cina smog 9

PECHINO, “AIR”POCALYPSE NOW! LO SMOG DA RECORD INGOIA LE CITTÀ CINESI - IL PRESIDENTE XI JINPING A PARIGI DICHIARA GUERRA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI MA IN CINA L’INQUINAMENTO VOLA 15-20 VOLTE OLTRE I LIMITI COMPATIBILI CON LA VITA UMANA

CINA SMOGCINA SMOG

Giampaolo Visetti  per “la Repubblica”

 

Le tragedie si ripetono perché spesso hanno un punto debole: oltre che piangere, fanno ridere. In Cina l’inquinamento non si sottrae a questa condanna. È talmente grave da non riuscire più a farsi prendere sul serio, come un killer che ogni giorno minacci invano una strage alla stessa ora. Ieri l’ennesimo show-tipo.

 

La tivù di Stato trasmetteva no-stop le immagini del presidente Xi Jinping: radioso, al summit sul clima di Parigi, assicurava i «massimi sforzi della Cina per salvare il pianeta». Contemporaneamente poco meno di 1,4 miliardi di cinesi guardavano fuori dalla finestra e temevano di essere in volo dentro una nuvola unta, senza che nessuno avesse avvertito dell’imbarco collettivo per la bocca di una ciminiera.

 

Le autorità hanno poi gentilmente trasmesso alcuni ordini: vecchi e bambini non devono uscire di casa, le scuole devono sospendere la ricreazione all’aperto, gli impiegati non devono sostare accanto alle finestre, chi è costretto ad uscire di casa deve farlo «per il tempo strettamente necessario ».

CINA SMOG 2CINA SMOG 2

 

Gli spiedini questa volta non sono stati banditi: il divieto di barbecue è in vigore da due anni. C’è anche dell’altro: alcuni tipi di camion non possono circolare, le fabbriche vicino a Pechino devono «chiudere o diminuire la produzione», i cantieri edili sono invitati «a non spostare materiali e rifiuti».

 

Tanto per seminare anche un po’ di fiducia, l’annunciatrice della tivù di Stato ha comunicato che l’allerta-smog è stata solo elevata dal colore giallo, «grave», all’arancione «molto grave», dunque ancora una sfumatura sotto il rosso, «emergenza gravissima ». Il ministro dell’Ambiente, Chen Jining, ha assicurato invece che il governo «ha raggiunto gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento, fissati cinque anni fa, con sei mesi di anticipo».

CINA SMOG 1CINA SMOG 1

 

Una superpotenza economica normale, alle prese con l’ordine «tappatevi in casa», anche se ormai affetta da bronchite cronica scenderebbe in piazza per una discreta rivoluzione. Se lo shopping costa la vita, anche a un disturbato da acquisto compulsivo viene il sospetto che il prezzo sia eccessivo. Centinaia di milioni di cinesi invece in que- ste ore, ancora una volta, ubbidiscono al partito: calano la mascherina su naso e bocca, si preparano al loro solito inverno da « airpocalypse » e inventano leggende proibite sui leader rossi che vivono in serre gonfiate con aria filtrata di montagna. Alternative poche.

 

Nelle metropoli del Nordest inghiottito dallo smog, per chi deve andare al lavoro «uscire di casa lo stretto necessario» significa nuotare nei fumi tossici per tre ore al giorno. Sul web molti si chiedono: «Fare la spesa rientra nella deroga dei funzionari? ».

 

CINA SMOG 3CINA SMOG 3

Vecchi e bambini, barricati in salotto, non respirano atmosfera lunare, ma la polvere che filtra dall’esterno, addizionata dal carbone bruciato per riscaldarsi. Da un grattacielo di Chaoyang, per alcune ore, è stato esposto un lenzuolo con la scritta: «Vendesi appartamenti sottovuoto per neonati ».

 

L’unico ottimista è l’ufficio meteorologico di Pechino: ha rivelato che «il livello straordinario di inquinamento» è dovuto «solo alla somma di umidità e assenza di forti venti», promettendo che si potrà ricominciare a respirare «a partire da mercoledì ».

 

I cinesi cercano di tenersi su, ma sono sotto shock. A Pechino e a Tianjin, nelle regioni di Hebei, Shandong, Shanxi ed Henan, la concentrazione delle particelle PM 2,5 tocca quota 391 microgrammi per metro cubo: per l’Organizzazione mondiale della sanità il massimo sopportabile dall’organismo è 25. In alcuni quartieri della capitale si è oltre la soglia di 464. Nella città di Senyang si è arrivati al primato storico di 1200. La coltre marrone è così impenetrabile che gli automobilisti sono stati sollevati dall’obbligo di stop al rosso dei semafori, invisibili.

Smog a Guzhou Cina Smog a Guzhou Cina

 

L’ambasciata Usa, che ogni giorno documenta ciò che vaga nell’aria, in serata ha avvertito che a Pechino i limiti di «compatibilità con la vita umana» sono superati tra 15 e 20 volte. Significa che 1,7 milioni di cinesi muoiono ogni anno di inquinamento, che l’attesa di vita è ridotta di 8 anni e che anche un bambino (il dramma è dell’anno scorso) può morire di cancro al polmoni. A Parigi Xi Jinping dichiara «guerra contro i cambiamenti climatici». In Cina la propaganda esulta per il «primo bus a energia solare in servizio in Tibet».

La Cina sotto una coltre di smog La Cina sotto una coltre di smog

 

A Pechino la gente per ora spera solo che il vento del Gobi, semplicemente, faccia al più presto il suo vecchio mestiere.

CINA SMOG 9CINA SMOG 9Smog in Cina Smog in Cina

 

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)