I VERBALI DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO
Paolo Conti per il “Corriere della Sera”
Le carte sono tutte notificate, ovvero la Soprintendenza archivistica per il Lazio sa che esistono. Ma la notizia sicuramente desterà la curiosità e l'interesse degli storici contemporanei, in particolare di coloro che si dedicano alle vicende del fascismo. Il 7 e l' 8 luglio andranno all'asta a Roma, presso la casa Minerva Auctions a palazzo Odescalchi in piazza dei Santi Apostoli, alcuni lotti di documenti autografi.
Tra questi, nel lotto 23, verrà battuta una parte ancora non pubblicata delle carte di Luigi Federzoni, gerarca fascista, che fu presidente del Senato, ministro dell' Interno e presidente dell' Istituto dell'Enciclopedia Italiana (nel 1945 l'Alta corte di giustizia lo condannò a morte ma nel 1947 fu amnistiato).
Il materiale più interessante è il verbale manoscritto originale della riunione del Gran consiglio del fascismo della notte tra il 24 e il 25 luglio 1943 che si concluse con l' approvazione dell' ordine del giorno presentato da Dino Grandi e che portò alla caduta del fascismo, alle dimissioni di Mussolini e al suo arresto a villa Ada dopo il colloquio con Vittorio Emanuele III.
Tutto il materiale (gli appunti, le note, i documenti) venne esaminato e riordinato nel pomeriggio del 25 luglio alla presenza di Grandi, Bottai, Bastianini, Albini, De Marsico, Bignardi, che avevano tutti sottoscritto l'ordine del giorno. Sono 22 cartelle scritte da Bignardi e Federzoni integrate da molti interventi trasmessi proprio a Federzoni.
La parte più delicata sono le otto cartelle di appunti a matita presi da Federzoni con la sintesi dei vari interventi: appaiono sul retro dei fogli dattiloscritti con la stesura finale dell' ordine del giorno Grandi. Seguono poi numerose altre lettere, bozze, minute, molte di Mussolini.
Dice Paolo Bertole, direttore della casa d'aste Minerva Auctions e responsabile del settore autografi: «Si tratta di un fondo mai studiato, rimasto a lungo nelle mani di un giornalista amico personale di Federzoni che gli affidò queste sue carte. Ora gli eredi del giornalista hanno deciso di vendere il materiale. Vorrei sottolinearne l' importanza citando un solo episodio: il grande storico del fascismo, Renzo De Felice, cercò più volte di incontrare Federzoni proprio per il ruolo che ebbe in quel 25 luglio. Ma Federzoni, probabilmente per un' antipatia personale, fu l'unico protagonista di quelle ore che non volle mai vederlo.
Sarà interessante conoscere il parere degli studiosi, una volta esaminate le carte».
BENITO MUSSOLINI E LUIGI FEDERZONI
Si parte da una base d' asta di 25-30 mila euro. Ma la speranza è che qualche istituzione possa entrarne il possesso mantenendo pubblica la proprietà di un documento importante per comprendere le dinamiche interne al regime che portarono alla fine del fascismo.
In altri due corposi faldoni, con 27 fascicoli, altre carte di Federzoni (che nel dopoguerra continuò ad essere molto attivo) con lettere di Vergani, Spadolini, Moretti, 22 lettere della scrittrice Ada Negri e altri appunti.