NEI PRIMI MESI DEL PONTIFICATO DI BERGOGLIO, MONSIGNOR VALLEJO E FRANCESCA CHAOUQUI FURONO “ATTENZIONATI” DA UN’INDAGINE INTERNA - L’ATTIVISMO DEL “SIGNOROTTO” E DELLA “SIGNORINA”, COME FURONO RINOMINATI, AVEVA DATO NELL’OCCHIO E TUTTO FU SEGNALATO AL PAPA

C'era qualcosa di esagerato, di inusuale nella girandola di contatti e di conoscenze che ostentavano. E soprattutto, si cominciò a intravedere il pericolo che le carte della Commissione potessero cadere nelle mani sbagliate. Francesco fu informato. Gli furono offerti i primi indizi. Ma cercò di evitare provvedimenti troppo duri…

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Massimo Franco per il “Corriere della Sera”

 

francesca chaouqui prende la comunione da monsignor vallejo francesca chaouqui prende la comunione da monsignor vallejo

I dubbi erano emersi fin dall' inizio: prima ancora che monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e Maria Immacolata Chaouqui fossero inseriti nella Commissione istituita da Papa Francesco il 18 luglio 2013 per rivedere tutta la struttura economico-finanziaria della Santa Sede. Attraverso i canali istituzionali di sempre, il governo vaticano aveva svolto ricerche riservate per raccogliere informazioni sui candidati. E alcune avrebbero dovuto sconsigliare la cooptazione delle due persone che alla fine sono state arrestate con l'accusa di avere rubato e passato a due giornalisti documenti «sensibili».

 

Fu contattato anche monsignor Alfred Xuereb, segretario di Francesco, delegato a riferire sull' attività sia della Commissione sullo Ior che sull' altra. Passare al setaccio le controindicazioni delle quali si era venuti a conoscenza non bastò a cambiare il corso delle cose.

MONSIGNOR VALLEJO MONSIGNOR VALLEJO

 

Sembra che Xuereb ritenne che le preoccupazioni fossero eccessive: nel senso che la Commissione era sicura delle candidature e dunque intenzionata a procedere rapidamente. Erano passati poco più di quattro mesi dal Conclave che aveva eletto Jorge Mario Bergoglio al posto del dimissionario Benedetto XVI. Francesco si era trasferito a Casa Santa Marta da tempo.

 

E il discredito che circondava l' allora «primo ministro» della Santa Sede, Tarcisio Bertone, era così profondo e diffuso che qualunque informazione riferibile agli ambienti ufficiali veniva accolta con sospetto e diffidenza. La linea della riforma avanzava in modo radicale e rapido.

 

BRUNO VESPA PRENDE LA COMUNIONE DA MONSIGNOR VALLEJO I PAPI SANTI SULLA TERRAZZA DELLA PREFETTURA BRUNO VESPA PRENDE LA COMUNIONE DA MONSIGNOR VALLEJO I PAPI SANTI SULLA TERRAZZA DELLA PREFETTURA

E uno dei capisaldi consisteva nel ridimensionamento del ruolo della Segreteria di Stato: una sorta di «vicepapato» negli anni di Ratzinger, per di più guidato da un Tarcisio Bertone pasticcione e chiacchierato: tanto che prima, durante e dopo il Conclave l' unico punto sul quale si registrava una sorta di unanimità dei cardinali era di impedire che il successore potesse fare danni come quelli seminati da lui.

 

Ma alcuni mesi dopo, in ottobre, fu nominato l'allora nunzio in Venezuela, Pietro Parolin: un diplomatico fine e esperto, «esiliato» proprio dalla cerchia bertoniana. A quel punto, tuttavia, la «Pontificia Commissione referente di studio e di indirizzo», come era stata chiamata nel documento autografo del Papa, aveva già cominciato a lavorare. E il duo Vallejo Balda-Chaouqui si muoveva con disinvoltura crescente in un Vaticano in piena effervescenza rivoluzionaria. Casa Santa Marta era una sorta di serbatoio di informazioni e visibilità da spendere e sfruttare all' esterno delle Sacre Mura.

 

CHAOUQUI CHAOUQUI

E l' accesso a notizie riservate poteva diventare un patrimonio da far valere come merce di scambio. Ma presto, quell' attivismo dei due commissari cominciò a dare nell' occhio. C' era qualcosa di esagerato, di inusuale nella girandola di contatti e di conoscenze che ostentavano. E soprattutto, si cominciò a intravedere il pericolo che le carte della Commissione potessero cadere nelle mani sbagliate. Francesco fu informato. Gli furono offerti i primi indizi. Ma cercò di evitare provvedimenti troppo duri.

 

Consigliò invece di arginare e neutralizzare il più possibile Vallejo Balda e la Chaouki, proveniente dalla società di consulenza Ernst & Young. Passò qualche mese, e la giovane commissaria fu richiamata all'ordine dai vertici della Gendarmeria vaticana. E si cominciò a parlare del monsignore spagnolo e di lei con due nomi in codice: il «signorotto» e la «signorina».

 

FRANCESCA CHAOUQUI FRANCESCA CHAOUQUI

Quando a metà ottobre i sospetti sono diventati più corposi, e si è capito che c' erano documenti della Commissione trafugati e che era stato violato il computer di Libero Milone, dal giugno scorso revisore generale delle finanze vaticane, il cerchio si è stretto. Ma con le ultime, residue cautele. Per qualche giorno, è stata discussa l' opportunità o meno di procedere agli arresti.

 

L' ipotesi iniziale era di limitarsi a licenziare Vallejo Balda, per non fare troppo rumore e non riproporre le polemiche sulle celle vaticane non a misura d' uomo: una critica emersa ai tempi di Vatileaks dopo l' arresto del cameriere personale di Benedetto XVI, Paolo Gabriele. In più, qualcuno aveva fatto notare che proprio alla vigilia del Giubileo della misericordia, un provvedimento del genere poteva risultare stonato.

 

Non bastasse, si sapeva che stavano uscendo dei libri coi documenti sottratti. Ci si è resi conto però, che i reati apparivano troppo gravi. Non si poteva non dare un segnale forte all' esterno. E soprattutto, dopo l' arresto del maggiordomo laico di Ratzinger, si temeva l' accusa di usare un doppio standard tra dipendenti non religiosi ed ecclesiastici: i primi imprigionati, gli altri mandati a casa. Il Papa è stato informato e, a malincuore, ha detto di procedere.

Francesca Immacolata Chaouqui Francesca Immacolata Chaouqui

 

Così è scattata la richiesta di arresto per Vallejo Balda e Chaouqui. L' episodio dell' indagine preventiva ignorata riaffiora, adesso, come un altro presagio di pericolo. Sembra voler trasmettere indirettamente un messaggio in bottiglia: i filtri attraverso i quali selezionare chi è chiamato a collaborare con Francesco servono. E le filiere tradizionali, per quanto bistrattate e scavalcate, in fondo funzionano: nonostante la «cura Bertone».

 

Mentre la rievocazione di quell' allarme sottovalutato tende ad accreditare che nella «corte parallela» creatasi intorno a Francesco sono visibili smagliature destinate a strapparsi; e a proiettare l' immagine distorta di un Vaticano in balìa degli eventi.

Francesca Immacolata Chaouqui con Papa Bergoglio Francesca Immacolata Chaouqui con Papa Bergoglio

Anche se il vero obiettivo delle indiscrezioni che filtrano non sembra tanto la cerchia papale, ma il cardinale australiano George Pell, «ministro dell' Economia». Oggi viene additato come emblema, e come il più naturale capro espiatorio, della confusione che regna nel governo della Chiesa.

 

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