L.Cr. per il “Corriere della Sera”
Pazienza se solo il 26 per cento degli elettori ha votato alla prima tornata. Non importa se l'opposizione islamica è bandita quasi in toto. E se le nuove leggi sulla stampa volute dal presidente ed ex generale Abd el Fattah al Sisi imbavagliano i giornalisti. Il terzo uomo più ricco dell' Egitto potrebbe presto trovarsi a controllare il gruppo parlamentare più numeroso. È guidato dalla speranza di costruire un Paese «libero e democratico», eppure difende la sua scelta di rispettare le regole imposte dal presidente.
«Abbiamo battuto i fascisti religiosi. Anche i salafiti estremisti del partito Al Nour hanno ricevuto pochi voti», dice soddisfatto Naguib Sawiris, 61 anni, figlio di un' antica famiglia imprenditoriale copta del Cairo. Negli ultimi giorni ha rilasciato diverse interviste alla stampa per commentare i risultati più che soddisfacenti del «Partito degli Egiziani Liberi», che lui fondò assieme ad altri cinquemila attivisti legati al vecchio regime di Hosni Mubarak, però pronti a cercare una «terza via» tra Fratelli Musulmani e militari revanscisti.
Realista, pragmatico navigato, ma anche innovatore teso al cambiamento, in Sawiris si ritrova una sintesi tra vecchio e nuovo Egitto. Proprietario del gigante delle telecomunicazioni OrascomTelecom, di catene televisive locali e della francese Euronews, oltre che di Al Masri Al Youm , uno dei maggiori quotidiani del Cairo, non se l' è presa troppo contro le leggi liberticide sulla stampa.
Allo stesso tempo non ha però esitato a difendere i tre giornalisti di Al Jazeera incarcerati come spie al servizio degli estremisti islamici e solo dopo una lunga carcerazione «perdonati» dal presidente. Ora 227 candidati del suo partito sono in lizza per i 448 seggi assegnati per le liste individuali (il 75 per cento del parlamento). Altri 9 concorrono invece come lista di partito sui 120 contemplati dalla nuova legge elettorale voluta da Sisi per frantumare qualsiasi tipo di opposizione organizzata.
Tanti dei suoi provengono dal Partito Democratico Nazionale, la formazione di Mubarak messa fuori legge nel 2011. Così lui si spiega: «So che tanti giovani non vanno alle urne perché vedono il ritorno del vecchio regime. Ma non è facile trovare altri candidati all' altezza, così sui due piedi. Quelli che abbiamo scelto noi comunque non sono corrotti».