LA BADESSA SÉGOLÈNE - “LE POINT” PUBBLICA IL DECALOGO CHE LA ROYAL AVREBBE IMPOSTO AI DIPENDENTI DEL SUO MINISTERO: NIENTE SCOLLATURE, VIETATO FUMARE IN SUA PRESENZA, TUTTI IN PIEDI QUANDO IL COMMESSO ANNUNCIA IL SUO ARRIVO

Aline Arlettaz per "la Stampa"

Un articolo apparso sul settimanale «Le Point» ha l'effetto di una bomba. Si parla di un nuovo ordine di servizio interno che ricorda le regole di comportamento da rispettare e che si potrebbe ribattezzare i comandamenti di Madame Royal, numero tre del governo Valls, responsabile dell'ecologia: «Vietato indossare décolleté al ministero, vietato camminare nel corridoio quando mangio nella mia sala da pranzo; vietato fumare in mia presenza e nel cortile del ministero; obbligo di alzarsi in piedi quando il commesso annuncia il mio arrivo; si lavora in uno spazio comune, sarò l'unica ad avere un ufficio individuale».
Ségolène Royal, appena scoppiato il putiferio, si è affrettata a smentire: «Voci ridicole».

Ma l'autore dell'articolo, Emmanuel Berretta, conferma tutto. E con questo sbalorditivo regolamento Ségolène giustifica il soprannome di «maestra di scuola» che le è stato spesso affibbiato. Figlia di una famiglia di militari, è la quarta di otto figli. L'educazione è severa, l'autorità del pater familias assoluta. Ciò si tradurrà in un doloroso divorzio. Ma Ségolène conserva tracce di quegli anni. È lei che ha fatto guerra all'uso del tanga a scuola e all'immagine degradante della donna nella pubblicità. Appare anche dura, secca e inflessibile. Ed è temuta da alcuni suoi colleghi che la definiscono «ingestibile».

Una volta un socialista ha rivelato «che un ex ministro aveva detto che preferiva farsi travolgere da 50 tori in una corrida, piuttosto che lavorare con Ségolène». Ma è vero che in politica, nonostante i discorsi sulla parità, il machismo regna, costringendo le donne a imporsi energicamente.

I vestiti di Ségolène esprimono la sua personalità. Durante la sua campagna come candidata alle elezioni presidenziali del 2007 si veste spesso di bianco. Per spiegare il perché alcuni psicoanalisti arrivano a chiamare in causa gli scritti di Freud, che disse «che il veleno della vergine ricorda che gli incantatori di serpenti innanzitutto lasciano che i serpenti velenosi mordano un fazzoletto per essere poi in grado di manipolarli senza pericolo».

Morsi e colpi ne ha subiti. Viene battuta da Sarkozy nel 2007, poi perde una feroce battaglia per la leadership del partito socialista contro Martine Aubry, poi nel 2011 perde le primarie socialiste per la scelta del candidato presidenziale. Scoppia in lacrime davanti alle telecamere e sembra distrutta.

Ma cerca di tornare sostenendo il suo ex compagno François Hollande per le presidenziali del 2012: lui le promette la presidenza dell'Assemblea nazionale in caso di vittoria e sarebbe la prima donna a ricoprire questa posizione. La promessa non verrà mai mantenuta, perché non viene eletta, e a causa della feroce gelosia della sua rivale, allora compagna di Hollande, Valérie Trierweiler. Di recente il libro di un giornalista ha raccontato nei dettagli la furia di colei che è stata, per poco, la first lady francese contro quella che fu la prima compagna del presidente della Repubblica e la madre dei suoi quattro figli.

Ma ce ne vuole per abbattere Ségolène. Nell'ottobre 2013, appare sulla prima pagina di un quotidiano parigino: ancora una volta vestita di bianco, a piedi nudi, mentre porta la bandiera francese, sembra incarnare la Libertà che guida il popolo, con uno slogan, «coraggio Signor Presidente». Alcuni mesi dopo torna al governo. Decisa a lasciare il suo segno al ministero. E sognando forse, un domani, d'imporlo al resto del paese.

 

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