ALBERTINI, TE LI RICORDI I DERIVATI? - LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA SULLA TRUFFA AL COMUNE DI MILANO INGUAIANO L’EX SINDACO SMUTANDATO ORA CANDIDATO MONTIANO E LA SUA COLLEGA PDL LETIZIA MORATTI - I DUE FURONO “INGENUI” FACENDOSI GABBARE DA ADVISOR E INTERMEDIARI INTERESSATI A “PIAZZARE” I TITOLI TOSSICI - INCREDIBILI SVISTE E LEGGEREZZE E TANTA FRETTA DI CHIUDERE LE OPERAZIONI PER POTER “ABBELLIRE” I BILANCI DEL COMUNE…

Paolo Colonnello per "la Stampa"

Da una parte le "ingenuità" interessate delle giunte Albertini e Moratti preoccupate di mostrare bilanci in attivo a ridosso delle campagne elettorali. Dall'altra il comportamento truffaldino delle principali banche internazionali, tese a margini di profitto sempre più alti senza il rispetto delle regole informative sui rischi di uno strumento come i derivati. Risultato: Comune di Milano indebitato per una truffa da 100 milioni di euro (da cui è uscito con un accordo extragiudiziale nel 2012 ottenendo un risarcimento per 450 milioni di euro).

Si fa presto a dire "bomba derivati". Ma poi, quando si scende nel dettaglio come nella motivazione della sentenza con la quale nel dicembre scorso sono state condannate 4 banche internazionali e i rispettivi manager, si scoprono malafede, complicità e furbizie degne di sapienti "stangate" da far ricadere regolarmente sulle spalle dei contribuenti.

«Insomma, da qualsiasi parte lo si guardi e in qualsiasi lingua lo si legga scrive il giudice Oscar Magi nelle motivazioni depositate ieri - il comportamento del Comune di Milano nella vicenda in esame è stato, a dir poco, non all'altezza della situazione».
E aggiunge: «C'è da restare piuttosto sconcertati e fortemente perplessi: un direttore generale che spinge a fare in fretta (su input della parte politica) perchè altrimenti il bilancio comunale avrebbe avuto un buco non facilmente giustificabile di fronte agli elettori...;

un gruppo di lavoro all'interno del Comune che non può permettersi abbonamenti a siti finanziari specializzati come Bloomberg per verificare se i numeri forniti dalle banche fossero corretti; un direttore centrale delle finanze che non parla inglese ed è costretto a valutare, a Londra, la correttezza dell'operazione; un esperto finanziario nominato direttamente dal sindaco Albertini due sere prima che a Londra si effettui il pricing dell'intera operazione...». Non c'è da meravigliarsi se il giudice parla di «formidabile ingenuità».

Né Albertini, né Moratti (il contratto fu rinegoziato 6 volte) ne escono bene da questa storia. Ma ancora peggio, ne escono le banche che misero il Comune nella trappola dei derivati, fungendo da venditori e da "advisor" al tempo stesso, cioè da controllati e controllori. Una pacchia. «Guai a lasciarsi sfuggire un cliente importante come il Comune di Milano, guai a non far parte della più grossa emissione di bond in Europa di tutti i tempi e, quindi, guai a non gestire in modo piuttosto disinvolto i calcoli di convenienza, gli swap inevitabilmente connessi all'emissione di bond e quant'altro offriva il mercato...».

I funzionari così, «si sono in qualche modo sentiti "costretti" ad agire nell'interesse patrimoniale» della banca «non quale frutto di autonome determinazioni...quanto come puntuale esecuzione di precise direttive dirigenziali». Risultato: Deutsche bank, Ubs, Jp Morgan e Depfa Bank sono state condannate a una sanzione pecuniaria di un milione di euro ciascuna con una confisca di 90 milioni di euro già disposta dal pm Robledo durante le indagini. Condanne invece da 6 a 8 mesi condizionali per i 9 manager e funzionari imputati. «Questo processo - conclude Magi non è stato e non vuole essere un processo al sistema bancario nel suo complesso o agli strumenti derivati, ma solo al cattivo uso degli stessi in una circostanza storicamente determinata

 

Gabriele Albertini GABRIELE ALBERTINI Gabriele AlbertiniLETIZIA MORATTI E BERLUSCONI PALAZZO MARINO SEDE DEL COMUNE DI MILANO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?