prostituta con cliente a port moresby
Brian Cassey per http://www.dailymail.co.uk/
In Papua Nuova Guinea la prostituzione è formalmente illegale ma le Nazione Unite stimano che due ragazzine su tre con età compresa tra i 15 e i 24 anni vendano il loro corpo in cambio di soldi, cibo, un posto in cui vivere o il pagamento della tasse per la scuola. I “pamuk meri”, i lavoratori del sesso, vivono ai margini della società senza nessuna tutela sanitaria e legale, esposti a stupri, violenze e all’Hiv. I dati sono impressionanti ma il governo continua a ignorare la situazione
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Un sondaggio dello “United States Agency for International Development” (USAID) del 2010 ha rivelato che quasi l’80% dei lavoratori del sesso papuani hanno subito abusi sessuali nel corso del 2009 mentre il 70% ha subito uno stupro nei mesi antecedenti al sondaggio. Ma forse c’è anche di peggio: il tasso di diffusione dell’Hiv sta crescendo a ritmi del 30% secondo gli ultimi studi e, mentre il tasso tra la popolazione comune è solo dello 0,5%, tra i lavoratori del sesso ha raggiunto il 13%.
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Nonostante il rischio di contrarre il virus, molti clienti pagano un extra alle prostitute che accettano di fare sesso senza il preservativo e, in caso non volessero accettare la condizione, molte di loro sanno di andare incontro al rischio di essere stuprate. Le tariffe di queste ragazzine vanno dai $23 ai $47 per un rapporto completo, più il prezzo che il cliente deve pagare per l’affitto della camera d’albergo, circa 23 dollari all’ora.
Nei motel di Port Moresby, le camere sono grandi appena a sufficienza per contenere un letto da una piazza. Grigi, spoglie, le lenzuola sfatte non coprono nemmeno tutto il materasso di una delle stanze, l’armadio che vi si trova accanto è vuoto, eccetto che per otto preservativi mai usati che vi si trovano sopra.
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