L’ARTE DI ARRANGIARSI – L’ITALIA, LASCIATA SOLA DALL’EUROPA, SI ORGANIZZA CON LE POLIZIE DEI PAESI AFRICANI PER I RIMPATRII – DUE VOLI CHARTER A SETTIMANA DA 50 PERSONE VERSO GAMBIA, COSTA D’AVORIO, SENEGAL E GHANA
Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
Due voli charter alla settimana per rimpatriare gli stranieri nei Paesi d’origine con cui abbiamo già trattati in vigore. Nuovi accordi di polizia — dunque con procedure più veloci — con quegli Stati africani dai quali si muove la maggior parte dei migranti. È questo l’obiettivo del governo dopo il fallimento di fatto dell’Agenda messa a punto dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker che oggi dovrà essere approvata dai capi di Stato e di governo.
Perché il voto finale sarà favorevole ma la precisazione contenuta nel testo per specificare che si tratta di un intervento «per fronteggiare l’emergenza» sembra escludere che l’Italia possa contare sull’appoggio dell’Unione. E, soprattutto, che un sistema di distribuzione vada «a regime» dal 2016 come previsto inizialmente. Dunque si devono cercare strade alternative escludendo, almeno per il momento, di mettere in atto quel «piano B» ritorsivo annunciato la scorsa settimana dal presidente del Consiglio Matteo Renzi che prevedeva il rilascio di permessi di viaggio a chi fa richiesta di asilo. Intanto, per l’accoglienza, il Viminale dirama una nuova circolare per trovare 11mila posti.
I 24 voli
Dall’inizio dell’anno sono 24 i viaggi organizzati dalla polizia per riportare in patria tunisini, egiziani e nigeriani arrivati in Italia negli ultimi mesi. In media uno a settimana, ognuno con 50 persone. Altri saranno predisposti nelle prossime ore, ma il governo vuole incrementare le partenze, proprio per alleggerire la pressione che deriva dalla presenza degli «irregolari».
Oltre alle intese già in vigore si è dunque deciso di proporre nuovi patti. Accordi di polizia che non hanno necessità di una trattativa diplomatica troppo lunga e possono chiudersi nel giro di un paio di mesi, come del resto è già accaduto la scorsa settimana con il Gambia. Lettere di invito sono state spedite ai vertici delle forze dell’ordine di Costa d’Avorio, Senegal e Ghana, da cui partono migliaia di persone.
Secondo i dati aggiornati al 22 giugno, quest’anno ne sono giunte oltre 4mila soltanto dai primi due Paesi. Questo consentirà di programmare almeno otto viaggi al mese, quasi interamente finanziati dall’Ue, in modo da raddoppiare il numero dei rimpatri.
I 42 «osservatori»
Per mostrare collaborazione con i partner europei — nella speranza di ottenere almeno maggiori finanziamenti — l’Italia sembra comunque intenzionata a creare quei centri di smistamento, gli «hotspot», con la presenza di osservatori internazionali. In particolare sono 42 i funzionari di Easo (l’Agenzia europea di supporto all’asilo) che arriveranno nel nostro Paese ufficialmente per partecipare alle operazioni di fotosegnalamento, in realtà per verificare che a tutti i richiedenti asilo vengano prese le impronte digitali.
stazione di milano migranti nei negozi di plexiglass 8
Ogni struttura potrà ospitare circa 300 persone e saranno sistemate nei porti di arrivo, dunque in Sicilia, Puglia e Calabria. L’Unione — in particolare la Francia — chiede che gli stranieri vengano tenuti in custodia fino al termine della procedura, ma su questo l’Italia sembra decisa a non cedere anche perché la nostra legislazione non lo prevede. Per questo saranno creati «hub» più capienti nelle altre Regioni in modo da trasferire chi ha presentato la domanda e rimane in attesa dell’esito.
La circolare
La pressione diventa ogni giorno più pesante, con sbarchi continui. Gli ultimi mille migranti sono approdati ieri pomeriggio e dal Viminale è partita una circolare per chiedere alle prefetture la messa a disposizione di undicimila posti.
migranti alla stazione tiburtina 8
Un numero che tiene conto della necessità di programmare i trasferimenti dalla Sicilia e dalle altre Regioni dove maggiore è il numero di stranieri ospitati. E divide in quote il numero delle persone da sistemare tenendo conto che Lombardia, Veneto e Liguria dovranno coprire anche le carenze delle scorse settimane, avendo accettato un numero inferiore a quello previsto. Minore è invece il dato per il Friuli, perché si tiene conto degli ingressi via terra che hanno fatto arrivare nella zona centinaia di stranieri.
fsarzanini@corriere.it
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