Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”
La notizia si abbatte co- me una doccia scozzese su Fabrizio Corona che rinchiuso nel carcere di Opera vede tornare indietro le lancette del tempo e rimaterializzarsi lo spettro di altri quattro anni da trascorrere dietro le sbarre dopo che la Cassazione annulla il «cumulo» a 9 anni deciso dal gip. «Si sta giocando con la mia vita», si sfoga l’ex re dei paparazzi con uno dei suoi avvocati.
Il salatissimo conto da 13 anni e due mesi accumulato con la giustizia da Fabrizio Corona in pochi anni di follia era stato alleggerito dal gip Enrico Manzi che a febbraio 2014 aveva ridotto il cumulo a 9 anni (28 mesi dei quali già scontati) mettendo in «continuazione» le condanne per le estorsioni a colpi di click con quelle per la bancarotta della Fenice e reati fiscali collegati e per aver corrotto un agente di polizia penitenziaria che gli permise di farsi un selfie a San Vittore.
Il giudice aveva ritenuto che tutto facesse parte di un «unico disegno criminoso»: Corona amava il denaro e i guadagni facili e per questo gestiva in modo irregolare la sua società, non pagava le tasse e ricattava le sue vittime con le foto, aveva sostenuto Manzi tagliando dalla pena complessiva ben 4 anni e 2 mesi di carcere. Ora la Cassazione annulla lo sconto e, sostenendo che quei reati non possono stare insieme, accoglie il ricorso della procuratore aggiunto Nunzia Gatto e rimanda gli atti al Tribunale del riesame di Milano per ricalcolare la pena finale.
Decisione che getta nella disperazione Corona e irrita suoi difensori. «La notizia lo ha sconcertato e abbattuto, la situazione è molto grave. Continuerà a combattere, ma non deve essere lasciato solo», dice l’avvocato Ivano Chiesa dopo averlo incontrato in carcere.
La difesa sta lavorando anche su altri fronti: quello della incompatibilità con il carcere, perché Corona soffrirebbe di problemi psichici e dovrebbe essere curato in una comunità esterna, e quello della domanda di grazia parziale che finirà sul tavolo del nuovo presidente della Repubblica.
Sul primo, il Tribunale di sorveglianza ha disposto una perizia psichiatrica che dovrà valutare le condizioni del detenuto; sul secondo, la decisione della Cassazione spinge i legali a puntare alla cancellazione totale della condanna più dura, quella a 5 anni inflitta dalla Corte d’appello di Torino per l’estorsione al calciatore Trezeguet, in modo da far scendere il totale da scontare sotto i sei anni, il che consentirebbe l’affidamento a una comunità. «Non stiamo discutendo se è colpevole o innocente, ma dell’afflittività della pena.
Chi deciderà dovrà mettersi una mano sulla coscienza perché quella che Corona deve scontare è una pena superiore a quella data a tanti omicidi», afferma Ignazio La Russa, avvocato difensore ed esponente di Fratelli d’Italia, convinto che il clamore non faccia bene alla vicenda. Lo dice anche Belén Rodriguez, l’ex fidanzata di Corona: «Credo che gli faccia davvero male. Se fossero stati tutti zitti, qualche sconto forse l’avrebbe avuto».