TRUCEROMA – UN PR DI ALCUNE DISCOTECHE DIETRO UN GENEROSO COMPENSO, OFFRIVA AI PIÙ I "SERVIGI" DI UNA DICIASSETTENNE CHE ERA RIUSCITO AD ABBINDOLARE A SUON DI PRESUNTI GUADAGNI STRATOSFERICI E DOSI DI COCAINA

Giuseppe Scarpa per “la Repubblica - Roma”

 

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Coca e sesso con una minorenne e giovanissime cubiste. Un pr romano di alcune discoteche dietro un generoso compenso, offriva ai più i "servigi" di una diciassettenne che era riuscito ad abbindolare a suon di presunti guadagni stratosferici e dosi di cocaina nell' agosto del 2008. Adesso il trentenne rischia quattro anni e mezzo di carcere.
Questa è la pena richiesta dal sostituto procuratore, Maria Gabriella Fazi, per tentata prostituzione minorile e cessione aggravata, per via della minore età della ragazza, di sostanze stupefacenti.


Il pr aveva organizzato tutto alla perfezione. La minorenne sarebbe stata tra i "pezzi pregiati" della sua casa d' incontri. Un bell' appartamento, nel quartiere Nuovo salario, che contava anche altre giovanissime ragazze conosciute nelle serate danzanti dei locali che frequentava. Sarebbe filato tutto liscio se ad inguaiare il pr non c' avesse pensato una squillo che aveva lavorato per lui in passato. La donna ha vuotato il sacco alle forze dell' ordine e gli agenti sono piombati nell' appartamento dove il 33enne organizzava i party a base di cocaina e sesso.

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Soldi, un fiume di denaro promesso per fare della 17enne una baby squillo: «Potresti guadagnare 30mila euro al mese», spiegava il pr ad agosto del 2008 alla minorenne, come riportato nel capo d' imputazione. Il tutto, ovviamente, in cambio di una "piccola" percentuale da rigirare all' uomo.

 

Una ricchezza solo fantasticata per la minorenne. Al contrario, invece, della cocaina. Droga elargita copiosamente dal pr affinché la ragazzina fosse quanto più disinvolta con i clienti che con lui. E così, pian piano l' uomo, stava instradando la minorenne sulla via della prostituzione.

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«Il 33enne - scrive il pubblico ministero sul capo d' imputazione - cedeva cinque dosi di cocaina alla minorenne al fine di ottenere prestazioni sessuali dalla stessa e a indurla successivamente a prostituirsi».

 

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