bataclan mattanza 2

QUEL CHE RESTA DI UNA CARNEFICINA – GIUBBOTTI, PULLOVER, ZAINI, DISEGNI DI BAMBINI, LIBRI, ORECCHINI, TABLET, PORTAFOGLI, SCIARPE COLORATE – VIAGGIO NEL “VESTIAIRES BATACLAN”, DOVE I PARENTI VANNO A RIPRENDERSI LE COSE DEI LORO MORTI

Giuliano Foschini per “la Repubblica”

 

la band al bataclan prima dell attacco terroristicola band al bataclan prima dell attacco terroristico

E allora messi così, uno accanto all’altro, il parka verde, il cappotto marrone, il soprabito blu, l’impermeabile nero, il piumino lucido, il giubbotto con la pelliccia, e poi ancora qualche felpa, le sciarpe colorate, i grandi colli di lana incrociata bianca, visti così uno accanto all’altro, sembra che l’inferno del Bataclan non sia mai esistito. 

 

Che questo sia l’ordinato guardaroba del 13 novembre, e che dall’altra parte del telone prima o poi spuntino quei matti degli Eagles of Death Metal e si mettano a picchiare sugli strumenti, a urlare “ha-ha-ha...I want you so hard”, e poi i ragazzi comincino a pogare e la sala si riempia all’improvviso di quell’inconfondibile odore di sudore da concerto rock. Potrebbe essere così.

bataclanbataclan

 

E invece non accadrà mai. Perché questa stanza non è il guardaroba del Bataclan. Ma la sua riproduzione identica e tremenda: questa stanza è l’ufficio delle cose perdute, il magazzino di quello che resta di quella sera, giacconi, felpe, borse, portafogli, oggetti che hanno resistito al terrore e sono sopravvissuti ai loro proprietari.

 

L’ufficio delle cose perdute si trova al 36 di quai des Orfevres, che è l’indirizzo della polizia di Parigi ma anche il titolo di uno dei migliori noir recenti del cinema francese. Fuori i turisti sul Batobus scattano le fotografie, Parigi sembra riprendere lentamente a vivere.

il concerto al bataclan prima della strage  14il concerto al bataclan prima della strage 14

 

All’ingresso, in un cortile delimitato con un nastro giallo, ci sono automobili e motociclette sequestrate che aspettano di essere ritirate dai loro proprietari. All’ingresso accanto ai poliziotti che fanno da guardia al metal detector, ci sono due ragazzi, un uomo e una donna. Avranno meno di 30 anni. Fanno parte della squadra degli angeli del Bataclan, una foltissima schiera di volontari che in questi giorni stanno cercando di riattaccare i pezzi della notte che ha sconvolto il mondo: c’è chi si occupa di indagini, chi di anime.

 

una vittima del bataclanuna vittima del bataclan

A loro invece è toccato curarsi degli oggetti. Il loro compito è chiedere cosa si è smarrito e dove. Sono loro a portarti, attraversando i cortili del palazzo, in un ampio cortile che serve, principalmente, a fare fumare e scherzare i poliziotti di turno. È il primo pomeriggio e due agenti giocano a togliersi il berretto. Un cartello dice “Vestiares Bataclan”, e sotto una freccia indica una porta immediatamente sulla destra. Bisogna salire tre gradini per entrare in quel tempo fermo. In quella schiera ordinata e ben catalogata di abiti e di oggetti: potrebbe essere stato il sequestro di un magazzino di vestiti, un carico di merce rubata. E invece è quello che resta del Bataclan.

 

una donna viene evacuata dal bataclanuna donna viene evacuata dal bataclan

Due ragazzi si occupano dell’accoglienza. Anche qui un uomo e una donna. Sono assai gentili. E altrettanto provati. Hanno davanti una pila importante di verbali di riconoscimento. È la traccia di chi è passato, di chi passerà, e forse di chi invece preferirà seppellire qui i ricordi. Di chi è per esempio quel grande fazzoletto blu? Il maglione a collo alto nero imbustato come fosse appena uscito dalla lavanderia? E la borsa marrone piena di penne e di rossetti? Lo zaino grigio dal quale spuntano disegni colorati di qualche bambino? Chi stava leggendo la storia di Lisbeth Salander? Chi sottolineava libri di matematica? Cosa ci sarà in quel tablet? Chi conosce il codice per sbloccarlo?

 

Per terra in una scatola marrone ci sono gli oggetti più piccoli: forse piccoli gioielli, fogli, essendo un deposito giudiziario non si può essere troppo precisi su quello che si è ritrovato, soprattutto quando è prezioso. Gli sciacalli potrebbero approfittarne.

 

una delle 129 vittime dell attaccouna delle 129 vittime dell attacco

Un enorme telo bianco nasconde invece quello che non si può vedere e divide in due la stanza: quello che si è sporcato e che porta ancora l’odore di quella notte. Si apre la porta ed entra una signora. Avrà una quarantina d’anni. È bionda e magra, il viso di chi ha pianto tanto. Dice che suo marito era al Bataclan, e che ora non c’è più. Racconta di essere belga e di aver letto sul giornale che era possibile recuperare gli effetti personali di suo marito. La fanno accomodare.

 

Le cominciano a chiedere dell’abbigliamento di suo marito quel 13 novembre, se avesse una giacca, se portasse una borsa. Una delle due persone dell’ufficio cose smarrite, la ragazza, cerca un fascicolo sul tavolo. Lo prende e comincia a segnare sul foglio. Fa qualche domanda, poi si interrompe. Si alza e prende, da uno dei due computer portatili sistemati accanto agli stand dei cappotti, un pacchetto di fazzoletti. «Con calma, immagino. È molto difficile».

un sopravvissuto attacco isisun sopravvissuto attacco isis

 

Non è difficile. È troppo. Troppo, ricostruire questo puzzle della generazione Bataclan, conservare e riattaccare pezzi di vite che non avevano nulla in comune, se non la voglia di vivere. «Erano a un concerto rock. Volevano spaccare tutto: quando mio figlio si è svegliato la mattina, se gli avessero detto che la sera sarebbe morto, avrebbe detto semplicemente: impossibile», dice il papà di Guillaume.

poliziotti prima dell irruzione al bataclanpoliziotti prima dell irruzione al bataclan

 

Era impossibile morire per Nataliè, che al Bataclan era di casa, perché ci lavorava, ma quella sera no: aveva recuperato un biglietto per gli Eagles ed era lì in prima fila. O per Cecile, psicologa, che magari nasconde ancora in qualcuno di questi giubbotti le parole per poter spiegare a sua figlia, di tre anni, che la mamma non c’è più. Da qualche parte, magari, ci sarà qualche disegno di Arianne, illustratrice, 24 anni. Oppure qualcosa di Hugo che amava ripetere, tutte le volte che era necessario: «Sai perché cadiamo Bruce? Per imparare a rimetterci in piedi». Una delle migliori battute di Batman.

il momento in cui il batterista si nasconde dietro la batteriail momento in cui il batterista si nasconde dietro la batteria

 

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…