio degli armeni che ebrei non erano; ma erano pur sempre gente inerme. Impossibile scegliere tra chi architettò lo stermino e chi lo appoggiò. Quel che è certo e che i due si vollero assai bene.
Mentre Hitler dopo aver sterminato milioni di ebrei si sarebbe suicidato, grazie agli accomodamenti internazionali sempre assai lesti a tutelare i propri interessi, il Muftì assai scaltro, se la cavò con un brillante esilio in quei di Beirut. Questo suo privilegio, l'averla scampata, e bella per di più, sicuramente avrà fatto arrabbiare il bellicoso Netanyhau: non è mai piacevole sapere che un criminale odiatore di ebrei, è andato in giro per il mondo a spassarsela; anche se è morto anni fa il suo spettro aleggia ancora minaccioso e non dà pace a Israele.
Donde l'ira del premier israeliano e la nomina di Muftì a mostro di primo grado, mettendo un po' nell'ombra Hitler. È un' ipotesi, sicuramente più accettabile di chi pensa che Netanyhau possa davvero credere che il Muftì abbia suggerito a Hitler la soluzione finale.
Altro è il pensiero di Netanyhau, assai più bruciante: è un attacco d' ira per la sopravvivenza del Mufti non solo al tempo nei lussuriosi giardini del Libano ma oggi nel cuore degli arabi, in particolare quello di Hamas e dintorni, Teheran per dirne uno.
Certo, che i palestinesi eleggano a esempio da imitare un Mufti che ha appoggiato Hitler...Questo pare essere il vero spettro di cui Netanyhau è preda e che con ogni forza cerca di allontanare, di far scomparire, con le sue azioni, spettro che da tempo gli brucia l' anima, già ustionata dalla morte cruenta di un fratello e dal ricordo delle tante guerre combattute da Israele.
E basta dunque con questa inutile querelle, si sa, lo sa anche Netanyhau che non c' era bisogno che il Mufti nel 41' andasse da Hitler e lo spingesse ad accelerare l' eliminazione degli ebrei, Hitler sapeva bene cosa voleva e da tempo, non si stava di certo attardando a realizzarlo, al contrario stava mettendo a punto la sua macchina di distruzione così da renderla più efficace.
Ridicolo solo immaginare il Muftì che sprona Hitler a esser più cattivo con gli ebrei e che gli da lezioni di sterminio. Certo vengono i brividi a pensare a queste loro conversazioni a Berlino, mentre inglesi e americani dicevano di intervenire per salvare il mondo da questa barbarie senza fermare la soluzione finale.