IL BANANA UCCELLATO DA RENZI - BERLUSCONI NON SA CHI IL PREMIER VOGLIA MANDARE AL QUIRINALE. DEVE BASARSI SULLE VOCI E ADDIRITTURA SUI RETROSCENA DEI GIORNALI. LO OFFENDE CHE L’ALTRO NON SI FIDI DELLA SUA DISCREZIONE

Quel che è peggio, il «giovanotto» si fa vivo per interposta persona, passando per il tandem fiorentino Lotti-Verdini, ed esclusivamente per impartire «ukase» sulle riforme o lamentarsi di questo e di quell’altro - La mossa di Berlusconi: dopo mille titubanze ha finalmente accettato di incontrare Alfano…

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Ugo Magri per la Stampa

 

renzi papa bergoglio 5 renzi papa bergoglio 5

Come tutti gli amanti (politici in questo caso) disillusi e feriti, Berlusconi sparge in giro la voce che lui è pronto a rompere il patto con Renzi se «quello» continuerà a snobbarlo. Lo minaccia e non fa nulla per mascherare il nervosismo, ma intanto scruta ogni due per tre il display del telefono nella speranza che qualcuno (uno in particolare) si faccia vivo. Fin qui il cellulare è rimasto muto.?

 

Zero soffiate?

renzi berlusconi renzi berlusconi

Contrariamente alle voci di Palazzo, il Cavaliere brancola nel buio circa le vere intenzioni del premier. Non sa chi voglia mandare al Quirinale. Deve basarsi sulle voci e addirittura sui retroscena dei giornali. Ignora se Matteo gli proporrà una rosa o un petalo soltanto. Lo offende che l’altro non si fidi della sua discrezione. Quel che è peggio, il «giovanotto» si fa vivo per interposta persona, passando per il tandem fiorentino Lotti-Verdini, ed esclusivamente per impartire «ukase» sulle riforme o lamentarsi di questo e di quell’altro.

 

Di Brunetta in modo particolare: già mesi addietro, nell’ultimo faccia a faccia, aveva suggerito a Silvio di licenziarlo da capogruppo. Ieri l’ha sbertucciato pubblicamente («re dei fannulloni», in quanto Brunetta tenta di posticipare il varo della riforma costituzionale), suscitando peraltro dentro Forza Italia un moto di malcelata invidia verso il capogruppo, trattato come un vero avversario anziché come un maggiordomo.

 

In verità il messaggio è diretto a Silvio: facci sapere se lì comanda Brunetta, oppure dietro di lui ci sei tu che tenti di sottrarti ai patti. In entrambi i casi, secondo Renzi, così non funziona.?La reazione del Cav?Non si è fatta attendere, ma nella forma che meno ti aspetteresti.

berlusconi alfano brunetta verdini santanch nella nuova sede di forza italia berlusconi alfano brunetta verdini santanch nella nuova sede di forza italia

 

Cioè per interposta persona. E tramite il capo dei dissidenti Fitto, fino a mercoledì considerato da Berlusconi il suo peggior nemico; invece adesso (dopo un’ora e mezzo di colloquio senza testimoni avvenuto giovedì mattina) l’ex ministro è rivalutato al rango di prezioso consigliere: anche questo un segnale di un cambiamento.

 

Ebbene, Fitto ha preso energicamente le difese del «fannullone» Brunetta con argomenti condivisi da Silvio, a quanto risulta, parola per parola: se Renzi vuole essere credibile nelle sue accuse, lo sfida Fitto-alias-Berlusconi, provveda a varare immediatamente il decreto fiscale che l’Italia attende (il Cavaliere più di tutti), invece di tenerlo nel cassetto fino al 20 febbraio prossimo. Convochi il Consiglio dei ministri anche di notte, se necessario.??

 

Mano tesa ai «traditori»?

renzi verdini renzi verdini

In questo clima è maturata la mossa di Berlusconi. Che dopo mille titubanze ha finalmente accettato di incontrare Alfano e una delegazione Ncd. Si vedranno all’inizio della prossima settimana: martedì o, più probabilmente, il giorno successivo. L’obiettivo è di coordinarsi, di unire le forze parlamentari per non fare la fine dei Curiazi, con Renzi in veste di Orazio. Berlusconi ha in animo di vedersi pure con Salvini e la Lega, ma la circostanza non fa notizia.

MATTEO RENZI E DENIS VERDINI MATTEO RENZI E DENIS VERDINI

 

Viceversa con Angelino era più di un anno, dal novembre 2013, che non si guardavano negli occhi. Tra i due si era scavato un solco all’apparenza incolmabile sebbene, per la verità, Alfano non abbia mai mancato di rispetto nei confronti del vecchio maestro, solo uno scatto di nervi quando la stampa berlusconiana tentò di «mascariarlo». Silvio, invece, non ha smesso di parlarne male. Solo da ultimo ha abbassato i toni. E chissà se, per ingelosire Renzi, si congederà da Alfano con un abbraccio. Ne sarebbe capace.

 

 

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