SO’ TORNATI I BOMBAROLI - L’AEREO ABBATTUTO DALL’ISIS CON L’ESPLOSIVO DIMOSTRA CHE IL CALIFFO HA AMPLIATO LA SUA STRATEGIA: DOPO LA GUERRA A TERRA ANCHE QUELLA IN ARIA, CON I MINI-ORDIGNI CREATI DA AL-ASIRI, INGEGNERE DI AL QAEDA

Al-Asiri, classe 1982, è l' uomo che ha confezionato le microbombe con cui Al Qaeda ha sfiorato per due volte devastanti attentati aerei: nel 2009 è lui ad aver confezionato la sostanza al plastico che il kamikaze nigeriano porta dentro le mutande sul volo Northwest Airlines 253 senza riuscire a farla esplodere sul cielo di Detroit…

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Maurizio Molinari per “la Stampa”

 

Il primo aereo civile distrutto dal Califfo della Jihad porta con sé il timore che lo Stato Islamico (Isis) si sia impossessato dei miniesplosivi ad alto potenziale di Ibrahim al-Asiri, l'ingegnere di Al Qaeda in Yemen. A 17 mesi dalla proclamazione del Califfato, Abu Bakr al-Baghdadi cambia strategia: affianca il fronte dell' aria a quello terrestre per sorprendere il nemico che più di altri vuole colpire, Vladimir Putin, artefice dell' intervento in Siria.

 

Sulla carta Isis e Al Qaeda sono in competizione, ma proprio la guerra in Siria, i recenti appelli di Ayman al-Zawahiri - successore di Osama bin Laden - all'«unità dei jihadisti contro Usa e Russia e la decomposizione dello Yemen consentono di ipotizzare che il terrorista saudita più ricercato del Pianeta sia passato - da solo o con degli allievi - al servizio del Califfato.

 

AEREO SINAI AEREO SINAI

Al-Asiri, classe 1982, è l' uomo che ha confezionato le microbombe con cui Al Qaeda ha sfiorato per due volte devastanti attentati aerei: nel 2009 è lui ad aver confezionato la sostanza al plastico che il kamikaze nigeriano porta dentro le mutande sul volo Northwest Airlines 253 senza riuscire a farla esplodere sul cielo di Detroit nella notte di Natale e l' anno seguente sono due microbombe da 300 grammi, sempre al plastico, inviate su altrettanti aerei cargo dallo Yemen agli Stati Uniti ad essere scoperte all' ultimo minuto.

 

L' idea dei microesplosivi viene da Anwar al-Awlaki, l' ex imam del New Mexico divenuto leader di Al Qaeda in Yemen e anch' egli eliminato dai droni Usa, che la sperimenta affidando ad Abdullah al-Asiri - fratello di Ibrahim - un ordigno nascosto nel retto anale con cui nel 2009 tenta di eliminare Mohammed bin Nayef, allora capo della sicurezza saudita e oggi principe ereditario del regno.

AEREO SINAI AEREO SINAI

 

Le microbombe sono l' impronta di Al Qaeda da quando lo «Shoe-Bomber» Richard Colvin Reid nel dicembre 2001 tenta di darsi fuoco alle scarpe sul volo Parigi-Miami ma Al-Asiri le porta a un livello di sofisticazione tale da obbligare gli Stati Uniti e Israele - i Paesi più a rischio - a posizionare negli aeroporti i particolari «body scanner» che vedono sotto i vestiti, nelle cavità corporee, cercando micro-sostanze capaci di essere combinate e fatte esplodere, sommando competenze chimiche e vocazione al martirio jihadista.

 

Al Awlaki Al Awlaki

Niente body scanner Uno degli allarmi dell' intelligence Usa, nel 2013, riguarda i seni al silicone perché in un documento di Al Qaeda vi si fa riferimento come possibile «vettore di esplosivo» praticamente impossibile da scoprire per l' antiterrorismo.

 

I «body scanner» negli scali dell' Europa continentale esistono, ma vengono usati raramente, nel mondo arabo sono assenti e anche Sharm el-Sheikh ne è sprovvisto. Da qui il timore dell' intelligence Usa e britannica che Al-Asiri, o un suo discepolo, finito nei ranghi del Califfato, abbia messo il proprio «know how» a disposizione di uno «shahid jihadista», riuscendo a far disintegrare il volo russo sul Sinai assieme ai suoi 224 passeggeri. Per punire l' intervento russo in Siria.

Ibrahim Al Asiri Ibrahim Al Asiri

 

È l' ipotesi che l' intelligence occidentale teme di più ma non è l' unica perché a ben vedere ve ne sono altre: dal precedente del 2004, quando i jihadisti ceceni hanno fatto esplodere due jet in una notte, alla bomba di Lockerbie che non si è mai trovata. L' aereo della Pan Am esplose nel 1988 sui cieli scozzesi a causa di un ordigno nascosto in una valigia - spedita da Malta -, ma quasi 30 anni di indagini non hanno consentito di arrivare a una certezza assoluta in merito. Tanto che appena dieci giorni fa Londra ha inviato una task force di investigatori in Libia per «cercare nuovi elementi di prova» su quanto avvenne allora in Scozia. O forse perché già si aveva sentore della scelta del Califfo di portare il terrore nei cieli.

 

 

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